capitolo 3. Amore Malato (Aggiornato)

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Dopo poco tempo, l'umore di Jason cambiò.

Arrivammo davanti una casa a me sconosciuta, dopo qualche ora di viaggio in auto. Jason si girò e mi guardò seriamente.

"scendi" disse con arroganza.

Scesi dalla macchina, quando sentii la sicura venir tolta. A sua volta, scese il pazzo che mi aveva portata via e con la mano, mi prese il polso, con tanta forza, l'intenzione era di farmi male sicuramente.

Sibilai dal dolore
"Stai zitta" esclamò infastidito.

Tutto ciò che riuscivo a pensare, è che fosse strano.

"Ti sei comportata davvero male prima" disse stringendomi ancora di più il polso.
Immaginai i segni che mi sarebbero rimasti.

"scusa" gli dissi, per farlo calmare.

"quando entreremo in casa, ti elencherò delle regole" disse Jason aprendo la porta, avvicinandomi a lui, per evitare qualsiasi mia azione improvvisa.
Subito dopo, chiuse la porta a chiave.
Erano presenti varie serrature.

Rimasi poco più avanti la porta, osservai ciò che mi circondava. La casa aveva una stile abbastanza classico, con delle pareti chiare.

Jason notando che non mi fossi  mossa dal punto in cui mi aveva lasciata, mi prese il polso e mi trascinò al piano di sopra.

Riluttante dai suoi modi, cercai di non maledirlo ad alta voce.
Arrivammo in una camera da letto, suppongo la sua. Mi buttò sul letto, con poca gentilezza.

"Mi piacerebbe mettere in chiaro, che colui che prende decisioni, sono io. Mi ascolterai sempre e che tu lo voglia o meno, tu sei e sarai la mia ragazza. Questa é la nostra camera, dovrai abituarti a dormire con me. Ho sognato da molto tempo questo momento" disse sorridendo euforicamente.

Rimasi in silenzio ed indietreggiai fino ad arrivare al muro attaccato al letto, Jason si avvicinò al mio viso.

I nostri nasi si sfiorarono, non avevo intenzione di farmi baciare da lui, perciò, girai il viso. Notando le mie intenzioni, con una presa ferma, Jason, con una mano, girò il mio viso verso di lui.

Annullò la distanza tra noi e mi baciò, ovviamente, non ricambiai, gesto che lo irritò, facendo diventare il bacio più intenso.

Appoggiai le mani sul suo petto, per allontanarlo. Prima di allontanarsi, mi morse il labbro inferiore.
Si staccò con il fiato affannato ed appoggiò la fronte contro la mia.
Mi toccai il labbro notando del sangue sulle dita. Il ragazzo osservò le mie dita e le avvicinò lentamente al suo viso.
Ciò che fece dopo, mi fece paralizzare.

Mise le mie due dita, che erano entrate in contatto con il sangue e se le infilò in bocca, leccandole.

Lo guardai con gli occhi spalancati, tremanti allontanai le  mie dita dalla sua bocca.
Jason, dall'altro canto, era tranquillo e mi sorrise.

Sapevo che non fosse un sorriso normale, c'era qualcosa di controverso in esso.

"Passiamo alle regole tesoro, 1° regola: non opporti a me, 2° regola: il contatto fisico è concesso solo con me, 3° regola: non provare a scappare, 4° regola: non puoi ribattere e 5° ultima regola: non puoi uscire senza di me. Tutto chiaro?" chiese con tono serio con un pizzico di strafottenza.

" si" dissi insicura, per non contraddirlo.

"ne sono felice" disse, facendomi un sorriso.

"ehm Jason, quanti anni hai?" gli chiesi per pura curiosità.
Questo pazzo conosceva ogni cosa di me a quanto pare, perciò avevo diritto anche io, di sapere su di lui.

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