capitolo 11. Fuga (Aggiornato)

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Mi svegliai all'una di notte, cercai di alzarmi facendo meno rumore possibile.

Mi alzai e presi il borsone, andai in bagno degli ospiti ed aprii la finestra.

Buttai il borsone al di là di essa, presi coraggio e mi buttati dall'altra parte. L'altezza non era molto alta.

Iniziai a correre ed andai dritto verso una strada cercando un passaggio.
Non avevo idea di dove mi trovassi.

Per mia fortuna passò un taxi.

"salve ho bisogno di un passaggio per new york" dissi al tassista.

"certo signorina" rispose il signore.

Era un uomo anziano con una folta barba ma sembrava simpatico.

Salii in macchina.

"scusi, mi sa dire dove siamo" chiesi curiosa.

"ci troviamo in Philadelphia" rispose un po' confuso.

Annuii lentamente, credevo fossi molto più lontana da casa.
Ciò mi provocò un sospiro di sollievo.

"scusi se mi permetto, ma come fa a non sapere dove siamo?" chiede l'uomo.

"è una storia lunga" sospirai.

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"siamo arrivati signorina" disse il tassista.

" non riesco a crederci" esclamai felice.

"in che via abita?" mi chiese il signore.

"mi lasci qui. La mia via è proprio qui a destra" risposi felice.

Scesi dall'auto e mi avvicinai al finestrino del tassista.

"riguardo i soldi, mi può dare un momento?" chiesi nervosamente grattandomi il collo.

"non si preoccupi, ho capito da appena l'ho vista che stava fuggendo da qualcosa o meglio da qualcuno" disse comprensivo il tassista.

"la ringrazio davvero tanto, arrivederci" dissi con le lacrime agli occhi.
Era davvero un brav'uomo.

"arrivederci signorina, stia a attenta" sorrise in modo comprensivo l'uomo.

Corsi verso casa, suonai al campanello.

La porta si aprì e vidi mia sorella.

"Charlotte!" esclamò incredula.

Iniziò a piangere e mi abbracciò

" mi sei mancata" le dissi scioccata.

"anche tu" mormorò.

"mamma e papà?" le chiesi impazientemente.

"adesso li chiamo, saranno contenti di vederti" rispose emozionata.

Entrammo in casa e scoppiai in un pianto liberatorio.

Mia sorella mi riabbracciò, poco dopo mi rilassai.

"che cosa ti è successo?" mi chiese mia sorella Samantha.

"sono stata rapita" sussurri.

Mi guardò spalancando gli occhi.

"chi è? lo ammazzo Come ha potuto? Sai qualcosa su di lui?" chiese arrabbiata.

"si chiama Jason. È alto, ha gli marroni scuro e i capelli neri" feci una breve descrizione sul suo conto.

"il suo cognome? Quanti anni ha quest'uomo?" continuò a chiedermi infuriata.

"Non so il suo cognome, ha 24 anni" continuai.

Si aprì la porta e vidi mia mamma e mio papà.

"tesoro" urlò mia madre, correndo verso di me.

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