76. Una canzone per te

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Canzone per il capitolo:

Una canzone per te – Vasco Rossi

... Ma le canzoni 

Son come i fiori 

Nascon da sole 

E sono come i sogni 

E a noi non resta 

Che scriverle in fretta 

Perché poi svaniscono 

E non si ricordano più... 

**************

Christian

« Secondo te, quei due riescono a respirare in qualche modo? »

La voce dell'irlandese mi arriva in ritardo all'orecchio. Sta indicando con lo sguardo Scott e Maia, seminascosti dietro una delle colonne dell'atrio dell'aeroporto, labbra e corpi attaccati senza mostrare l'intenzione di lasciarsi andare a breve.

Nate tiene la mano della sua ragazza dai capelli rossi, Lucas resta in disparte, seduto sulla sua valigia, pensieroso così come si è mostrato negli ultimi giorni, e io sono solo. Fino alla fine avevo creduto che Sara sarebbe venuta per salutarmi, e invece non lo ha fatto.

« Probabilmente hanno compiuto un salto evolutivo e ora respirano tramite branchie », borbotto, ma la mia attenzione è da tutt'altra parte.

Rigiro la chiavetta usb tra le dita, la canzone è pronta per essere ascoltata ormai. Avrei voluto dargliela di persona, ma quando sono arrivato a bussare alla sua porta con la valigia in mano, pronto per partire, Sara ancora non era tornata da lavoro. Alla mia proposta di raggiungerla in negozio, Scott è stato perentorio: Di andare in centro non se ne parla. Dovremmo prendere la metro e ci vorrebbe troppo tempo. Non perdo l'aereo perché tu sei tardo e hai pensato bene di lasciarti andare al romanticismo all'ultimo momento!

Sospiro, sposto lo sguardo dalle due piovre. Mi ripeto che non sto partendo per un altro pianeta, che lei ha ancora del tempo per ripensarci e raggiungerci durante l'estate... però, percepisco un brutto presentimento in agguato. Qualcosa mi suggerisce che, se non la rivedo ora, prima di partire, allora rischierò che il nostro sia stato davvero un addio e non solo un arrivederci.

« Scommetto che entro cinque minuti li vedremo sparire per andare a fare una sveltina nei bagni », scherza Nate.

Picchietta con il gomito il braccio di Lucas per invogliarlo a partecipare alla nostra conversazione, anche solo con un paio di battute divertenti. Ma lui grugnisce qualcosa che somiglia a un non mi importa e poi torna a guardare il pavimento con espressione sconsolata.

« A me sembrano tanto dolci », commenta Timon.

« Quei due insieme? » domando stranito. « Sono vomitevoli, altro che dolci. »

« Ma non è vero! Sono così, così... » Timon si volta per indicarli di nuovo e, come aveva previsto Nate, ecco che i due sono improvvisamente spariti.

« Speriamo almeno che quell'idiota si sbrighi... »

Qualche momento dopo, noto Timon avvicinarsi. Mi sorride in quel modo caratteristico tutto suo, fatto di guance paffute e occhietti strizzati. « Mi dispiace, Chris. Noi abbiamo tentato di convincerla, ma Sara ha detto che oggi avevano bisogno di lei a lavoro. »

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