40. Night Changes

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Canzone per il capitolo:

Night Changes – One Direction

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Christian continua nel suo giochino imperterrito. Tuffa l'indice nella torta che abbiamo portato nel nostro giaciglio temporaneo, lo passa sulla mia spalla, o sul collo, per poi leccare via la striscia di cioccolato e confettura all'albicocca.

« Quando avrai terminato la torta, sarò così appiccicosa da diventare un'esca per formiche. »

Ridacchia al mio fianco, con i gomiti ben piantati tra i cuscini. « Non è colpa mia se la torta è più buona sopra di te. »

Ormai è trascorsa quasi un'ora nella pace più totale, senza essere riuscita in alcun modo a togliermi il sorriso vacuo e lucido dal volto. Sono felice, incredula, un po' confusa dalla situazione che ancora mi sa di irreale. Mi risulta difficile rendermi conto di essere felice in questo momento, un'emozione estranea alla quale fatico a dare un nome.

Chris si avvicina, lasciando perdere ciò che ormai sono soltanto le briciole di quella che prima era una torta. « Come ti senti? »

« Bene... »

Mi studia in viso, osservando attentamente le mie labbra. Continua a passare la lingua sulle sue, forse per ricercare ancora il gusto della torta, o forse per qualcos'altro che posso solo intuire. « A me sembra qualcosa di più che soltanto bene. »

« Non ti vantare », lo sbeffeggio sfiorandogli la spalla. Ha ragione e vorrei dirglielo che gli ultimi sorrisi della mia vita, che credevo spenta e vuota, sono nati solo grazie a lui. E non è per orgoglio che fatico a confessarlo a voce alta e cuore aperto, ma solo per timidezza. « Sono felice... e credo che il merito sia tutto tuo. »

Sembra soddisfatto di ciò che vede, di quanto sente uscire dalle mie labbra. Gli basta solo una carezza sulla mia schiena per farmi capire che vuole guardarmi negli occhi, così mi volto tra le lenzuola e abbandono la testa sul cuscino.

« Una volta avevi detto che non sentivi nulla », mormora ripensando alla sera sulla panchina, quando gli avevo chiesto di baciarmi.

« Ed è ancora così, tranne che con te », mi sforzo di ammettere. « Mi sembra di sentire... di vivere solo quando sono con te. »

I suoi occhi percorrono tutto il mio viso, così come la sua mano che riprende ad accarezzarmi. Per qualche momento credo di vedere un accenno di sorriso prendere forma prima dal taglio elegante dei suoi occhi, ma questo non arriva a mostrarsi del tutto. Christian scrolla rapidamente la testa prima di mettersi a sedere e voltarmi la schiena.

« Che ti succede? »

La sua risposta è immediata, come se all'improvviso la mia sola presenza lo infastidisse. « Niente, lascia perdere. »

« Ho detto qualcosa di male? »

« No. »

Forse dovrei bloccare le mie parole per evitare di peggiorare la situazione, ma quelle traditrici escono prima che io riesca a trattenerle. « Prima ho sentito... qualcosa. »

« Che cosa? » il suo tono si fa strano, rigido, freddo. Forse ha già capito dove voglio arrivare.

« Che... che c'era qualcosa di più », balbetto con un filo di voce. Mi tiro a sedere, stringo le ginocchia al petto. « Io me ne sono accorta. E... tu? »

La sua schiena, dalle spalle ampie, il disegno soltanto accennato seppur chiaro dei muscoli al di sotto, si irrigidisce nella posa. Gliela accarezzo piano, ma non si rilassa. « Tu che cosa? »

The Galway GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora