capitolo 4. Perché A Me? (Aggiornato)

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Era passata una settimana dal mio rapimento, il mio comportamento non cambiò a distanza di giorni. Non mi sarei mai adatta a quella vita.

Ignorai Jason la maggior parte del tempo.

Durante la mia "permanenza" conobbi vari amici di Jason, Mark, Michael e Ryan.

Alfredo veniva spesso a trovarlo, con lui riuscii ad aprirmi e mi svelò varie cose sul conto di Jason.
Era da alcuni anni che mi aveva presa sott'occhio e ne parlava spesso con i suoi amici.

Ciò che non riuscivo a capire era come nessuno di loro, volesse o potesse aiutarmi.

In quel momento mi trovavo sola in casa, avevo provato ad aprire tutte le porte e le finestre, ma, erano tutte bloccate.

Avrei tanto voluto ferire Jason per tutto quello che mi stava facendo.

Passai tutta la giornata a guardare la tv e girovagare per la casa. Jason mi aveva lasciato del cibo in frigo.

Arrivarono le otto di sera, sentii il rumore della serratura. Jason era tornato.

"sono tornato tesoro, hai mangiato? " domandò Jason, un sorriso. Felice di vedermi.

Annuii silenziosamente.

Si tolse le scarpe ed andò in cucina, iniziando a mangiare.

Poco dopo si accomdò sul divano, affianco a me.
Iniziò a passare tra i vari canali, all'improvviso sentii il notiziario parlare di me.

"scomparsa una ragazza di 17 anni di nome Charlotte Smith, tutti stanno cercando di ritrovarla. Ecco una sua foto, se l'avete vista, chiamate subito la polizia, é da una settimana che la cercano.
Per il momen-"

Jason spense la tv, con un'espressione infastidita.

" non ti troveranno"esclamò con tono freddo.

"io ti odio" sputai con rabbia incrociando le braccia.

"noi due ci apparteniamo, lo capisci!?" Urlò furioso Jason.

"sei uno schifoso, é da molti anni che mi perseguiti, vero?" ribattei, ridendo amaramente.

"e con ciò? Non vedo nulla di male, nell'ammirare ciò che amo" esclamò quasi confuso dalla mia domanda.

Mi alzai di scatto ed urla "sei pazzo!"

Jason si alzò velocemente e si mise davanti a me.

"ti amo molto, dovresti saperlo ormai" disse sospirando.

Lo guardai con disprezzo, mi prese per le spalle e mi guardò affascinato.

"sapevo che fossi bella, ma da così vicino, sei stupenda. I tuoi occhi azzurri come il ghiaccio, le tue labbra così morbide, quei lunghi capelli lisci e il tuo profumo" sussurò avvicinando il viso al mio collo.

Rimase qualche secondo il quella posizione, mentre io, rimasi parlazzata. Prima di allontarsi, mi diede un bacio sulla fronte.

"sono stanco, andiamo in camera" esclamò.

Senza dire nulla, lo seguii.

Andammo di sopra, ma, prima di entrare in camera, Jason mi bloccò, prendendomi per il braccio.

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