Mamma che imbarazzo!

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Non sapevo cosa fare, ero in imbarazzo,con gli occhi di tutti puntati addosso. Anche quelli degli snob.

L'unico lato positivo era che dalla posizione in cui ero, difronte a tutti, potevo vedere i volti di tutti quei ragazzi che sarebbero stati i miei compagni di campeggio e college. Da li vedevo anche il gruppo isolato dei popolari. Li stavo guardando uno ad uno... I ragazzi erano uno più bello dell'altro e capivo tutte le cotte prese dalle ragazze ai loro occhi invisibili, e poi le loro ragazze quelle che avevano popolarità solo perché erano le loro ragazze fisse, be loro erano belle...da far schifo.
Altro che io.
Io avevo solo un bel fisico e delle belle forme era vero l'unica cosa positiva che mi riconoscevo l'unica cosa che il mio angelo mi aveva dato di bello alla mia nascita. Tutto il resto di me non mi piaceva soprattuto la faccia. Mi sembrava che rovinasse quel poco di bel corpo che avevo.
Purtroppo poi oltre già a essere stata penalizzata da madre natura, io non mi valorizzavo per niente. Vestita sempre con una grossa felpona larga che mi copriva, non so il perché ma ero affezionata alle mie felpe dentro di loro mi sentivo protetta da tutto. Inoltre Alexa diceva sempre che ero bella anche di viso al contrario di quello che dicevo io e che se mi fossi iniziata a metter un filo di trucco leggero sarei stata sicuramente una ragazza molto bella, fine ed elegante senza un minimo di volgarità. Proprio come le ragazze che vedevamo insieme al gruppo dei più popolari quando stavo a Seattle.
Belle senza volgarità.
La definizione 'bella' mi piaceva, ma sentirmelo dire e poi non ritrovarlo nello specchio che vedevo io non migliorava affatto la situazione. Io non mi sentivo e non mi sento bella e odio quando gli altri me lo dicono perché vedendomi allo specchio penso che me lo dicano per farmi contenta e non perché lo sono veramente.

-Prego signorina Logan può salire sull'autobus speriamo si trovi bene in campeggio e anche al nostro college.- mi disse la preside

-La ringrazio- dissi e stavo per salire sul secondo autobus che era appena arrivato quando Rachel annunciò il nome di un ragazzo.

Mi fermai e aspettai per vedere chi era perché non avevo sentito bene il nome pronunciato dalla preside ed ero curiosa perché sarebbe stato il primo compagno che vedevo una volta salita sull'autobus n.2 ancora vuoto.
Ero pronta a salire ma la curiosità mi tratteneva giù. Nessuno si mosse. Dopo alcune ripetizioni del nome la preside si avvicinò al gruppetto degli snob e chiese qualcosa ad un ragazzo sicuramente un amico del ritardatario. Credo che Rachel gli chiese dove fosse e se avesse notizie, perché vidi quel ragazzo prendere il telefono e cominciare una serie di telefonate. Finalmente vidi il ragazzo iniziare a parlare al telefono, segno di risposta dall'altra parte.

Non sentendo comunque nulla di ciò che stava accadendo, salii sull'autobus. Mi accomodai al secondo piano perché il piano sotto era per la preside e i professori. Ero in un posto piuttosto in avanti anche se prima del finestrino avevo davanti alcune file di posti.

Mi accomodai vicino al finestrino, amavo guardare fuori mentre tutto mi sfrecciava con velocità, non so esattamente cosa mi affascini del guardare fuori da un finestrino di un veicolo in moto. So che quando lo faccio perdo completamente il filo di qualsiasi discorso è come se staccassi la spina dal mondo e mi disconnettessi rimanendo sola coi miei pensieri.

Vidi dal finestrino la preside che continuò poi con il resto dell'appello, solito rito degli sfigati solito riti degli ultimi rimasti del gruppo snob.

Quando anche il secondo autobus fu pieno, salirono anche i professori diedero alcune inidicazioni all'autista e poi ci avvisarono di un piccolo ritardo della partenza perché dovevamo aspettare il ritardatario che aveva detto essere dietro l'angolo ma di cui ancora non si vedeva traccia.

Di fianco a me non si era ancora seduto nessuno ma dentro di me speravo che il pullman fosse ancora semideserto così da far accomodare il signorino "troppo popolare per essere puntuale", vicino ai suoi amici popolari e non vicino a me. Non avevo intenzione di fare tutto il viaggio con uno snob accanto.

Distrazione di un angeloWhere stories live. Discover now