capitolo 16. Il risultato (Aggiornato)

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Erano passate due settimane da quella notte orribile ed avrei dovuto fare il test, ero molto angosciata.

Ad interrompermi dai miei pensieri fu Jason.

"Tesoro so che può sembrare orribile per te, ma è importante che tu faccia il test" disse facendo un piccolo sorriso.

"non voglio farlo" mormorai.

Jason aggrottò le sopracciglia e mi guardò confuso.

"Charlotte è importante che tu lo faccia, perciò adesso andrai a farlo" disse dandomi il test.

"Jason vaffanculo" dissi arrabbiata.

Jason non la prese bene, si avvicinò a me, mi prese il polso ed i nostri nasi si sfiorarono.

"Non dovresti parlare così con il tuo ragazzo" disse Jason a denti stretti.

Io non lo guardai negli occhi e cercai di divincolarmi dalla sua presa.

"Vai a provarlo Charlotte" disse, allontanandosi da me.

Andai in bagno, chiusi la porta e feci il test. Aspettai ansiosamente il risultato.

Nella mia mente c'erano solo l'angoscia e la paura.

Prima di guardare il test, chiusi gli occhi e sospirai.
Quando guardai il risultato sentii il mondo cadermi addosso.

Era positivo...

Non ci potevo credere era positivo, in quel momento odiai Jason più che mai, avrei voluto ucciderlo con le mie stesse mani.

Sentii bussare alla porta, con gli occhi lucidi negai a me stessa di piangere.

"amore, qual'è il risultato?" chiese Jason dall'altra parte della porta.

Aprii la porta e gli diedi il test.

Jason vide il test e venne verso di me, aveva un sorriso a trentadue denti e aveva un luccichio negli occhi.

"È un'emozione così strana" disse Jason felice
.
"io non volevo" esclamai infuriata.

Jason si avvicinò, ma indietreggiai fino ad arrivare al muro.
Mise una mano sulla mia pancia e mi guardò negli occhi.

"Ryan ha un amico che fa il medico, potrebbe visitarti ogni tanto" mi informò.

"non accetterò mai questo figlio con te" sputai con odio.

"Sarà bello, mia madre mi ha sempre detto che i bambini sono innocenti al mondo" rispose con felicità Jason.

"

non lo accetterò mai come mio figlio" dissi con tono monotono.

A Jason non piacque molto quello che dissi.

"devi accettare che sarà nostro figlio, non puoi dire queste cose" disse arrabbiato.

Lo allontanai con rabbia e vidi che lui si spostò facilmente.

Percepii il suo tocco diventare più delicato, era per il bambino.
Non voleva farmi del male, questo sarebbe stato un punto a mio favore.

"tratterò il bambino con amore, deve sentirsi amato non come è stato con me" disse seriamente Jason.

"cosa ti è successo?" chiesi guardandolo male.

"quando sono nato, mio padre non mi voleva perché era troppo giovane e mi picchiava sempre. Mi trattava come una merda e mia madre non poteva fare niente. Un giorno decise di lasciare mia madre. Prima di cambiare città venni a sapere che si era messo con un'altra  donna, infondo era capace solo di tradire mia madre" mormorò con voce rotta.

Iniziò a piangere come un bambino e mi abbracciò piangendo sulla mia spalla. Mi dispiaceva che abbia passato tutto queste cose.
Gli accarezzai la testa per consolarlo.

"sono così contento che tu sia con me" disse tra le lacrime.

"Jason ora è tutto finito" dissi asciugandogli le lacrime.

Scolse l'abbraccio e mi sorrise.

Chi avrebbe detto che la vittima avrebbe dovuto consolare il suo rapinatore?

Jason mi faceva molta pena, aveva bisogno d'aiuto, non di me.

"andiamo a fare colazione" Cambiò discorso Jason.

Andammo al piano di sotto e mi sedetti sullo sgabello della cucina.

Mentre mangiavo, alzando lo sguardo vidi Jason seduto davanti a me con una mano appoggiata sotto il mento con uno sguardo pensieroso.

"speri che sia maschio o femmina?" mi chiese sempre con quell'espressione pensierosa.

"Jason è troppo presto per pensarci" dissi cercando di cambiare discorso.

"io spero che sia femmina, con il colore dei miei capelli e il colore dei tuoi occhi e se dovesse essere maschio spero, con il colore dei tuoi capelli e il colore dei miei occhi" disse Jason con occhi sognanti, come se quello che dieci secondi prima gli avessi detto, non valesse niente.

Decisi di andare a cambiarmi ma appena mi alzai, Jason mi affiancò.

"Cosa c'è Jason?" chiesi confusa.

"non voglio lasciarti sola, ho paura che tu possa farti del male" disse con uno sguardo preoccupato.

"se avrò bisogno di te, ti chiamerò" esclamai e salii al piano di sopra senza dargli il tempo di replicare.

Mi vestii e mi fermai davanti allo specchio, alzai di poco la maglietta e guardai la mia pancia ancora piatta e mi scesero delle lacrime, c'era davvero una forma di vita dentro di me, mia e di Jason.
Era troppo difficile da credere.

Mi asciugai le lacrime appena sentii un rumore.
Jason entrò nella stanza.

"voglio vedere Cameron" lo informa.

Annuì, mi prese la mano e andammo nel seminterrato.

Cameron come sempre era legato e il sangue in faccia ormai era secco.

Corsi ad abbracciarlo ma Jason mi separò da lui.

"No, non toccarlo" disse velocemente, prendendomi per la vita e tenendomi stretta.

Come se non bastasse ora non potevo neanche più toccare Cameron.

Confuso anche quest'ultimo, restò lì a fissarci.

"perché non posso toccarlo? " chiesi infastidita.

"potrebbe far del male a te e al bambino" sussurrò al mio orecchio Jason.

Rimasi incredula, Jason stava troppo male.

"bambino?" chiese Cameron confuso.

"Charlotte aspetta un bambino, perciò lasciala in pace" disse Jason.

Cameron rimase scioccato, mentre io lo guardai in cerca di aiuto.

Jason con delicatezza mi portò al piano di sopra. Chiuse la porta del seminterrato ed andò a chiamare Ryan.

Restai seduta sul divano a fissare il vuoto, la mia vita non aveva più senso, non avevo più nulla.

Jason mi aveva levato tutto...amici, famiglia, sogni e speranze.

Jason l'incubo della mia vita

Ecco a voi il capitolo 16!

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