-Ei-

1.5K 120 3
                                    

Lo seguo mentre usciamo dalla sala e ho un chiodo fisso in testa: cosa vuole ora da me?

Non parla ne sembra aver voglia di aspettarmi, non controlla nemmeno se lo seguo, continua solo a camminare, e credo che abbiamo in mente un posto preciso dove vuole parlare. Cammina e va verso la saletta dove Andrew mi aveva intrappolata prima del casino, tentenno.

-George?- chiedo con fare titubante, non mi piace quella saletta anzi la odio non voglio tornare li dentro.

Non risponde ma continua a camminare senza cambiare la sua rotta.

-George!- ripeto più forte.

Si blocca e si gira verso di me sbuffando.

-Senti non ti voglio parlare io non mi interessa nulla di te da quando ho scoperto che sei come le altre sgualdrinelle che vanno con loro per popolarità sinceramente non mi interessa nulla di quello che fai, ti sei guadagnata la popolarità bene brava, hai perso un amico e tutta la stima che provavo nei tuoi confronti. Ora ascoltami bene, mi hanno chiesto un favore e l'ho fatto dovevo solo portarti fuori da quella sala da pranzo e portarti in questa stanza, per favore, entra e non fare storie-.

Non so cosa rispondere o meglio, non so per cosa sentirmi indignata e offesa: ha perso la stima che aveva di me, pensa che io sia una sgualdrina e che vado con tutti solo per popolarità... Ma come si permette io, io... Io non trovo nemmeno le parole per replicare sono furiosa con lui non sono una sgualdrina e non sono ancora andata con nessuno ne per popolarità ne per nient'altro, ma che diamine io sono una ragazza con la testa a posto mica una troietta da due soldi in cerca di visibilità.

Faccio per aprire la bocca per replicare perché non sopporto quello che ha appena detto, ma lui mi blocca immediatamente.

-Non dire nulla non mi interessa, il mio compito finisce qui devo solo accompagnarti alla porta e assicurarmi che tu entri, poi tra me e te non ci saranno altri contatti. Fine della storia-. Non ci credo che l'ha detto davvero, vuole troncare la nostra amicizia per quello che pensa? E in più non posso nemmeno credere che pensi davvero quelle cose sul mio conto, ma che scherziamo?

Sto per replicare ma George mi fa un ultimo cenno con la mano come a salutarmi, si volta e se ne va. Lasciandomi li da sola davanti alla porta di quella maledetta stanzetta. Non voglio entrarci, ma la curiosità è tanta...

Che faccio?

I miei occhi sembrano attratti da quella porta e il desiderio di scoprire chi ha mandato George per portarmi qui è sempre più forte. Nonostante tutto però c'è qualcosa che mi blocca.

Rifletto ancora per qualche secondo, poi mi decido.

Abbasso la maniglia ed entro. Sembra non esserci dentro nessuno perché il silenzio e il semibuio regnano.

-Ei- ovviamente mi sbagliavo, dentro c'era qualcuno nonostante il silenzio. Nel semibuio non riesco bene a riconoscere quella sagoma che sta di fronte a me, ma la voce, quella è impossibile da non riconoscere. Basta sentire quella voce profonda pronunciare un monosillabo e immediatamente, potrei essere anche in mezzo ad un bosco buio fitto, ma nella mia testa appare la sua immagine, i suoi scuri capelli, il suo fantastico sorriso, quei suoi occhi.

E mi perdo nel sapere che l'ultima volta che siamo stati soli nella stessa stanza tra noi è successo quel qualcosa che al solo ricordo, riesce a farmi mancare un battito.

-Ei- rispondo io. Ormai "Ei" sembra essere diventato il nostro saluto personale, anche in ospedale mi aveva salutato con quel semplice monosillabo e io lo avevo ricambiato.

Sento i suoi passi nel buio avvicinarsi a me. L'ultima volta che sono stata in questa stanza quando mi si era avvicinato avevo avuto solo voglia di scappare invece ora, qualcosa mi diceva che averlo accanto era la cosa migliore, qualcosa mi faceva sentire protetta soltanto avendolo nella stessa stanza.

Distrazione di un angeloWhere stories live. Discover now