Addio, Cenerentola

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Addio, Cenerentola


Andrew è qui.

Lui, proprio lui, è qui davanti a me. Con quelle scarpe da ginnastica consumate che indossava sempre e quei jeans slavati, con quella camicia bianca ben stirata e quel sorriso delicato come un fiore appena sbocciato. 

Il suo volto, mio Dio, il suo volto. Magro, asciutto, delicato, glabro. I suoi capelli profumati, quei riccioli castani che contornavano i lineamenti leggeri degli zigomi, illuminando il calore dei suoi occhi cioccolato.

E quella mano protesa verso di me, quella luce che risplende nella pelle liscia del suo viso, quel profumo di zucchero filato. 

Lui è qui.

Qualcosa in me si spacca, crolla: emozioni dilaganti si abbattono nel mio cuore tutte insieme, senza darmi l'attimo di un respiro. La diga crolla sui miei occhi, la pioggia si abbatte e riga il mio volto mentre singhiozzi tremendi squassano il mio petto. 

Afferro la sua mano, urlando lacrime quando la percepisco calda e dura, reale, concreta, fra le mie dita. «Ehi, cosa c'è?» mi domanda lui, e la sua voce è pura poesia che si districa nel silenzio di questo mondo per me nuovo. «Perché piangi, Sophie? Non dovresti, sai? Sei molto più bella quando sorridi.»

Stringo con più forza la sua mano, le mie unghie si incuneano nella sua morbida pelle e lui ridacchia leggero. La presa con cui lo stringo a me è violenta e tremante, il mio cuore rischia di cedere per sempre.

«Forza, Sophie, alzati» mi sussurra alla fine, afferrando il mio palmo e spronandomi a rialzarmi. «È l'ora del ballo.»

La confusione dilaga in me, i miei singhiozzi cedono lentamente le redini al desiderio di capire cosa sta succedendo. Mi guardo lentamente attorno, sbigottita e frastornata. Osservo l'acqua sopra cui mi trovo magicamente sospesa, trasparente, limpida, azzurra. Fosforescente. Brilla di luce propria, in un incanto che mai si è spezzato, e mi è impossibile scorgere il suo fondo attraverso il suo abbagliarmi luminoso.

Il mondo in cui mi ritrovo è composto unicamente da questo lago che si stende nell'infinito, senza meta e senza limiti, avvolto dal manto di un cielo notturno sopra cui le stelle ci salutano. «Cosa... Cosa sta succedendo?» domando, col fiato intrappolato fra le spalle contratte. Le mie mani sono posate sopra la superficie dell'acqua profonda, quindi perché non vi sto affondando?

«Dai, Sophie, è l'ora del ballo! Non vorrai mica che l'orologi scocchi la mezzanotte subito!»

«Quale orologio?»

«Ma come!» Andrew sorride divertito, stelle luminose che esplodono nei suoi occhi caldi. «L'orologio della torre! Proprio dietro di te! Guardalo, Sophie!»

Volto lentamente le spalle, per rivolgerlo a ciò che si nasconde dietro di me. In mezzo al lago, lontano, molto lontano, c'è una gigantesca torre bianca in marmo, che sbuca dall'acqua come una montagna e splende in questo strano mondo grazie al gigantesco orologio che ci avverte dell'arrivo della mezzanotte fra trenta minuti.

«Cosa sta succedendo, Andrew?» domando di nuovo, riportando la mia attenzione su di lui e sollevandomi in piedi. «Non capisco, cosa sta succedendo? Dove sono?»

«Al ballo. L'ultimo ballo.»

Chino lentamente il mio sguardo, c'è qualcosa di strano in tutto questo, qualcosa che non mi torna. Perché indosso un vestito così elegante e principesco? Perché questa gigantesca gonna azzurra mi scivola addosso e mi avvolge come un fiocco perfettamente addobbato? Perché sto camminando sopra quest'acqua così bella e così magica?

Mai più CenerentolaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora