24. Tu, la grande Tess Harper, hai le vertigini?!

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Verso le dieci locali eravamo seduti sul lungosenna, mentre cercavo informazioni per l’ultima gemma. Visto che a Parigi l’aria era più fresca, ne approfittai per mettermi la mia felpa e azzittire Tess. Ad un certo punto una ragazza si sedette accanto a me e mi abbracciò. Pensai fosse stata mia sorella, ma era ancora dall’altro lato. Poi mi sussurrò:
«Ho tutto in mano io. Pista libera» Chi altri poteva essere, se non Lola?
«Come hai fatto a venire?»
«Semplicemente ho inventato ad Edgard che la gemma di qui era importante e lui mi ha mandato, a patto che tornassi per il matrimonio»
«Ce l’hai te?»
«Sì, ma non te la posso dare. Sono con altri, tra cui Sue, come volevi, e hanno visto che l’ho presa io. Potrebbero capire il doppiogioco»
«Ah. Mi stai dicendo che io sono venuto fino a qui per nulla?»
«Scusa. E comunque, siamo a Parigi…godiamocela, no?»
«Cosa vuoi fare?»
«Andare sulla cima della Tour Eiffel»
«Va bene. Ti devo raccontare una cosa»
«Adesso ti dico io una cosa»
«Vai»
«Edgard si sposa tra meno di dieci ore. E vuole te al matrimonio»
«Scherzi?! Io…non posso. Veramente, no»
«Indovina cosa mi tocca fare?»
«Ehm…la damigella che porta le fedi?»
«No. Peggio»
«Nooo! Non ci credo. Il testimone»
«Invece sì, credici. Io a Edgard e Sue per sua madre»
«Almeno siete in due nella stessa barca»
«Ti sembra una bella consolazione?»
«Ma credi che finiranno per il pomeriggio?»
«No. Fanno una di quelle feste megagalattiche. Cerimonia, pranzo, pomeriggio ancora a tavola e cena per chi ce la fa»
«Te scappi dopo l’antipasto?»
«Sì. Io e Sue mangiamo due crostini e poi veniamo via. Abbiamo una vita»
«Sicuramente la parte più traumatizzante sarà la cerimonia»
«Sì. Il pranzo…non riuscirò a sopportare le chiacchiere di un intero esercito di Stregoni»
«Allora domani mi prendo la giornata libera. Venite da me?»
«Dove da te? Edgard si è impossessato del tuo palazzo»
«No…Cosa?! Dimmi che non è andato nel diciassettesimo piano, per favore»
«No, non è riuscito ad andarci. Comunque, il matrimonio lo fa lì. In quel giardino enorme. Quello a terra. Candace lo voleva fare su, nel giardino pensile, ma Edgard ha minacciato di buttare giù gli invitati»
«Wow. Coppia focosa, eh?»
«Non poco. Alex ti ha coperto egregiamente bene. Ha detto che vuole un premio»
«Sì, un trofeo d’oro massiccio. In capo, naturalmente»
«Sempre il solito. Che mi dovevi dire?»
«Guarda e stai zitta» Controllai che mia sorella non fosse a portata d’orecchio. Mi aveva rubato il diario e lo stava leggendo. Mostrai a Lola il braccio.
«Cosa…? Adesso non lo puoi più nascondere. Lo sapranno tutti»
«Hai capito cosa è, vero?»
«Certo. Sto studiando per diventare professoressa di Magia e Stregoneria, certo che lo so. Cosa è successo?»
«In breve: a Roma mi hanno visto i mortali prendere una gemma, poi ho scoperto che in realtà uno di loro era alleato di Edgard e mi ha sguinzagliato dei leoni focosi contro. Mi hanno avvelenato e ho provato a guarirmi, ma ho consumato troppe energie, poi ho fatto fuori cinque di quei leoni e sono svenuto. Mi sono ritrovato a casa mia, ho parlato con Salazar il Terribile e…»
«Hai fatto cosa?! Quello Stregone è morto migliaia di anni fa!»
«Ti ho chiesto del diciassettesimo piano perché lì c’è questo corridoio che collega tantissime stanze. Ha un meccanismo complicato, comunque alcune persone che sono morte sono lì, e quando è destino incontrarle appaiono. E lui è uno di queste. Capito?»
«Non perfettamente. Cosa voleva da te?»
Le spiegai tutto il mio incontro con Salazar.
«E te ti fidi di lui? Di uno Stregone della peggior specie?»
«No, ma…mi ha tentato»
«Non hai bisogno del suo aiuto, lo sai. Poi, devi essere te a decidere. Pensaci bene»
«Va bene. Allora, volevi salire sulla Tour Eiffel o no?» Mi stavo tranquillamente alzando dal parapetto quando una ragazza multicolore mi saltò addosso e mi trascinò nella Senna con sé. Riemersi a fatica, con Sue aggrappata a me che mi stritolava le costole. Lola mi guardava malissimo, dall’alto della strada. O forse guardava malissimo Sue. Mentre cercavo di nuotare a riva, mia sorella cominciò a chiacchierare con Lola. Trovai un punto con un po’ di terra e un paio di fili d’erba e ci stesi Sue.
«Perché l’hai fatto?»
«Non ti ho visto»
«Ma se ho la felpa rossa che odi tanto?»
«È buio, non ti ho visto»
«Va bene, cambio domanda. Perché correvi?»
«Mi sembra ovvio. Con una tigre alle calcagna cosa devo fare?»
«Quando ero io una tigre non sei scappata»
«Ma perché eri te. Quella era una tigre bianca enorme»
«Una tigre? A Parigi? Mica ci ha fatto caso se aveva un bracciale attorno a una zampa?»
«Un bracciale dorato, sì. Ho pensato subito che fosse stata addestrata da qualcuno»
«Sì, è la mia Arial. Credo che ti abbia inseguito solo perché eri nel gruppetto con gli altri e perché hai cominciato a correre sospetta»
«Ah. Non sapevo che avevi una tigre domestica. Se è così…me la presti ogni tanto?»
«No, dal momento che mi hai buttato nella Senna» Tornai volando su dagli altri. «Qui c’è qualcuno che soffre di pazzia e daltonismo»
«Ho detto che non ti ho visto!!»
«Allora andiamo a fare una girata o volete restare seduti sul lungosenna?»
«Va bene. Dove vuoi andare?»
«In cima alla Tour Eiffel»
«Ma non è che chiude ad un certo orario?»
«Io non ho orario. Chi vuole fare un giro su un’aquila?» Mi trasformai in un’aquila nera e feci salire le ragazze sulla mia groppa. Presi il volo con molta eleganza e mi posai sul pianerottolo più in alto della torre. Nessuno dei mortali se n’era accorto. Nessuno aveva visto un coso enorme volare sopra la Senna con tre ragazze. Beh, meglio così. Tornai umano e mi affacciai al parapetto. Lola mi si avvicinò e la strinsi tra le mie braccia. In cima alla Tour Eiffel, a notte fonda, con la città più romantica del mondo illuminata dalle luci e la vista panoramica da 300m di altezza, l’unica domanda che nessuno avrebbe dovuto fare era:
«Ragazze, cosa significa il tatuaggio sul braccio di mio fratello?»
Mi girai e guardai malissimo Tess. Sue invece mi chiese:
«A cosa si riferisce?»
«A questo» Le mostrai il mio bellissimo Marchio. Lei mi prese il braccio come se non fosse attaccato alla mia spalla e lo studiò.
«Tess, veramente tu non sai cosa è questo?»
«Non me l’ha voluto dire. Io non ho studiato come voi, non capisco tutti questi simboli…»
«Ma è semplice! È vero che non si vede da circa mille anni, se non più, ma questo è il cosiddetto Marchio delle Tenebre» Tess guardò prima Sue, per avere la conferma di quello che aveva detto, poi guardò me, come se fossi un verme schifoso. Si irrigidì così tanto che ebbi paura che qualcuno l’avesse pietrificata davvero. Sue continuò: «Sapevi che Matthew è uno Stregone, vero?»
«No. Non me l’aveva detto. Tenebre? Ma sei serio? Veramente, a che gioco stai giocando?»
«Tess…so che non ti fidi di me. Non te l’ho detto semplicemente perché avevo paura di perdere anche te…»
«Probabilmente hai rischiato più facendo così. Non credere di venire da me solo quando hai bisogno di aiuto. Ci vediamo, Matthew»
Tess se ne andò dalle scale. Sue abbassò lo sguardo.
«Scusa. Credevo lo sapesse…»
«Niente, non ti preoccupare. In effetti, glielo avrei dovuto dire»
Tess spuntò dalle scale.
«Ok, scusate, ma…ho un piccolo problema. Ho le vertigini e non riesco a scendere»
«Va bene, ho capito. Torniamo giù. Salite»
«Io e Sue dobbiamo tornare dalla squadra di ricerche»
«Perfetto. Harper s’infiltra e ruba la gemma»
«Dormiamo in un parco, a mo’ di campeggio»
«Allora posso dormire con te le poche ore che restano della notte?»
«Perché no? E tua sorella?»
«Torno a casa con un portale. Non voglio restare ancora un minuto di più qui»
Planai giù e creai il portale per Londra.
«Ci vediamo Tess»
«Non lo so se ne avrò ancora voglia» E lei scomparve. Noi raggiungemmo un piccolo parco, con un paio di altalene e uno scivolo di plastica. Lola mi diede molto semplicemente la gemma, di un viola scuro con i riflessi rosa e ci addormentammo sotto le stelle.

Moonshine I ~ Lo Stregone di Fuocoحيث تعيش القصص. اكتشف الآن