Una voce maschile e profonda interrompe il flusso dei miei ricordi, una voce di cui mi sono abituato in questi 3 anni.
" Scusate il disturbo, ma fuori chiedono di voi, capo" si giustifica Liam Rogers
Non l'avevo nemmeno sentito bussare ed entrare tanto ero preso dai ricordi di quei due zaffiri che mi hanno concesso il loro perdono poco prima di baciarmi.
Il capo esce dalla stanza dandomi una pacca sulla spalla sinistra come a dirmi di farmi forza. Liam aspetta che la porta si richiuda e poi si siede sulla sedia accanto alla mia.
Mi guarda senza fiatare, io da parte mia fisso uno dei tanti riconoscimenti incorniciati presenti in questa stanza. Lo so che tra poco inizierà a raccontarmi di qualcosa successo in quel periodo. Lo fa sempre, è come se volesse tirarmi su a tutti i costi. D'altronde non mi spiace, sono cose che sul suo fascicolo non avevano scritto  e che può conoscere solo chi è stato presente quei giorni.
E come volevasi dimostrare...
" Stava per saltarmi al collo come una belva quando ha saputo che mi ero unito a lei per aiutarla nella missione" sorride al ricordo " Ha finto fosse tutto apposto davanti al capo, ma poi mi avrebbe potuto uccidere se avesse avuto qualche arma in mano. Era sicura di riuscire a fare tutto senza il nostro aiuto, poi si è ricreduta"
Sorrido anche io immaginandomi la scena, e mi ritorna in mente la sua minaccia quando avevo fatto quei foglietti con la faccia di quella Megan per prenderla in giro. Dai suoi occhi traspariva tutto l'odio che aveva nei miei confronti, ma io mi divertivo perchè mi piaceva questo suo lato protettivo nei confronti degli innocenti. Mi divertivo a vedere i suoi occhi scurirsi quando la stuzzicavo, mi detestava con tutta se stessa. Ed io dentro di me ridevo, ridevo perchè io mi innamoravo sempre di più di lei e del suo essere una leonessa pronta a proteggere i suoi cuccioli da qualsiasi minaccia. E tra quei cuccioli ho poi scoperto c'ero anche io.
" Era un concentrato di forza e coraggio che mi spaventava, ma mi incuriosiva al tempo stesso" continua e stavolta mi volto verso di lui per ascoltarlo " Non aveva paura di niente e nessuno. Era disposta a tutto pur di far fuori Fletcher"
Lo guardo negli occhi che ora sono sulla moquette rossa dell'ufficio del capo, vuoti e persi nel cercare di ricordarsi di lei.
Io non ho bisogno di concentrarmi per ricordarmela, mi compare davanti ai miei occhi in qualsiasi momento: è il mio primo pensiero al mattino e l'ultimo prima di chiudere gli occhi ed addormentarmi.
" Mi ricordo come si era messa a correre quando attaccarono la scuola di sua sorella e mio fratello" dico di pinto in bianco sorridendo " Una Ferrari non sarebbe riuscita a raggiungerla nemmeno se fosse andata a trecento all'ora" rido rammentando del mio affanno per raggiungerla
Stavolta è Liam a guardarmi e sorridere, poi si alza dandomi anche lui una pacca sulla spalla ed esce.
Dovrei prepararmi per la cerimonia nonostante non ne abbia la benchè minima voglia, ma lo devo fare. Sono diventato un agente della CIA per lei ed ho fatto l'accademia militare a New York per lei. Vivo per lei.
Finalmente mi decido a staccarmi dalla sedia ed incamminarmi verso la porta per uscire una volta per tutte da questa stanza. Uscendo incontro qualcuno che ho avuto modo di conoscere prima di andare a New York, durante l'addestramento alla CIA, e che mi saluta. Tutti mi danno delle pacche sulle spalle, come a farmi coraggio e nello stesso tempo complimentarsi vedendomi vestito come un militare.
Camminando arrivo alla parete dedicata ai migliori agenti e la vedo. Raggiante, pericolosa, felice e determinata come sempre e con i suoi zaffiri che sembrano penetrarti nell'anima.
Due figure mi affiancano e anche loro la guardano: Ashley e Andrew, i genitori.
Li guardo entrambi in viso, e tutti e due sono concentrati sulla figlia.

Flashback
Un boato si espande in tutta la zona circostante.
Ci abbassiamo tutti quanti e ci copriamo portando le braccia in testa. Qualche secondo dopo torniamo a guardare davanti a noi.
Il furgone è saltato in aria, e ciò che ne rimane sono alcuni resti e le ceneri avvolte nelle fiamme ancora vive dell'esplosione.
" Kimbelry!"
Un grido lacerante arriva alle mie orecchie, mi giro ancora confuso da quanto successo e vedo la madre di Kimberly a terra che grida il suo nome a squarciagola.
Il padre di Kimberly la stringe tra le sue braccia, le bacia i capelli e piange. Qualcuno porta via Jessica che, come la madre, chiama Kimberly disperatamente.
Vicino al muro vedo Christofer svegliarsi dal suo stato di trance.
" Fletcher!!!" grida pieno di rabbia battendo un pugno contro il muro al suo fianco.
Sam lo raggiunge e gli stringe una spalla guardando con occhi fiammeggianti i resti dell'esplosione. Anche lui è arrabbiato.
Io invece cesso di esistere. Le orecchie si ovattano e tutto sembra andare a rallentatore. Mi giro verso le fiamme e le guardo senza sapere neanche io cosa sto cercando.
" Kimberly..." mi esce in un sussurro.
'È morta'
È l'unica cosa che riesco a pensare.
Ma una parte di me continua a sperare che da quelle fiamme esca lei che ci guarda stranita e ci chiede se siamo impazziti a piangere.
E per un momento la vedo.
È lì davanti a me che mi guarda.
I suoi zaffiri si stanno schiarendo e si stanno riempiendo di lacrime.
Mi porge una mano che io vorrei tanto ricambiare, ma il mio corpo è immobile, come fossi stato ibernato.
Una lacrima le riga il visto.
Con le labbra mima qualcosa: 'TI AMO'
Poi di colpo svanisce dalla mia vista.
Un'allucinazione.
Non tornerà più indietro.
Mi ha abbandonato.
Mi ha lasciato solo ad affrontare questo mondo.
" No!!!" stavolta grido e lo faccio più di una volta finchè non mi raggiunge Jason che mi ferma dal correre verso le fiamme per porre fine alla mia vita.
Con lui sopraggiungono alcuni militari che mi tengono fermo dove sono mentre continuo a gridare con tutta la forza che ho in corpo.
Poi una lacrima scivola dal mio occhio, esattamente come è successo a lei.
Jason mi parla all'orecchio cercando di calmarmi, ma è tutto vano.
Fletcher ha vinto.
Fine Flashback

I giorni a seguire tutti i telegiornali del mondo parlavano di Kimberly, e la idoleggiavano come l'eroina che ha salvato il mondo dalla minaccia di George Fletcher.
Il suo nome era sulle testate di tutti i giornali: "L'agente della CIA più coraggiosa di tutti ci ha lasciato", " Kimberly Blaze: l'eroina del mondo", " La CIA piange la sua arma migliore: Kimberly Blaze", e così via...
Sotto la sua stella, invece, Sam ha fatto scrivere una frase che una volta disse a lui e che non si è mai dimenticato:
" Il coraggio e la determinazione sono le armi migliori con le quali andare in guerra"
Quando Sam me lo ha raccontato ricordo di essere rimasto senza parole. E tutt'oggi Occhietti Azzurri continua a stupirmi con i racconti delle sue "imprese". Ricordo che quel giorno pensai che sarei stato davvero fortunato se accanto a me ci fosse ancora lei, un'agente della CIA, una militare ed anche una saggia filosofa...
" Mi manca" confesso ai suoi genitori che dopo quanto successo mi sono stati talmente vicino da farmi arrivare a considerarli i miei stessi genitori.
" Lo sappiamo, manca anche a noi. Ma ricordati che lei non è morta. È ancora viva nei nostri ricordi, e lo sarà sempre" una lacrima striscia fino al mento di Ashley.
Lei continua a piangere la figlia e ad essere divorata dai rimorsi per non esserle stata accanto come una vera madre avrebbe dovuto secondo lei. Ma non sa quanto invece sia stata preziosa per la figlia, quanto è valso per lei l'ultimo abbraccio che le ha dato prima di lasciarci.
" Alla fine però è morta vincente. Ha sconfitto Fletcher. Fletcher invece si è comportato da vigliacco ricorrendo alla sua ultima arma: morire per non subire le conseguenza di tutto ciò che ha fatto" spiega Andrew stringendomi una spalla e guardandomi negli occhi.
Non credo riuscirò mai a guardarlo negli occhi per più di trenta secondi senza vederlo trasformarsi in Kimberly nella mia mente. Stessa cosa con Christofer, suo nonno. Sono talmente uguali tra di loro che al solo guardarli mi salgono le lacrime agli occhi, perchè ogni volta mi riportano a quel giorno ed al nostro ultimo bacio.
Il nonno nei giorni seguenti continuava a ripetere che quel verme di Fletcher alla fine gliel'ha portata comunque via la nipote.
" Non l'ha fatto quando la missione era nelle mie mani, ma l'ha fatto quando la missione era nelle mani della mia piccolina" ha detto.
Non riesco neppure ad immaginare il dolore che prova nell'aver visto la sua amata nipote essergli strappata per due volte nella sua vita.
Adesso cerca di proteggere Jessica con tutto se stesso, ripetendo che ora è rimasta solo lei e non permetterà a niente e nessuno di farle del male per nessuna ragione al mondo.
Jessica ora ha tredici anni, ma ha già deciso che da grande entrerà nel DISS così da non dimenticarsi mai della sorella ed esserle in un qualche modo sempre vicina.
" Se ha collaborato con il DISS vuol dire che in fondo si fidava di loro, ed io voglio far parte di quelli di cui lei si fidava" mi ha confessato un giorno facendomi restare sbaloridto dalle sue parole.
Durante questi cinque anni è maturata ed ha sviluppato un carattere forte come quello della sorella, ancora oggi qualcuno le chiede della sorella ed ogni volta lei ripete che non poteva desiderare sorella migliore, che è la sorella modello che tutti quanti
vorrebbero.
La sua stanza ha una parete piena di foto sue con al sorella, ed ogni volta che qualcuno entre nella sua stanza le mostra con così tanta fierezza che se Kimberly fosse qui arrossirebbe come se non ci fosse un domani per l'imbarazzo di essere al centro dell'attenzione.
Sam ogni tanto va a trovare sia lei che i suoi genitori ed ogni volta le racconta di una delle tanta marachelle che combinava la sorella, e che l'hanno portata dritta nella caserma del DISS canadese, prima di diventare un'agente.
Durante questo lasso di tempo lui si è ricongiunto con Christofer che lo ha ringraziato per essersi sempre preso cura della nipote in sua assenza.
Christofer ci soffre ancora, e non poco. Però dice di essere contento che lei avesse preso da lui, così è come se si porta dietro una parte di lei.
Io, invece, conservo gelosamente ogni suo ricordo ed anche il suo fascicolo che il capo mi ha gentilmente concesso di tenere come regalo per essere entrato nella CIA.
" Così almeno saprai tutto di lei e non te ne dimenticherai mai" mi ha spiegato porgendomelo. Qui in caserma ne hanno una copia, ma l'originale è ben conservato nella mia cassaforte giù ai piani inferiori di questa struttura.
Ogni mattino qui si svolge il saluto alle stelle dorate di coloro che sono morti con onore nelle missioni, e la sua stella è in cima a tutte, come a sorvegliare le altre.
Da quel giorno molti giovani ragazzi e ragazze si sono uniti alla CIA per renderle omaggio, e spesso sono tutti i figli o qualche altro componente della famiglia di qualcuno che Fletcher ha ucciso.
Non nascondo il fatto che tutti qui sappiano che io sia stato il ragazzo di Kimberly, e che spesso proprio per questo molte ragazze cercano le mie attenzioni.
Attenzioni che io ovviamnete rifiuto categoricamente, senza pensarci due volte.
È vero che mi ha perdonato nonostante non avessi fatto nulla con Juditte, ma voglio pensare che, se Kimberly fosse ancora qui, dovrei renderla a tutti i costi orgogliosa della mia lealtà nei suoi confronti. Lei è e sarà l'unica ragazza della mia vita fino alla mia morte.
Perchè in fondo io ho amato solo lei...
IO AMO SOLO LEI.

Hate To Love {COMPLETATO}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora