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Otp

"In aereo non prende"

«Mamma! Sono a casa!» Mark si chiuse la porta alle spalle, si tolse le scarpe e salì di corsa le scale. «Mark, vieni a mangiare!» «Arrivo!» Mark entrò in camera e si fiondò alla scrivania, aprendo il portatile. Un messaggio:

Nathan_swiift: Sei uscito da scuola?

Evansmarkthereal: Sono arrivato ora

Mark attese qualche secondo, prima che l'altro rispondesse.

Nathan_swiift: Quindi hai finito anche tu, eh? ;)

Evansmarkthereal: Eh, sì. E domani parto per le vacanze *-*

Nathan_swiift: Domani?

Nathan_swiift: E quando torni a casa?

Evansmarkthereal: Non so proprio, perché?

Non ricevendo risposta, Mark si accigliò, ma non scrisse nulla e chiuse il portatile, scendendo in cucina per il pranzo.

Per tutto il pranzo, Mark non fece che pensare a Nathan. Si ritrovò a pensare a tre mesi prima, quando Nathan gli aveva mandato un messaggio per sbaglio, e da lì avevano iniziato a scriversi ogni giorno, prima e dopo i compiti. Con il tempo aveva scoperto che abitava in America, anche se viveva a Tokyo fino a pochi anni prima, aveva una sorella di un anno più piccola e, come lui, giocava a calcio. Nella foto profilo si vedeva solo una ragazza dai lunghi capelli castani che abbracciava un tipo di spalle dalla coda di cavallo blu. Mark sapeva che si trattava di Nathan solo perché glielo aveva detto lui stesso, altrimenti avrebbe dato per scontato si trattasse di una ragazza. Mark sorrise al pensiero di quando lo aveva confidato al turchese:

Nathan_swiift: Anche i miei mi confondono spesso con mia sorella ma, cavolo, mi sono colorato i capelli per un motivo!

«Mark, ti senti bene?» Mark alzò lo sguardo sul piatto ancora pieno e fece una smorfia con la bocca. «Mamma, quando torniamo dall'Inghilterra?» La signora Evans, una donna bassa e dal viso dolce decisamente brava in cucina, gli sorrise dolcemente ingoiando un po' di riso: «Torneremo prima del rientro a scuola, Mark. Come mai? Volevi rimanere qui per gli allenamenti?» Mark decise che gli allenamenti erano un ottima scusa e si inventò sul momento che sperava di mantenere l'allenamento con il copertone. La signora Evans rispose che ne avrebbe parlato con il marito e Mark si dileguò con la scusa di andare, appunto, ad allenarsi. Salendo a cambiarsi, Mark controllò i messaggi, ma Nathan non aveva ancora risposto. Con il cuore sempre più pesante, Mark afferrò il pallone ed uscì di casa: «Torno per cena!»

«Mano di Luc- AAAHH!» Il copertone lo scaraventò lontano dall'albero, di nuovo. Rialzandosi, Mark rischiò di sbattere contro la grata della torre. «Accidenti!» commentò, alzandosi a fatica. Era già un po' che aveva affinato la tecnica della Mano di Luce, ma quel giorno proprio non era lì con la testa. Mark si avvicinò di nuovo al copertone e lo spinse con forza. Quando tornò indietro, cercò di fermarlo con tutte le sue forze, ma fallì di nuovo. Mark non si chiese neppure perché non riuscisse a fermalo, già lo sapeva. Non aveva sentito Nathan per tutto il pomeriggio, e ciò lo riempiva di tristezza. Di solito, quando era triste, il calcio riusciva a risollevargli il morale, ma non questa volta. Non c'erano mai stati momenti di silenzio tra loro, tant'è che quando andavano agli allenamenti avvertivano sempre tre volte, perché l'altro non si preoccupasse. Ma non quella volta. Mark si rialzò di nuovo e lanciò il copertone, voltandosi lievemente verso destra e notando di sfuggita una chioma turchese. «Nath-» CRASH, il copertone lo colpì in pieno, spedendolo contro la torre.

«Ha esagerato di nuovo!» Mark sbatté le palpebre e si alzò a sedere, sbattendo il cranio contro quello di Axel. «Ahi!» Axel si massaggiò la fronte e si voltò verso Jude, dolorante: «E' vivo» «Capitano, tutto bene?» Mark regalò a Shawn uno dei suoi sorrisi migliori e si alzò in piedi, ignorando il mal di testa: «Scusate ragazzi, oggi sono un po' distratto» «Lo abbiamo notato, sei rimasto svenuto per dieci minuti, o così ci ha detto quel tipo» Una lampadina si accede nel cervello di Mark, formulando mille ipotesi diverse: «Quel tipo?» «Si, un ragazzo con i capelli blu. Era qui con te quando siamo arrivati e subito ci ha chiesto di chiamare un dottore » cominciò Jude, ancora con le braccia incrociate ed il viso impassibile. «Lo abbiamo tranquillizzato e lui ci ha chiesto dove abitavi, dicendo ci che ti conosceva.» continuò Shawn, ma Mark non lo lasciò finire ed afferrò cartella e pallone (barcollando un po' nel rialzarsi) prima salutarli di sfuggita e correre a casa «Ci vediamo!» «Mark, casa tua è di là! » Mark tornò indietro, sorridendo sornione, poi si grattò la nuca e ripartì «Grazie Axel!»

Mark arrivò davanti a casa di corsa, ma quando entrò non c'era nessuno. Pieno di angoscia, sospirò e salì le scale lentamente. Il computer in camera sua era acceso e Mark notò diversi messaggi non letti.

Nathan_swiift: Stai meglio?

Nathan_swiift: Scusa se non ho risposto, doveva essere una sorpresa

Nathan_swiift: Purtroppo sei andato K.O. prima che riuscissi a parlarti, ahah

Nathan_swiift: Non volevo dirtelo per farti una sorpresa, ma quest'estate sarei rimasto a Tokyo tutto il tempo

Nathan_swiift: Ma tu parti domani, giusto?

Mark si sedette alla scrivania, improvvisamente positivo e felice, poi scrisse velocemente.

Evansmarkthereal: I miei ci stanno pensando

Nathan_swiift: Allora sei vivo!

Nathan_swiift: E sei anche sordo

Solo quando lesse il messaggio, Mark si accorse del suono costante che proveniva dalla finestra. Un sasso. E poi un altro. Ed un altro ancora. Mark corse alla finestra e, affacciandosi, lo vide: Nathan, vestito con felpa arancione e Jeans, se ne stava in piedi sotto di lui, i tratti del viso sporti verso l'altro e degli splendidi occhi arancioni aperti e pieni d'euforia. «Scusa» gridò il ragazzo, alzando le spalle. Mark non aveva mai visto né sentito nulla di così bello. «Doveva essere una sorpresa... volevo venire domani ma...» Mark richiuse la finestra e scese le scale di corsa. Aprì la porta e corse addosso a Nathan, abbracciandolo forte e cadendo sul cemento. «Mi sono preso un colpo, Mark.» «Anche io. Non troncare mai più una conversazione così! » Nathan lo abbracciò a sua volta, Mark respirò il suo profumo, scoprendo che sarebbe stato per sempre il suo preferito. «Beh, in aereo non prende granché. »

Revisionato

Inazuma Eleven ~One Sh(i)t~ [In Revisione]Where stories live. Discover now