18. Se svengo, sogno cose brutte. Meglio non svenire

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Quanto sarà scemo Edgard? La gemma era a New York City, sulla cima dell’Empire. Lui cosa fa?
«Ehi, Candace, qual è la capitale degli Stati Uniti?»
«Washington»
«E…in che Stato è? In quello di Washington, giusto?»
«A logica…sì»
«Bene. Andiamo là. Tutte le gemme sono nelle capitali… Figuriamoci se Harper è così sveglio»
Uno: Washington non è la capitale. Washington è uno Stato. Washington DC è la capitale. Due: Washington DC non si trova nello Stato di Washington. È nel distretto della capitale (DC sta per “District of Columbia”), che a sua volta è in Virginia, nella parte opposta degli USA. Tre (il più importante): la gemma non era nella capitale. Come ho già detto, era a New York. Meglio così. Se Edgard era così scemo, non avrebbe mai capito il mio gioco. E neppure Candace. Tra tutti e due, non so chi fosse stato peggio. Comunque, Edgard controllò su Internet dove si trovava Washington DC e scoprì che non era nell’omonimo Stato.
«Candace, che dici? Washington ha il suo distretto, in Virginia! Come mi posso fidare di te se non conosci neanche la geografia!»
«Ma…non andiamo con un portale? È più rapido…»
«No, ho bisogno di dormire. E anche il nostro Stregone sta cadendo dal sonno»
Sinceramente, non mi ero mai riposato da quando non avevo preso l’aereo per andare in Giappone. Eravamo arrivati a Mosca circa due giorni prima, contando tutti i fusi orari, e avevo dormito pochissimo. Naturalmente, avevo ancora la stanchezza addosso di quella corsa enorme che avevo fatto per arrivare a casa, che sommata a tutti gli sforzi di quel viaggio… Sì, stavo crollando. Il Gran Ribelle non ce la faceva più.
«Guarda Candace che anche Lui non si è mai fermato, e avrà bisogno di riposarsi prima o poi. Anche se preferisco che arrivi stanco alla battaglia finale…»
«Che fifone! Così sarà troppo semplice, vincere. Se vuoi veramente la gloria, lo devi battere quando è al massimo delle sue forze»
«Naaah. Tanto passerò comunque alla storia come “Il grande Stregone Edgard Fireplace, colui che sconfisse definitivamente i temutissimi Harper”»
«Che ne sai? Magari Matthew ci avrà già pensato e avrà voluto continuare la discendenza…»
«Sì, certo, proprio lui. “Ehi, scusa, ma non voglio mettere a rischio nessuno, sono troppo potente. Quindi, resterò da solo fino a che non sarò ucciso da Edgard il Grande”»
Su certe cose sono molto vendicativo. E questa è una di quelle. Prima di ucciderlo l’avrei torturato nello stesso modo in cui è stata torturata la mia famiglia nei millenni precedenti, l’avrei messo in imbarazzo davanti a tutti e… gli avrei fatto altre cose terribili che non sto ad elencare.
Vidi Candace che abbracciò Edgard da dietro e gli sussurrò qualcosa, poi gli accarezzò i capelli (sempre che possano essere definiti tali) e notai un piccolo particolare sulla sua mano sinistra. Non appena lei appoggiò la sua testa sulla spalla di Edgard, capii perché si fidavano così tanto l’uno dell’altra e… Sì, è imbarazzante, ma svenni sul colpo. Caddi a terra come un sacco di patate, in quel vicolino di Dubai.

Quando aprii gli occhi mi trovai in un salotto molto elegante e pulito. Ero disteso su un divano rosso, davanti ad un tavolino basso di legno lucido. Una parte delle pareti di quel salotto erano vetrate colorate, che riflettevano la luce sul pavimento, anch’esso lucido come il tavolo. Le altre pareti erano rivestite di una carta da parati rossa scuro con dei disegni verticali dorati. In alto, sopra di me, c’era un lampadario di vetro soffiato enorme, appeso al soffitto alto una decina di metri. Ad un angolo della sala c’era un pianoforte a coda, due poltrone e un caminetto. Provai ad alzarmi, ma rotolai giù dal divano. “Fantastico. Ora non so neanche più camminare”. All’improvviso si aprì la porta della sala, che da quella prospettiva mi sembrava davanti al tavolino, e entrò una signora mora con un vestito lungo nero, stretto in vita da una fascia argento. Dopo di lei entrò un signore altissimo (vi ricordo che ero sempre steso a terra e non avevo idea delle reali dimensioni delle persone) e biondo, vestito non altrettanto elegante come la donna. Riprovai ad alzarmi e ci riuscii. Lei mi venne incontro a grandi passi e mi strinse tra le braccia, mentre lui esitò qualche secondo sulla soglia, prima di venire da me.
«Matthew! Come hai fatto a venire qua? Mica… No, dimmi di no, dimmi che sei ancora vivo»
«Io… Sì, credo di essere solo svenuto…»
«Sono così contenta di vederti, piccolo… Perché sei qui? Cosa ti porta da noi?»
«Voi…» Se non fossi già svenuto, sarei svenuto di nuovo. Erano i miei genitori. Non mi ricordavo il babbo così giovane… Senza offesa, ovvio.
«Ascolta Matthew, ti dobbiamo dire una cosa molto importante…»
«…ma abbiamo poco tempo, se sei solo svenuto»
«Sì, ci sono. Cosa mi dovete dire?»
«In questi giorni è probabile che tu sogni il tuo futuro, quello che ti accadrà nell’ultimo scontro, quello con Edgard. Qualunque cosa tu veda, non ti preoccupare. Non fare nulla per evitare che succeda, però. Rischi di incasinare il corso degli eventi e… beh, il mondo potrebbe avere degli effetti collaterali che lo porteranno a distruggersi. Per sempre»
«Cosa c’è di così terribile? Io ho perso tutto, ormai»
«No. Non hai perso tutto. Non ancora» Mentre la mamma parlava, le lacrime le rigavano il viso, ma lei cercava di non piangere. Io forse avevo capito a cosa si riferiva…
«Diana, continuo io. Abbiamo guardato nel tuo futuro e… quello che vedrai te è solo una parte della realtà»
«Non mi lasciate sulle spine»
«Noi non ti possiamo dire niente, a parte il fatto che devi accettare il tuo destino, che tu lo voglia o no. Ci rivedremo più presto di quanto pensi, se ci darai retta. E, per favore, fallo»
«Volete dire che… contro Edgard morirò?»
«Ehm…non te lo possiamo dire, questo, ma, qualunque cosa succeda, vincerai quella battaglia. Salverai il mondo da Edgard. E… forse è probabile che morirai. Ma lo scoprirai te, tra poco»
«E devo accettare di sacrificarmi? Tutto qui?» Cercavo di fare il coraggioso e non di disperarmi, perché i miei avevano sofferto abbastanza. Avevano fatto fin troppo a dirmelo. Quello era il minimo che potessi fare.
«Ma…ci prometti che, qualsiasi cosa tu veda, non lo dirai a nessuno?»
«Va bene. Farò finta di non aver mai visto niente»
«Matthew… Noi non vorremmo che succedesse, ma… è necessario. E te, non cambiare nulla. Non ci pensare. Ok?»
«Ok. Una domanda sola: Candace si è per caso sposata?»
«Non lo so…perché?»
«No, niente» Abbracciai la mamma. Vorrei poter dire “come fosse l’ultima volta”, ma purtroppo era veramente l’ultima. Poi toccò al babbo.
«Ehi, combatti per bene, con Edgard. Fatti onore. Usa tutta l’astuzia che ti ho trasmesso. E non pensare al dopo»
«Io sono più coraggioso di quanto pensiate. Se devo morire per il bene del mondo, lo farò» No. Non era assolutamente vero. Io ci tenevo troppo alla mia vita per buttarla al vento così. Veramente, a quanta altra gente ricapita di essere un fenomeno del genere? Anche il mio altruismo ha dei limiti… Rimango comunque uno Stregone delle Tenebre egoista e vanitoso. Se non lo fossi, non sarei io. Forse era comunque meglio non cambiare nulla. Quello che sarebbe dovuto accadere succederà. Non ebbi neanche il tempo di salutare i mei, perché lo scenario cambiò completamente.
Questa volta ero di nuovo a casa. Ma non ero io. Vedevo la scena come la vedeva Candace, dai suoi stessi occhi. Grazie alle capacità dell’Occhio, riuscivo anche a sentire i suoi pensieri. Era preoccupata perché io (io, Matthew) avrei dovuto combattere con Edgard, e aveva paura che lo uccidessi. Edgard spuntò da dietro un angolo della serra di casa mia, parlando con Lola e Alex.
«Candace, amore, vieni. Credo di aver trovato una soluzione al nostro problema»
Amore?! Ma allora il mio presentimento… Purtroppo sì. Mia zia e Edgard stavano insieme. E non solo: si volevano sposare. E a me non avevano detto niente.
«Veramente? Ma è fantastico!»
«La battaglia finale si avvicina, giusto?»
«Sempre più»
«Allora: interrompiamo la ricerca e sposiamoci. Lui non ne saprà nulla. E… quando lo scoprirà, sarà troppo tardi…»
«… A quel punto si distrarrà e te puoi farlo fuori e conquistare il regno. Sei un genio»
«Mancano ancora due gemme. Mentre Lui le cerca, noi mandiamo una squadra a seguirlo e, non appena le avrà trovate, gliele prenderà di mano e saranno nostre. Nel frattempo, noi facciamo le nostre cose, con calma e tranquillità. I nostri due figli tanto vanno già d’accordo»
Lola trasalì e sussurrò qualcosa all’orecchio di Alex. Lui chiese ad alta voce:
«Candace, hai un figlio?»
«Una figlia, per la precisione. Sue»
Lola per poco non svenne.
«La conosci, no?»
«Io… sì, sì, la conosco. Purtroppo. Ma avete dimenticato una cosa nel vostro piano: Sue e Matthew sono amici. Appena lei lo saprà, glielo dirà subito»
«A questo provvederò io stessa. Mia figlia non mi metterà i bastoni nelle ruote. Non di nuovo»
Cosa cavolo aveva fatto Sue? Una volta che volevo sapere una cosa da mia zia, non potevo. Non feci in tempo a capire cosa intendeva, che l’immagine cambiò di nuovo. Io ero tornato di nuovo me stesso (Menomale. Mi mancavo). Ero in piedi nella piazza Sun, di Downtown City, la piazza più grande del mondo (molto più di piazza Tian’an Men, a Pechino). Davanti a me c’era Edgard, con una corona enorme in capo piena di gemme rosse fuoco e un vestito altrettanto rosso che lo rendeva più basso e grasso di come era veramente. Nella realtà è alto e grasso. Dietro di lui c’era la sua cara Candace, con un vestito viola quasi totalmente trasparente e anche lei aveva una corona in capo. Non era un gran bello spettacolo, nell’insieme. Se per questo, neanche presi separatamente i due soggetti erano tanto belli. Comunque, dietro a loro due c’era un esercito a dir poco enorme, composto da Stregoni e Golem in gran quantità, tutti armati fino ai denti. Io avevo dalla mia parte solo Lola e Sue. Alex era impegnato con Sammy, il cui cervello era andato in vacanza dopo tanti anni di lavoro.
«Edgard, non sai chi hai di fronte»
«Neppure te. Io sono Edgard il Magnifico. Ah, la sai la nuova? Io e tua zia ci siamo sposati»
«Veramente? Non lo sapevo»
«Perché non sei stupito?»
«Perché è da un pezzo che lo so. Voi due siete talmente tanto ingenui…»
«Come osi?! Ti sfido in un duello all’ultimo sangue!»
«Se non hai neanche il coraggio di chiamarmi per nome!»
«Cosa hai detto, scusa?»
«Chi sono io?»
«Tu sei…Matthew Harper, l’ultimo erede al trono di Moonshine, figlio di Andrew Harper e Diana Sparkle e nipote della qui presente Candace Harper»
«Ok, basta così. Evita di continuare la biografia» tagliai corto.
«Allora? Accetti la mia sfida?»
«Non so… Se ti uccido mia zia soffrirà troppo»
«Tu non puoi uccidermi»
«È quello che pensi te. Accetto»
Evocai una lancia d’oro, che scintillava quasi quanto il sole, e la lanciai addosso a Candace. Sapevo che lei l’avrebbe deviata. E si sarebbe distratta. Mi trasformai in un serpente e le saltai al collo, apparendo dietro di lei. Lei provò a liberarsi di me, ma io le strinsi la gola con la coda e poi la morsi. Un morso letale da parte del serpente più velenoso del mondo. Lei cadde a terra, priva di sensi, e poco dopo fece la stessa fine dei miei genitori, avvelenati con lo stesso veleno. Io saltai su Edgard, che reagì prontamente al mio attacco. Anche lui si trasformò in un serpente e cominciammo una lotta corpo a corpo, a suon di morsi e di code attorno alla gola (sempre se i serpenti ne hanno una). Tornai umano e… gli conficcai la spada nel petto. Per fortuna era solo un sogno. Avrei dovuto studiare meglio quell’attacco. Lui si schiantò a terra, provocando un mare di sangue. Io invece atterrai dolcemente accanto a Lola, con le gemme che aveva conquistato Edgard in una mano e una collana nell’altra. Quella collana non era una qualsiasi, ma il simbolo del potere. Colui (o colei) che la indossava era il re (o regina, non si sa mai) di Moonshine. Prima era stata del babbo e, quando lui era morto, ce l’aveva Piper (non mi chiedete perché). Finalmente, era mia. Purtroppo, neanche io ne ero uscito indenne da quel duello con Edgard il Serpente copione. Lola mi abbracciò, piangendo, e io caddi tra le sue braccia. E, finalmente, mi svegliai veramente.
«Io…morirò così. Tra le braccia di Lola»

Moonshine I ~ Lo Stregone di FuocoWhere stories live. Discover now