10. Lost Boy

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Canzone per il capitolo:

Lost Boy – Ruth B

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...I am a lost boy from Neverland

Usually hanging out with Peter Pan

And when we're bored we play in the woods

Always on the run from Captain Hook

"Run, run, lost boy, " they say to me

Away from all of reality...

Quando la lettera è improvvisamente apparsa davanti a me come un raggio di sole inaspettato, il mio cuore è riuscito finalmente a togliere buona parte della tristezza che aveva accumulato al suo interno negli ultimi giorni. Succede sempre così... resisto e resisto più che posso, ma quando quella lettera arriva, ecco che trovo la mia valvola di sfogo per lasciar fluire via un po' di tristezza e malinconia. Ogni mese, io non aspetto altro che il mio Peter Pan.

Silvia ha cercato innumerevoli volte di capire chi sia il misterioso ragazzo che mi scrive una volta al mese e si firma con lo pseudonimo di Peter... ma io non lo rivelerò mai a nessuno. Questo è l'unico segreto che mantengo custodito gelosamente dentro il mio cuore e non voglio che nessuno possa appropriarsene. Lo sporcherebbe irrimediabilmente.

Peter è forse la parte più intima e profonda di me, l'unica persona al mondo che mi conosce veramente; parliamo, parliamo e parliamo di tutto... eppure, non ci siamo mai incontrati di persona, né tantomeno visti in una fotografia. Mai. Nonostante questo, io e lui riusciamo a discutere di tutto, di me stessa e dei miei pensieri, fino ai suoi problemi e alle difficoltà che incontriamo entrambi nella vita, forse proprio con quella libertà della quale possono godere due completi estranei, che sentono di poter parlare anche delle questioni più intime, quei dubbi e pensieri dei quali non parleresti mai con i conoscenti.

Io e Peter sappiamo solo i nostri veri nomi e gli indirizzi per poter inviare le lettere e poco di più sulle nostre vite. La storia delle nostre lettere è iniziata durante gli anni delle scuole elementari grazie ai progetti di scambio di corrispondenza con i bambini delle scuole estere. Sorrido al ricordo di quanto eravamo piccoli, di quanti anni sono passati con il suo pensiero che ha sempre abitato la mia mente e il mio cuore, di come siamo cresciuti insieme anche se lontani, e di come le lettere sono cresciute insieme a noi. Mentre i miei compagni arrancavano a chiedere ai rispettivi amici di penna i classici e sempiterni what's your name? e Do you like chocolate? , io avevo iniziato subito a stringere amicizia con il bambino inglese che avevo avuto la fortuna di trovare, visto che sapevo scrivere in inglese senza grossi problemi. Beh... a essere sincera, all'inizio facevo un sacco di errori, e io me ne vergognavo così tanto: sapevo parlare fluentemente l'inglese grazie alla donna che un tempo avevo chiamato mamma, ma dalle parole allo scrivere il passo non era così immediato come avevo creduto. Ma Peter era lì, pronto ad aiutarmi, a puntualizzare e a correggere i miei errori, ma sempre con la gentilezza e la dolcezza che lo caratterizzano.

All'inizio, il nostro rapporto era sbocciato solo come infantile e innocente progetto di scuola, un modo come un altro per fare amicizia e migliorare la conoscenza dell'inglese; ma, più gli anni passavano e si mostravano sul mio viso e sulla mia scrittura sempre più fluida, e più mi rendevo conto di essere rimasta l'unica di tutta la classe ad aver intrattenuto quella corrispondenza. Le prime lettere riportavano della scuola, dei rispettivi maestri e della loro severità, dello sport, dei nostri compagni, le prime amicizie e gli amori... ma più gli anni passavano, e più i nostri discorsi viravano su argomenti più seri e profondi. Ci siamo accompagnati durante le prime infatuazioni, nelle scelte di vita, di scuola e di università, dei problemi con le nostre famiglie...

The Galway GirlWhere stories live. Discover now