Oh cazzo!

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Matt's POV:
Appena entrato in camera lasciai la valigia sul pavimento e andai sul balconcino della stanza. Volevo vedere come se la cavava anche sta volta, io avevo cercato di convincere quel coglione a non farsi nessuna ragazza almeno per il primo giorno del campeggio, ma come al solito non mi aveva dato retta. Era più forte di lui quando aveva voglia di farlo ne prendeva una tra le più sfigatelle e se la faceva. Non gli importava come e quando, lui se la faceva. Le più sfigatelle poi che sognavano quel momento da tutta la vita be non si tiravano certo indietro e lui ne era più che felice, dopo una volta poi non se le filava più, al massimo solo per farsi un'altro giro.

Mi affacciai, vidi tutto il gruppo delle ragazze che mancavano ancora la e sentì chiaramente il nome che pronunciò la preside subito dopo che mi ero affacciato. Chloe Logan. Dovrebbe essere la nuova non l'ho mai vista qui. Chloe. Gran bel nome ee... be anche gran bella ragazza, se solo mettesse dei bei leggins così da far vedere quel bel culetto che si ritrova e una canotta scollata e un po' attillata così risaltare le sue forme sarebbe ancora meglio.

La vidi che prese la sua valigia e si diresse verso la preside, da qui avevo proprio una bella vista sulle ragazze.
Mentre camminava sembrava vergognarsi di essere li e di doversi mettere li davanti a tutte aspettando le compagne. Stava camminando ed era quasi arrivata all'entrata mancavano pochi metri e qualche gradino, ma forse perché si sentì i miei occhi non lo so vidi il suo sguardo alzarsi, finché non arrivò alla mia finestra.

Il suo sguardo incontrò il mio, era uno sguardo travolgente, timido ma allo stesso tempo estroverso che nascondeva la voglia di imparare a sorridere, sorridere per davvero perché sei fiero di quello che sei. Be sarà stata una mia impressione ma lei non lo era, almeno non abbastanza.

Dopo quel breve incrocio di sguardi, il suo sguardo tornò dritto avanti lei. Era arrivata. Era li davanti a tutti, assieme a Maya, una di quelle che mi ero fatto due o tre volte durante l'anno scolastico al college. Era brava a farlo, aveva una faccia da santarellina e nessuno avrebbe mai scommesso niente su di lei ma poi quando si levava i vestiti era veramente brava.

Mi ero distratto nei miei pensieri su quella ragazzina e mi ero appena perso chi era che aveva chiamato la preside..

Posai lo sguardo sul gruppo delle ragazze sperando di riconoscere la ragazza che sarebbe andata in camera con Maya e quella Chloe, visto che non l'avevo capito prima.

Girai un po' con gli occhi tra tutte quelle ragazze che ancora aspettavano, nessuno si mosse. Ecco che la preside allora ripeté il nome un po' spazientita, aveva una pazienza molto ristretta soprattutto quando richiedeva ai suoi alunni l'attenzione.

-Eleonor Smith- sentì pronunciare dalla preside.

A quel nome mi venne da mettermi le mani nei capelli. Era lei la rossa che Andrew si era portato sul pullman per mettere a tacere la sua voglia da primo giorno, con la scusa di essere tornato a prendere qualcosa che aveva dimenticato. Ero stato proprio io a riferire questo alla preside quando mi aveva chiamato per la stanza, glielo avevo detto appena arrivato prima che lo chiamasse per metterlo in camera con me, interrompendo la sua 'seduta' con la rossa. La preside ovviamente conoscendo il tipo di cui parlavamo, un coglione sempre con la testa da un'altra parte, non aveva fatto molte domande e non si era preoccupata di controllare.

Guardai la preside e credo che sul mio volto fosse stampata un'espressione piena di preoccupazione. Nemmeno sei ore dalla partenza e già era nei pasticci quel coglione! E povero scemo anche io che lo coprivo sempre, ma che ci potevo fare in fondo anche io ero come lui, mi piacevano le ragazze tanto quanto a lui, su questo non potevo giudicarlo.

Se pur ero affacciato ad un balconcino del secondo piano, negli occhi e nel viso della preside era chiaramente leggibile un senso di impazienza e di preoccupazione. Continuava a scambiarsi occhiate con il professore accanto a lei, che la aiutava dando agli studenti la chiave della loro stanza e ritirando i telefonini di noi studenti. Anche lui aveva sul volto un'espressione un po' intontita, come se non sapesse spiegarsi come fosse possibile questa scomparsa di una alunna.

Distrazione di un angeloWhere stories live. Discover now