e nessuno dei due osava distogliere lo sguardo.

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-Signorina vedo che si è ripresa. Come si sente ora?- mi voltai e vidi una signora, probabilmente un infermiera, che mi stava parlando mentre si metteva dei guanti. Mi ero distratta solo per qualche secondo dall'uscita di Andrew e già qualcun'altro si era intrufolato nella mia camera d'ospedale.

-Prima appena ho aperto gli occhi mi sentivo ancora un senso di inerzia alle gambe soprattutto. Cioè non proprio inerzia era come se il mio corpo avesse bisogno di far circolare il sangue e di cambiare posizione, come se si fosse addormentato tutto e avesse bisogno di essere risvegliato- dissi cercando di spiegarmi al meglio, avevo già un ago nel braccio e non ne volevo altri, spiegarmi male e farsene aggiungere un altro era l'unica cosa che non volevo.

-Be è tutto piuttosto normale sei stata nella stessa posizione a quanto dicono per circa sei ore, dovresti trovare il coraggio di fare due passi qua, magari per il corridoio, così da far riprendere la circolazione al meglio. Ovviamente non sola qua fuori c'è quel tuo amico, ecco dovresti farti accompagnare da lui in caso avessi qualche cedimento sarebbe il caso che ti prendesse subito per evitare altri danni- mi disse l'infermiera. Era così dolce mentre mi dava i consigli si comportava proprio come una mamma preoccupata. Era molto simpatica e mi considerai molto fortunata ad avere un infermiera che si prendesse cura di me in modo dolce non come certe altre.

-Va bene farò due passi qua in corridoio-

-Perfetto- mi fece un grosso sorriso poi si avvicinò alla macchina che doveva segnare la mia frequenza cardiaca dall'altra parte del letto. Schiacciò qualche pulsante e le scritte sul piccolo schermo della macchina, cambiarono

-Ok allora i tuoi valori sono tutti perfettamente tornati al loro posto. Tu sembri essere uscita dalla crisi per cui facciamo finire la flebo per tranquillizzarti del tutto, ti teniamo qui per un'altra oretta solo di controllo poi puoi andare, mi raccomando evita situazioni di stress o agitazione, stati d'ansia di qualsiasi tipo e gli spazi piccoli- mi disse e mi venne voglia di rispondere *si mamma* per sorridere un po ma non lo feci in fondo era carina e stava facendo solo il suo lavoro.

-Va bene, grazie mille!- dissi sfoderando un favoloso sorriso che venne ampiamente ricambiato.

-Allora questa non serve più- mi disse riferendosi alla macchina per la frequenza, così staccò la spina della corrente e con molta cautela me la tolse di dosso. Ero sollevata una in meno. Diedi uno sguardo rapido al liquido dentro alla flebo, non ne mancava molto. Ora andava decisamente meglio significava che mancava poco al momento in cui me l'avrebbero levata.

-Questa la porto via io, ti chiamo il tuo amico così fai due passi- disse poi si girò e uscì.

Si vedeva che non sapeva nulla di noi. Io e Andrew non eravamo amici. Cioè lui a quanto avevo capito mi voleva solo portare a letto, erano già due le volte in cui me l'aveva proposto. L'ultima tra l'altro era ancora più schifosa di quella di prima, avevo due macchine attaccate a me, in un letto d'ospedale e dopo una crisi, meglio non pensarci. Mi preparai psicologicamente al fatto che stava arrivando lui.

Non volevo non ne avevo voglia. Avrei dovuto passare altro tempo con quel coglione e magari ricevere anche un'altra proposta delle sue. Poi però ci pensavo al fatto di vederlo e il pensiero di lui quando dormiva accanto al mio letto così bello e così tranquillo prendeva il sopravvento, era davvero bellissimo. Quando non apriva bocca poi era ancora meglio.

Ora ero combattuta tra i miei stessi pensieri. Meglio che venisse così potevo ammirarlo o sperare che avesse qualcosa da fare da non poter venire così da non poter fare battute ne avere comportamenti da emerito coglione.

-Ei ci risiamo!- i miei pensieri furono interrotti e, prima che potessi decidere in cosa sperare, l'infermiera aveva già deciso per me.

Eccolo li sulla porta, con quei fantastici occhi, dei dolci lineamenti e delle sottili rughe risultato forse di una forte preoccupazione, forse per me.

Distrazione di un angeloWhere stories live. Discover now