Capitolo 47. Buio

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Era notte fonda, ero coricata sul letto a guardare dalla finestra le stelle. Jason stava profondamente dormendo, pensai alle parole che mi aveva detto; Emily era in pericolo e dovevamo scappare da questa casa. Non posso andare via proprio quando la polizia è vicina al trovarmi, ma Emily era più importante di qualsiasi cosa. Ho sempre odiato Jason dal momento in cui mi ha rapito, purtroppo è l'unico che mi salva sempre quando sono in pericolo, non potevo fidarmi di nessuno, quando pensavo di aver trovato un amico "Dylan" alla fine voleva solo uccidermi. Chissà Cameron cosa starà facendo...
Lentamente i miei occhi diventarono pesanti e mi addormentai.
"Charlotte" sentii sussurrare, aprii gli occhi, era ancora tutto buio. Mi girai e vidi Jason.
"Jason dimmi" risposi addormentata.
"dobbiamo partire, ho già preparato tutto" disse accarezzandomi la guancia.
Controvoglia mi alzai e andai a prendere Emily.
"dove andremo?" balbettai
"in Canada, Michael mi ha aiutato a trovare un posto dove stare" disse prendendo le cose.
Jason disattivò l'allarme di sicurezza per portare i bagagli in macchina. Presa dall'istinto, abbracciai forte Emily e corsi fuori ed iniziai a correre più velocemente che potevo.
Sentii Jason urlare e rincorrermi.
Non avevo idea di dove stessi andando, quando arrivai davanti un strada isolata, mi nascosi dietro dei cespugli Emily quando sentì l'urlo Jason, iniziò quasi a  piangere, le misi una mano davanti la bocca e cercai di calmarla.Quando mi accorsi che Jason ci aveva notato, mi alzai di fretta e corsi via.
Stavo per cadere, mi preparai all'impatto e strinsi forte Emily ma questo non accadde. Jason mi sostenne e prese Emily nelle sue braccia. 
"Sei pazza! avresti potuto far cadere nostra figlia!" mi urlò contro con gli occhi neri come la pece per la rabbia, gli diedi un forte schiaffo sulla guancia e scappai via correndo. Non so da dove fosse uscito tutta questa adrenalina in me, ero stufa di tutto. Mentre correvo arrivai in mezzo alla strada non feci neanche in tempo a girarmi che mi trovai addosso un auto.

Due giorni dopo

Lentamente aprii i miei occhi e mi guardai attorno...ma dove sono? Vidi entrare un'infermiera e capii di essere in un'ospedale...
"buon risveglio Signorina Smith" mi disse l'infermiera.
"perché sono qui?" chiesi confusa.
"una macchina l'ha investita, per fortuna non ha contusioni gravi" rispose l'infermiera controllando la mia cartella.
"dove sono i miei genitori?" chiesi.
"signorina lei è qui con il suo ragazzo" disse la dottoressa stranita.
"come?" dissi quasi urlando. Ma cosa diavolo stava dicendo questa infermiera, sono Charlotte Smith ho diciassette anni e sono single!
"penso sia il caso di chiamare il dottore" disse l'infermiera.
Poco dopo vidi entrare un dottore.
"sono il dottor Sloan, piacere di conoscerla Signorina Smith, credo che lei abbia un Amnesia Globale Transitoria cioè la perdita temporanea della memoria, lentamente la memoria tornerà, vorrei fare una tac per verificare meglio la soluzione, prima mi consulteró con il suo fidanzato" disse il dottore. Io rimasi scioccata, ma cosa diavolo stava succedendo, io quel momento speravo solo di svegliarmi.
"chi diavolo è il mio fidanzato?" chiesi spazientita.
"lo facciamo entrare adesso" disse l'infermiera vicino al dottore.
Entrò un ragazzo alto, capelli castano scuro e occhi color azzurri, con sé portava in braccio una bambina... Ma chi diavolo è?
Quando fissai i suoi occhi, provai un senso di paura e ansia.
"come sta?" chiese avvicinandosi al dottore.
"beh signore, la sua ragazza soffre di perdita della memoria temporanea, se lei me lo permette potrei fare una tac" rispose Dottore.
Il ragazzo mi guardò attentamente.
"chi è quella bambina?" chiesi curiosa.
"è nostra figlia" rispose senza emozioni il ragazzo.
Stranulai gli occhi, da quando avrei una figlia, è impossibile.
"non è vero! Io non ho idea di chi tu sia! Vattene dalla mia vita sparisci" urlai con le lacrime agli occhi.
"signore, dovrebbe essere più paziente con la povera ragazza" disse l'infermiera.
Non so perché ma ero certa che quel ragazzo non prometteva niente di buono.
Il ragazzo si scusò e uscì fuori dalla stanza.

Una settimana dopo

Jason stava sempre con me.
La bambina si chiama Emily ed è nostra figlia,  ha detto che ho sempre avuto il sogno di avere figli ed io e lui eravamo molto felici. Un po' provavo pena per lui, sapere che la persona di cui sei innamorato non si ricorda di te deve essere davvero brutto, però non riuscivo a fidarmi del tutto di lui. Oggi sarei andata via dall'ospedale, il dottor Sloan diceva che avrei recuperato la memoria nel giro di pochi mesi, c'erano buone probabilità.
"sei pronta amore?" chiese Jason entrando in camera.
"si, dove andremo?" gli chiesi.
"andremo in Canada" mi rispose sorridendomi.
Canada..
"tua mamma vive lì giusto?" chiesi, non so come ma sapevo di aver ragione.
"si, come fai a saperlo amore?" chiese lui stranito.
"non lo so, ho solo pensato che fosse così" dissi insicura.
Lui si avvicinò a me e mi baciò.

Ore dopo

Eravamo appena scesi dall'auto dopo aver preso l'aereo.
"Jason dove andremo a dormire?" gli chiesi tenendo la piccola bambina in braccio.
"a casa di un mio amico, Michael" mi informò prendendomi la mano.
Arrivammo davanti una casa e lui suonò al campanello.
"amico!" esclamò un ragazzo aprendo la porta.
"ehiii Michael" esclamò Jason felice.
"Charlotte, meno arrabbiata oggi?" chiese il ragazzo, io corrugai la fronte. Jason lo guardò e gli sussurrò qualcosa nell'orecchio che fece spalancare gli occhi a Michael.
"questo è un punto a favore per te" disse Michael.
Io guardai entrambi stranita.
"bene allora andiamo a dormire è tardi ed io ho sonno" disse Michael sbadigliando.
Misi Emily nella piccola culla.
Io e Jason andammo di sopra, appena entrammo in stanza mi buttai sopra il letto a peso morto.
Jason rise e si coricò a fianco a me.
Mi girai e lo fissai, c'era qualcosa in lui che non andava... Aveva uno sguardo strano, quando mi guardava i suoi occhi si illuminavano; non so sembrava quasi ossessionato da me, ovviamente erano pensieri sciocchi.
All'improvviso mi baciò, ricambiai. Sembrava quasi affamato di me.
"ti amo Charlotte" disse lui tra un bacio e l'altro.
"anch'io Jason" risposi, non sapevo se la me lucida avrebbe detto così, spero di non aver sbagliato.
I suoi occhi si illuminarono, sorrise ampiamente e mi abbracciò.
Chissà se le mie teorie... Sono giuste, spero di no...

Ecco a voi il capitolo 47!
Spero vi sia piaciuto

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