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Aprii gli occhi lentamente, tastai con le dita sul materasso vuoto, alzai leggermente la testa dal cuscino e cercai Cam con lo sguardo, ma lui non c'era. Dov'è? Perché non era di fianco a me?
Sbuffai pensando al perché non era accanto a me e sbadigliando mi alzai e scesi giù.
"Buongiorno" dissi lasciandomi cadere sulla sedia della cucina "Buongiorno tesoro" disse mia madre, mentre Jhon si limitò a farmi un piccolo cenno con la testa che io ricambiai con un piccolo sorriso. Mangiai velocemente i miei due pancakes mattutini e corsi in camera mia per prepararmi ad andare a quell'inferno di scuola.
Quando arrivò l'ora di andare, feci la fatidica domanda che mi tormentava da tutta la mattina. "Dov'è Cameron?" Chiesi facendo l'indifferente anche se dentro di me si stava scatenando l'ira dell'inferno. "Stamattina è uscito prima del solito" disse mia madre. Annuii poco convinta. "Vado a scuola" dissi uscendo di casa e andando a scuola. Perché era uscito prima di casa stamattina? Non mi avrebbe mi lasciata da sola nel letto per andare presto a scuola. Perché non mi aveva svegliata lui come suo solito fare? Perché non mi aveva baciata? Avevo un tale bisogno delle sue labbra sulle mie? Si. Tanto bisogno di quel contatto. Mi mancava? Si. Più di quanto possa mancarmi l'aria nei polmoni quando trattengo il respiro sotto l'acqua. Avevo bisogno di vederlo come non mai. Non sapevo precisamente il perché, ma avevo bisogno di vederlo, anche da lontano. Ma avevo bisogno di vedere quegli occhi scuri di cui sono tanto innamorata e di quel sorriso sghembo che mi fa impazzire come non mai.
Mi accesi una sigaretta durante il tragitto cercando di scacciare i pensieri su cosa stesse facendo Cam o dove si fosse cacciato.
Arrivai a scuola ed entrai nell'edificio.
Mi accesi un'altra sigaretta mentre mi avvicinai al mio armadietto per prendere il libro di latino. Inserii la combinazione dell'armadietto e lo aprii. Misi la sigaretta in mezzo ai denti e presi il libro. Chiusi l'armadietto e quando mi girai mi ritrovai davanti l'ultima persona che sarebbe dovuta esserci. "P-Preside" dissi togliendomi la sigaretta dalle labbra. "Nicole. Sai vero che è severamente vietato fumare nell'edificio vero?" Domandò lui retorico. Annuii abbassando il capo. "È cos'è quella che hai in mano?" Domandò incrociando la braccia al petto. "Una sigaretta" sbuffai. "Bene. In presidenza tra cinque minuti. Fai sparire quella sigaretta." Disse il vecchio per poi scomparire su per le scale. Sbuffai e appoggiai la testa all'armadietto dietro di me. Diedi una lieve testata all'aggeggio metallico dietro di me e imprecai. "Stai bene?" Una voce a me assai familiare mi fece smettere di imprecare contro il preside e alla mia idiozia. "Nash.. Che.. Che fine hai fatto? Stai bene? Mi sei mancato così tanto" dissi abbracciandolo. Lui ridacchiò. "Sto bene. Ero andato fuori città con i miei genitori. Sono tornato ieri" disse abbracciandomi. Mi staccai da lui. "Ho visto il preside vicino a te. Che hai combinato?" Mi chiese. Gli mostrai il mozzicone di sigaretta. Lui mi guardò sbalordito. "Sul serio Nicole!?" Esclamò. Annuii "cosa cazzo.." Si passò le mani tra i capelli. "Perché?" Domandò. Feci le spallucce. Lui sospirò. "Ora che succederà?" Domandò. Scossi la testa "non lo so. Ma sarà meglio che ora vada." Dissi posando il libro di latino nello zaino. Lui annuì. "Ti aspetto in classe" disse per poi darmi un bacio in fronte ed entrare in classe. Sorrisi e mi avviai verso la presidenza.
Bussai alla grande porta e senza attendere risponderà entrai.
"Nicole siediti sto per chiamate tua madre" mi accolse il vecchio. "NoNoNoNo le prego non chiami mia madre" lo supplicai sedendomi sulla poltrona in pelle nera. "Mi metterebbe in punizione a vita." Dissi. "Nicole hai fatto una cosa severamente vietato e meriti una punizione esemplare." Disse lui alzando la cornetta del telefono. "No la prego la prego. Pulirò la scuola da cima a fondo, aiuterò la professoressa di matematica con i ragazzi che hanno le insufficienze ma la prego non chiami mia madre" dissi mettendo le mani ingiunte e intrecciando le dita. Il preside mi guardò esitante. "Aiutare la professoressa di matematica?" Domandò inarcando le sopracciglia. Annuii. Il preside sbuffò una risata. "Nicole hai la media del 3,7 in matematica" mi canzonó il vecchio. "Ma preside" mi lamentai. "Niente ma Nicole" disse componendo il numero di mia madre sul telefono fisso. Mi abbandonai sulla sedia rassegnata quando qualcuno bussò alla porta. "Avanti" disse il preside.
"Cameron che ci fai qui?" Chiesi guardando il ragazzo trattenendo un sorriso. Ero così felice di vederlo. "più tosto che ci fai tu qui" disse Cam. Sbuffai. "Ragazzi. Silenzio. Cameron che altro hai combinato?" Chiese il preside. "Nulla di nuovo josh, solite cose." Disse Cam sedendosi sulla poltrona di fianco a me. "Cameron non puoi chiamarmi josh" disse il preside esausto del suo comportamento. Sorrisi sotto i baffi. "Sto chiamando vostra madre" disse il preside mettendo il cellulare vicino all'orecchio.

Dieci minuti dopo si sentì bussare alla porta. Il preside si alzò e andò ad aprire a quella che sarebbe dovuta essere mia madre. Ma appena gli occhi di mia madre e del preside si incontrarono vidi il volto di mia madre diventare cupo. "Joshua.." Sussurrò mia madre. "K-karen? Sei tu?" Disse il preside. Guardai mia madre che iniziò a guardarmi. Il preside guardò me e sorrise. "È lei?" Chiese il preside a mia madre che poi annuì. "Mamma conosci il preside?" Domandai confusa alternando lo sguardo tra il preside e mia madre. "Nicole in realtà lui è.." Mia madre abbassò lo sguardo non riuscendo a finire la frase. "Cosa mamma?" Chiesi. "Sono tuo padre Nicole"

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Ciaoooooo👽
Mi sono fatta attendere di nuovo sorratemi❤️
Allora mi è piaciuto questo colpo di scenaah?
Lo so il capitolo è corto ma volevo lasciarvi con questa suspense eheheh😎
Se il capitolo vi è piaciuto votate e commentate❤️
See u soon guys

~Nuccy💘

Ancora Tu? ||Cameron Dallas||Where stories live. Discover now