..eppure, fa male..

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-Ma ci deve essere un errore, non posso mancare solo io- ero senza parole senza fiato non riuscivo a capacitarmi di una cosa del genere

-io sto aspettando George, lui è andato in bagno e..-

-Signorina Logan mi dispiace ma George è già a bordo dell'autobus come tutti, nessun errore manca solo lei- mi interruppe la preside.

-Allora che ne dice di salire dai suoi compagni signorina?- la preside mi stava fissando impaziente e con le mai protese verso l'autobus a indicarmi di salire.

Deglutii poi rimasi in silenzio. Cominciai a camminare senza aver detto nulla solo uno sguardo inespressivo rivolto alla preside poi avevo incominciato a camminare.

Superai la preside e a passo lento mi diressi verso l'autobus. Più mi avvicinavo più vedevo dal finestrino tutti ai loro posti. Molti di loro mi guardavano e forse alcuni di loro ridevano anche.

Avrei voluto solo sprofondare, scappare via da li, scappare da quella maledetta area sosta e non rivedere più nessuno nemmeno George. Avrei voluto non salire mai più su quel pullman.

Invece c'era qualcosa che mi spingeva ad andare avanti a non voler più dovermi sentire invisibile o la solita sfigata che i popolari si divertivano a prendere in giro. Non so bene cosa fosse quella forza che mi spingeva a non scappare ma a continuare a camminare.

Mi fermai solo un secondo quando mi ritrovai davanti alla porta dell'autobus. Mi separava solo quella e pochi scalini dal resto del gruppo in partenza per il campeggio. Feci un grosso respiro e mi preparai a cosa dovevo affrontare guardando i campi attorno all'area sosta, poi mi rigirai.. le parole di mia madre mi tornarono in mente, ora ero pronta!

Salii sull'autobus e stavo salendo quei gradini per andare al piano dei ragazzi e poi al mio posto. Ero pronta è vero e le parole di mia madre mi caricavano ancora di più era vero infondo solo io sapevo quello che stavo facendo realmente ovvero aspettare George, per gli altri ero semplicemente assopita nei miei pensieri e non mi ero accorta che i dieci minuti erano scaduti e non ero salita come tutti loro.

Ok non facevo una grande figura se la mettiamo così ma ero io a decidere come mi vedevano gli altri no!? Ero io a decidere se essere vista come ragazza invisibile o no, e stavolta non volevo essere invisibile come sempre lo ero già stata per troppo tempo.

Ultimo gradino. Poi l'inferno sarebbe cominciato. E magari quell'inferno sarei riuscita a trasformarlo nel paradiso. In fondo anche Andrew quella mattina era arrivato in ritardo alla partenza e nessuno lo aveva giudicato.

Ero salita. Dopo un rapido sguardo a tutto il pullman che andava dal fondo dove c'erano i più popolari a davanti, parte dei più invisibili, il caso mi fece riflettere anche sul mio posto, mi ero messa qualche fila dietro alle prime file, quindi io ero piuttosto al centro dell'autobus.

Stava a me decidere di prendere in mano la situazione e decidere se davanti o dietro. Se popolare o invisibile.

Andai verso il mio posto, alle mie spalle sentivo già qualche commento seguito da delle risate, ma non capivo cosa dicessero. Decisi di non farci caso, il pullman non era il posto per mettersi in mostra e decidere da che parte stare.

Eccolo era li con quella sua faccia che poco prima mi faceva ridere. Ora l'avrei preso a schiaffi. Era li con gli occhi imploranti come a chiedermi scusa attraverso quelli.

Si alzò e mi fece sedere al mio posto vicino al finestrino poi si risedette accanto a me. Non lo guardai, sentivo i suoi occhi addosso ma non avevo intenzione di incrociare il mio sguardo con loro.

Tenevo lo sguardo fisso fuori dal finestrino come se nulla fosse e cercavo di non pensare ai commentini e alle risate che sentivo in giro. Non capivo cosa veniva detto prima delle risate ma non mi interessava nemmeno, sapevo che sarebbero durate solo fino all'arrivo in montagna, poi avrei trovato un modo per cambiare ciò che pensavano...e c'è l'avrei fatta!

Distrazione di un angeloWhere stories live. Discover now