61. Hunter

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Canzone per il capitolo:

Hunter - Dido

...If you were a king up there on your throne would you be wise enough to let me go for this queen you think you own Wants to be a hunter again wants to see the world alone again to take a chance on life again

so let me go... 

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Christian

Se Sara credeva che la lasciassi perdere così, si sbaglia di grosso. Questa sera sarò il terzo incomodo; anzi, il quinto, visto che sarò costretto a passare il tempo con due coppie e non soltanto una, ma non mi importa. Ho la viva intenzione di rovinare la cena alla coppietta felice. Non sono uno che si perde d'animo alla prima difficoltà; Sara ha deciso di tagliarmi fuori dalla sua vita, ma io so bene che non lo vuole davvero e sono pronto a dimostrarglielo. Non ho alcuna intenzione di perdere questi giorni inutilmente prima della mia partenza.

Scott dice che sono un gigantesco ed emerito idiota, che avevo preso una decisione sensata per una volta nella mia vita, e che adesso la sto buttando nel cesso.

Ha ragione? Direi di sì.

Mi importa qualcosa? Assolutamente no.

Hanno senso i miei sproloqui mentali? Preferirei non rispondere.

Non mi piace essere molto riflessivo su certe questioni, soprattutto su quelle frivole come i rapporti con l'altro sesso. Ho preso solo una decisione: voglio inseguire quello che voglio, senza pensare ad altro, senza perdere inutilmente giorni dei quali so bene finirò per pentirmene.

Certo, se Sara avesse mostrato un interesse diverso per quell'ameba con cui si è scritta per anni, allora forse avrei fatto un passo indietro; non sono così perfido da voler rovinare il rapporto di una coppia che sta in equilibrio. Ma quei due nemmeno stanno insieme, lei è confusa e non sa che quello che vuole davvero sono io. Quindi, dovrò farglielo capire in un altro modo. E di modi, io ne so trovare quanti ne voglio...

« Si può sapere che ci fai qui? » bisbiglia lei mentre scendiamo le scale.

Poso una mano sulla sua schiena per avvicinarla un po', ma lei si ritrae subito, come se le desse realmente fastidio. « Ero preoccupato che passassi un'intera serata ad annoiarti a morte. Non avrei mai permesso una cosa simile. »

« Lenny non mi annoia », risponde piccata.

« Ah, no? » La sfido con un occhiolino, lei però alza lo sguardo al cielo.

« Cosa ti fa pensare che io mi annoi con lui? »

« Il fatto che ancora non ti abbia toccata... Non è normale. »

Con un grugnito che non si preoccupa di nascondere, accelera il passo per raggiungere Nate e Timon, ormai sul marciapiede a un paio di metri di distanza da noi.

Sorrido tra me: ancora non ha capito che più mi sfugge, e più fa nascere in me la voglia di inseguirla. Meglio così. Vorrà dire che durante la caccia mi divertirò ancora di più.

Prendiamo la metropolitana per arrivare in centro, con il solito caratteristico odore che accomuna tutte le metro che io abbia mai preso in giro per l'Europa. Ormai è passato del tempo e, guardandomi intorno, mi rendo conto di aver preso familiarità con questa vecchia città che all'inizio non sopportavo. Quando mi sono iscritto al progetto di scambio studenti organizzato dalla mia università, avevo sperato in qualcosa come Roma, o Venezia, o Milano... non di certo la grigia, triste e anonima Torino. Con i mesi, però, ho imparato ad apprezzarla. Ad apprezzare il clima un poco simile a quello che conosco, quello di casa mia a Londra, gli antichi palazzi, i musei, la Mole... All'inizio del mio soggiorno, avevo sperato di poter visitare le città italiane che mi mancano da inserire sul mio taccuino, quello dove scrivo tutto ciò che ancora voglio fare nella mia vita, da qui alla fine dei miei giorni; ma tra lo studio e la musica con gli altri, non ho avuto davvero tempo per pensare ad altro.

The Galway GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora