53. La notte

2.2K 197 31
                                    

Canzone per il capitolo:

La notte – Arisa

...E quando arriva la notte, la notte

e resto sola con me
La testa parte e va in giro
in cerca dei suoi perché
Né vincitori né vinti,
si esce sconfitti a metà
L'amore può allontanarci

la vita continuerà...

*************************

Christian

Mentre salgo le scale con Rebecca al mio fianco, diretto in camera mia con un solo e unico obiettivo nella testa, rimprovero me stesso per la mia solita mancanza di autocontrollo. Non volevo nemmeno che cantasse davanti a quel coglione e alla fine Sara ha dato uno spettacolo incredibile. Lui la guardava con la bava alla bocca, e io... io pure.

Fanculo.

Tenere a mente i consigli di Scott sembra sempre più difficile.

« Christian, sembri silenzioso », commenta Rebecca mentre tiene lo sguardo fisso su di me.

La guardo di sfuggita e continuo a salire. La prima volta che l'ho conosciuta mi sono complimentato con me stesso: sono riuscito a trovare la ragazza con le tette più grandi e allo stesso tempo il peggior accento che le mie orecchie abbiano mai sentito.

« Dopo le prove sono sempre così », mento in tono piatto.

Non le ho detto apertamente che mi aspetto che non salga al suo appartamento all'ultimo piano, ma che venga in camera con me. Lo fa da sé, autonomamente: almeno in questo ci siamo sempre capiti al volo.

Una volta in casa le offro qualcosa da bere, il tutto mentre il mio caro amico Scott conosce già tutta la procedura da attuare mentre tergiverso: prendere il suo pigiama che tiene sotto il cuscino e dormire sul divano, almeno fino a quando lei non se ne andrà via.

Sto ormai per chiudere la porta della camera da letto, Rebecca che nel frattempo si guarda intorno per riconoscere la stanza in cui è già stata più di una volta, quando sento Scott parlare con qualcuno vicino al portone. E mentre io ho una ragazza con due tette da urlo che non aspetta altro che essere buttata tra le lenzuola per ricevere un trattamento dei miei, io invece cosa faccio? Lascio aperta la porta di uno spiraglio per sapere con chi Scott stia parlando; nella speranza che sia lei.

Ed è lei davvero.

Il mio amico sembra a disagio, le dice di lasciar perdere, ma Sara insiste e, alla fine, eccolo che arriva alla mia porta, sconfitto. « Ti tengo buona io al biondona », sussurra facendomi cenno di uscire dalla camera, « Sara ti vuole parlare. Ma ricorda: se hai davvero preso una decisione, per favore non fare cazzate. Ragiona con il cervello e non con il cazzo. »

« Ha parlato », lo rimbecco.

« Ognuno vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei », decanta aprendo la porta della stanza.

« E questa che cazzo vorrebbe dire adesso? »

Alza gli occhi al cielo, tornando a parlarmi come fa il novanta per cento delle volte: e cioè come avesse a che fare con un neonato. « Tu non sai mai niente, Jon Snow. »

Sara tentenna sul pianerottolo, sembra non osare entrare. La raggiungo cercando di risultare il più sicuro possibile. Prima del mio arrivo si stava guardando intorno, torturandosi le dita intrecciate tra loro. Sembra parecchio agitata.

« Che c'è? » cerco di risultare soltanto indifferente, non brusco nel tono.

« Perché l'hai portata al garage? » chiede diretta, senza tanti giri di parole.

The Galway GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora