La principessa e il suo non-appuntamento

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La sua principessa e il suo non-appuntamento

Credevo che dopo quella folle litigata fra Sasha e Aaron e Bill e Pamela niente e nessuno avrebbe potuto rovinare ancor di più la mia giornata. Ero piuttosto sicura che simili eventi non solo fossero irripetibili ma anche irraggiungibili per il terrore con cui possono scalfire la propria vita.

Non avrei mai voluto constatare di persona quanto certe convinzioni fossero errate.

«Jack?»

«Hmm? Cosa c'è, Anja?»

Il bastardo sta sorridendo. Sta sorridendo eccome. Le sue labbra sono spalancate e raggiungono gli angoli delle orecchie, i suoi denti splendono di soddisfazione alla vista del mio volto terrorizzato. Si passa una mano fra i capelli, spettinando le sue ciocche scure, mentre ai suoi piedi Papillon inizia a latrare fra il disgusto e il timore. «Cosa c'è, Anja?» mi domanda di nuovo, con il falso tono di voce di un uomo che è totalmente ignaro dell'infarto che sta provocando al mio cuore. «Sbaglio o sei preoccupata?»

Preoccupata? Sarebbe un vero e proprio eufemismo. Papillon inizia a dimenarsi sotto la stretta del guinzaglio per poter buttarsi dentro la porta socchiusa e tinteggiata con una splendente vernice nera dove sopra sono state incise le parole BOB'S PUB.

Mi ha portata in un pub di motociclisti e hipster.

Un pub di motociclisti e hipster.

Non posso sbagliarmi, è palese sin da subito: le grosse insegne a forma di moto e il gigantesco cranio di un montone sono stati appesi sulla facciata a mo' di trofei. E le grida che provengono dall'interno del locale sono più chiare che mai. Ci sono rumori di voci profonde e quasi del tutto maschili, di bicchieri di vetro che brindano e di grida acute.

«Non volevi mangiare le ostriche?» La mia voce è quella di un condannato a morte.

«Esattamente» il braccio di Jack stringe con più forza sulla mia spalla «il proprietario di questo posto, Bob, è un carissimo amico di Lala e porta le ostriche direttamente dal porto di Beystick Locks. Fidati, una volta averle mangiate non riuscirai più a dimenticartele.»

E' altamente probabile che andrà così, ma non per le ostriche, bensì per il fatto che uscirò da questo locale più morta che viva. Il mio corpo ha un sussulto quando un urlo spartano trapana i miei timpani, così violento da spaventare persino Papillon. «Che cazzo hai detto eh, figlio di puttana? Guarda che ti uccido la mamma, eh!» La voce che parla è piuttosto anziana e arrogante, e provoca brividi di paura ovunque, ha un accento alquanto volgare, e ogni parola che pronuncia è il suono della grandine che si abbatte sui vetri di una macchina.

Che razza di amici hai, Lala?

«Jack?» Con una forza che non sapevo di possedere mi sforzo in ogni modo di non lasciar trapelare il mio spavento. «Perché non... andiamo a qualche ristorante? Ne conosco alcuni piuttosto buoni che offrono pure delle ostriche fantastiche.»

«Anja» m'interrompe lui, con quella faccia da schiaffi che spero gli provochi una paresi facciale «non mi dire, hai forse paura? Guarda che conosco tutti quanti, là dentro, e sono delle brave persone. Be', alcuni di loro sono stati arrestati un paio di volte...» non mi sfugge minimamente il divertimento nella sua voce «ma nessuno è mai stato condannato alla fine.»

Fisso Papillon, Papillon fissa me. Entrambi sembriamo piuttosto restii all'idea di entrare in un locale dove potremmo non uscirne vivi, ma sia io che lui ci rifiutiamo di cedere alla paura. Evidentemente il suo orgoglio da cane inutile non l'ha preso tanto da Sasha quanto da me, sua padrona. Dovrei seriamente prendere in considerazione la possibilità di rinchiudermi a casa per il resto della mia vita.

Mai più CenerentolaWhere stories live. Discover now