36)♦Fudoukido♦

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Richiesta da Cassandra_Clary15

Otp

"Monarchia"

Caleb aveva sempre pensato che Jude fosse troppo calcolatore e troppo intelligente per la sua età. Pensava troppo, esitava in ogni cosa, ma prendeva sempre la decisione giusta. Mark e gli altri ci scherzavano sopra, affermando che era per quello che stavano bene insieme. Ma non aveva funzionato, e si erano allontanati. Anche in quel momento, Caleb pensò che Jude avesse fatto la scelta giusta: Caleb era un pessimo soggetto, gli avrebbe solo rovinato la vita. Poi, la sua vita era davvero stata rovinata. Quando, dopo la caduta del Quinto Settore, si era trasferito in America per lavorare qualche anno, non credeva che al suo ritorno Tokyo fosse ridotta così male: per le strade solo fumo e clacson della auto e sferragliamento dei treni sui binari, nessuno a piedi o in bici o bambini a giocare nel parco. Appena arrivato, Caleb era corso da Joe e David, scoprendo non solo della loro separazione ma anche che Joe era al limite delle forze. Nonostante la stanchezza, raccontò tutto all'amico, spiegando per filo e per segno cosa era accaduto: dopo la fine del Quinto Settore, il governo era lentamente decaduto, arrivando a baciare i piedi di una famiglia particolarmente agiata, il cui figlio aveva preso il controllo dell'intero Giappone. Caleb non dovette sforzarsi per capire di chi stesse parlando. «È inutile chiedersi perché » lo aveva avvertito Joe «è fuori di testa. Non ascolta più nessuno e la sua influenza è ovunque. Hurley Kane lo ha seguito contro la propria volontà ma ora è il governatore dell'isola di Okinawa! Vattene, Caleb, ora che ne hai la possibilità. » Per alcuni secondi, Caleb pensò seriamente di andarsene, di lasciare tutti i suoi amici all'inferno e tornare in America. Ma poi, pensò a Jude. È buffo come i suoi pensieri si rivolsero a colui che aveva reso un inferno la sua città, ma Caleb lo avrebbe fatto tornare in se. A qualsiasi costo.

«Signore? Il Comandante può riceverlo.» Quando Caleb era arrivato a Villa Sharp, il suo primo pensiero fu: ma che cazzo!? La Villa era molto più grande di come la ricordava, con otto giardinieri a potare un prato già perfetto e tre macchine di lusso parcheggiate in garage. Era entrato decretandosi amico di Jude e gli aveva aperto nientemeno che Cammy. Non lo aveva riconosciuto, ma poi si era scusata e lo aveva avvertito che il Comandante era al momento occupato. Al sentirne il nome, Caleb raggelò: il Comandante? Ray Dark? Per quanto terrorizzato (ebbene si, era terrorizzato che Dark avesse anche solo sfiorato il suo Jude) Caleb la ringraziò ed attese. In giro per l'enorme hall, giravano avanti ed indietro vari domestici, molti dei quali Caleb riconobbe come ex giocatori della Royal Academy, della Zeus e addirittura della Alius. Quando Cammy lo avvertì che poteva entrare, Caleb non era più tanto sicuro di volerlo fare. Ma poi pensò a Jude, e Caleb si ritrovò in un enorme ufficio dalle tende rosse con tappeti pregiati e il portone in legno chiuso dietro di lui. La poltrona era girata verso la finestra, ma Caleb non riuscì comunque a vedere il riflesso. Quando la sedia si girò e l'uomo parlò, Caleb perse un battito: era rimasto uguale a sempre, le lunghe treccie raccolte in un mezzo chignon dietro la testa, lo sguardo impassibile e gli occhi rossi coperti da... Ecco, gli occhiali erano cambiati. Ora sembravano solo delle gocce verdi piantate davanti agli occhi. Jude non disse nulla, e il silenzio regnò per lungo tempo. Poi, Jude inarcò le sopracciglia: «Allora, Stonewall? » Stonewall. Perché il suo cognome faceva così male pronunciato da lui? «Che ci fai, qui?» Jude la formulò come una domanda, ma Caleb capì dal tono che si trattava di un ordine: «Sono venuto a cercare di capire che merda ti sei messo in testa» esclamò nel modo più educato possibile. Jude ghignò, ma prima che potesse rispondere squillò il telefono. Jude sbuffo, rispose, mise giù e tornò a guardare Caleb. «Quantl sei stato via? 3 anni?» «2 anni e sette mesi.» «Lo sai quante cose sono successe in questi due anni e sette mesi?» Caleb scosse la testa, non sapeva dove voleva andare a parare (a segnare, nel suo caso), ma era inspiegabilmente ansioso e terrorizzato. Jude aprì un cassetto e tirò fuori vari giornali: Incidente in campo, Blaze paralizzato; Chiude la Royal: non ci serve più!; Star del calcio si dichiara gay, si fidanza con il portiere e partono gli insulti. Erano tutti giornali di uno o due anni prima e riprendevano orribili atti di cronaca in cui Caleb riconobbe tutti i suoi compagni: Axel, David, Joe, perfino Shawn. «Cosa significa?» Caleb non sapeva dire se fosse curioso o arrabbiato, ma si decise a chiedere lo stesso. Il cipiglio incazzato di Jude, scomparve: «È questa, la merda che mi sono messa in testa. Cancellare tutti questi stupidi commenti sulla mia famiglia da parte di questo paese del cazzo. C'è un titolo, uno dei meno recenti, del 14 marzo.» Caleb lo vide massaggiarsi la fronte stancamente, poi iniziò a frugare tra i giornali e lo vide: Celia Reeds perde la vita in un incidente, lo stato dichiara innocente il colpevole. «Celia...» «Una sparatoria. L'uomo era un malato di mente venuto in possesso di un arma. Ma, guarda caso, ha colpito solo lei.» Caleb si sarebbe aspettato che piangesse, ma Jude era impassibile, anche se guardava fuori con tristezza. «Ma allora perché la città è così? » «Le rivolte, i colpi di stato... Le ho soffocate tutte nel modo più pacifico possibile, ma non è servito. Anche Joe crede che io sia impazzito, non voglio dirgli che era il mio scopo tutto questo e se la prenderebbe con me per non averglielo detto prima.» Caleb trattenne il fiato: allora perché al posto del suo migliore amico lo aveva detto a lui? Jude gli lesse nel pensiero e sorrise stancamente: «Perché io ti amo ancora, coglione.»

Inazuma Eleven ~One Sh(i)t~ [In Revisione]Where stories live. Discover now