Chapter 13

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Apro lentamente gli occhi e subito me ne pento in quanto vengo travolta da una luce celestina potentissima che mi fa arrivare al punto di lacrimare.
" Ma dove sono?" chiedo coprendomi dalla luce con una mano ed immediatamente essa si spegne.
" Bentornata tra noi signorina Blaze!" mi saluta una voce maschile profonda e con una tonalità da persona abbastanza grande di età... Apro gli occhi e rimango letteralmente pietrificata!
" CAPO?!" sono sconvolta
" Stia tranquilla, sono cose che succedono" mi tranquillizza
" Ma... Ho ancora il lavoro, vero?" mi informo preoccupata
" Sbagliando si impara Blaze... "
" Scusatemi, non l'ho fatto apposta, mi sono distratta un attimo per vedere se aveva tutto e una guardia mi ha colpito..." mi interrompe alzando una mano
" Chi le ha detto di scusarsi? Anche i migliori sbagliano, sono umani anche loro infondo!"
" Quindi non mi togliete il lavoro?"
" Siete i migliori agenti che mi ritrovo, come potrei fare a meno di voi, soprattutto di lei, agente Blaze?" ecco l'altro complimento, e se ero felice perchè non mi ha tolto il lavoro ora sono felicissima che mi abbia fatto di nuovo un complimento. Sembra che in questo periodo il capo sia in vena di farmi complimenti! " Buona giornata!" esce dalla stanza e poi sposto lo sguardo vedendo Mike seduto su una poltroncina della stanza che dorme come un ghiro... Non credo si sveglierà prima delle dieci a come è lui, e ora sono...
" LE UNDICI?!?!" grido in preda al panico
" Signorina Blaze " mi chiama il medico personale per noi della CIA, il dottor Foster " Non si spaventi delle flebo, sono solo vitamine e ferro e dureranno fino ad oggi pomeriggio. Ha avuto una grande perdita di sangue e un calo di pressione, ma per il sangue abbiamo risolto estendendolo, diciamo così, solo con acqua! È incredibile come il suo corpo agisca immediatamente!" si complimenta sorridendo." Comunque le abbiamo già estratto il proiettile, era svenuta a causa della perdita di sangue e abbiamo subito agito senza anestesia. Oggi pomeriggio le cambiamo la fascia e la sostituiremo con una più robusta e resistente in modo che anche se sbattesse e strisciasse contro qualcosa non rischierebbe di farsi tanto male, le dò comunque una crema che si deve spalmare tutte le sere, la fascia è facile da sciogliere quindi non dovrebbe avere problemi"
" Grazie, ma quando posso uscire?"
" Oggi pomeriggio non appena finiamo con le flebo e con la fasciatura, ora riposi agente Blaze!"
" Grazie di nuovo dottor Foster" gli sorrido, lui ricambia ed esce.
Non posso neanche mettermi di lato perchè rischierei di staccare le flebo, quindi devo dormire più scomoda che mai...
                                                           * * *
"Kim! Kim! SVEGLIATI!!!" grida una vocina dolce e d'istinto sorrido aprendo gli occhi. " Sicura che i tuoi genitori non sono due ghiri e che tu sia stata adottata?"
La prendo in braccio e la strapazzo di coccole mentre lei ride.
" Che ti è successo?" chiede poi spiazzandomi... Glielo dico o non glielo dico?
" Mi hanno fatto male!" modo più tranquillo non c'era per spiegarlo.
" Mhh, sì... Mi hanno detto che ti sei ritrovata in mezzo ad una sparatoria ieri sera mentre eri con Mike e che ti hanno sparata. Se me lo hai detto, anche se in modo delicato, vuol dire che posso fidarmi di te!" afferma abbracciandomi e, purtroppo per me, stringendo il braccio destro. Trattengo un gemito ma non una smorfia di dolore; Dio mio se non fa male!!
Non appena ci stacchiamo vedo un ragazzo seduto nella sala di aspetto che mi sembra molto familiare, e non appena alza lo sguardo lo riconosco, quegli occhi verdeacqua sono inconfodibili... E adesso guarda in questa stanza con uno di quegli sguardi indagatori; meglio di così la giornata non può andare!
" CAVOLO!" cerco di nascondermi dietro mia sorella che mi guarda stranita.
" Mi sa che la flebo ti ha fatto più male del colpo!"
" Shhhhh!" mi porto un dito alla bocca " Ci sta un mio compagno difronte, seduto sulla sedia e non voglio che mi riconosca" le spiego e lei si gira. Come non detto... Certo che capisce al volo tua sorella, Kim! " Non ti girare!"
" Ma è Richard" afferma cercando di scendere. Peccato che io la fermi immediatamente.
" Lo so, ma non lo voglio vedere che mi sta antipatico..." si apre la porta e non vedo più Richard seduto.
Non è lui, non è lui, non è lui...
" Kim, ti senti bene?" non mi ero nemmeno accorta che Mike non fosse in stanza, che io stessi parlando ad alta voce e che avessi messo la testa dietro mia sorella per non farmi riconoscere.
" Sisi, se ne è andato Richard?" gli chiedo guardando fuori.
" Ah, sì è uscito con un foglio in mano, e ha anche avuto il coraggio di salutarmi!" con un foglio in mano?!
" Va bene... Hai i documenti tu?"
" Ho preso tutto, anche dei documenti che c'erano nei suoi cassetti" mi informa e non posso fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.
                                                         * * *
Siamo di nuovo al dipartimento dell' FBI dove tutti quanti ci salutano sorridenti, questa è la mia seconda casa ormai!
Mike continua a salutare tutti quanti battendo cinque, pugni o stringendo la mano; se conosce così tanta gente è solo perchè per copertura lavora nell' FBI. Lui ha da poco compiuto 18 anni, mentre io li compio a fine anno. Quindi ancora non posso fare nessun lavoro che mi faccia da copertura e non lo potrò fare fino alla fine della scuola, ma ho già scelto cosa farò: la militare! È sempre stato il mio sogno lavorare nella CIA e nello stesso tempo fare la militare... Dopo la scuola frequenterò l'accademia militare che dura 5 anni e che si trova a Washington DC; nonostante stia anche qui a New York, quella di Washington DC è in un certo senso la migliore perchè si trova nella capitale degli Stati Uniti.
" Agenti Blaze e Jones! Ciao piccola Blaze" ci saluta Sam, l'amico del capo.
" Sam, come va?" chiedo sorridendogli
" Bene, e tu con la spalla?"
" Tutto apposto per ora, grazie" sorrido cordialmente
" Perfetto; serve aiuto?"
" Avremmo bisogno di vedere il capo!" dice Mike
" Il capo in questo momento è in riunione con altri agenti per affidargli un caso quindi dovrete aspettare. Se volete potete venire nel mio ufficio e ci facciamo un caffè" ci invita ed io annuisco.
Saliamo le scale che portano al suo ufficio e vedo da una finestra dei militari che stanno facendo l'addestramento. Chissà come sarà essere riconosciuti da tutti come un militare, tanto si è fin troppo riconoscibili con quella divisa.
" Che pensi?" mi chiede Mike
" Stavo pensando a cosa si prova nell'essere riconosciuti come militari. Insomma sarebbe fantastico: vedere tutti quelli che passano guardarti con occhi sbalorditi come se tu fossi il loro salvatore, e vedere i bambini che ti indicano e ti guardano a bocca aperta..."
" Si beh, non farebbe per me!"
Tutt' ad un tratto mia sorella fa rossa come un peperone e abbassa lo sguardo. Strano, non è un comportamento da mia sorella... Poi vedo scendere un bambino dalle scale, un bambino che somiglia tanto a qualcuno, ma qualcuno che ho l'impressione di conoscere: pelle scura, sorriso bianchissimo come se i denti fossero stati lavati con la candeggina ed alto. Lo guardo attentamente e questo al bambino non sfugge, infatti vedo subito una linguaccia da parte sua, che sembra alquanto imbronciato, e non posso fare a meno di sorridergli e fargli l'occhiolino. Ma sembra lo faccia irritare ancora di più.
Finite le scale, mentre aspettiamo che Sam apra il suo ufficio, volto lo sguardo verso destra e noto altre scale affiancate da un ascensore, entrambi sorvegliati da militari e da telecamere.
" Ehm, Sam!" mi presta subito attenzione " Dove portano quelle scale?" le indico
" Oh, quelle laggiù? Alle carceri, ma qui ci sono solo i minorenni, gli adulti si trovano tutti al Pentagono"
" C'è percaso Jason Smith qui?" chiedo, credo non sia giusto non andarlo nemmeno a trovare.
" Certo, se vuoi te lo faccio incontrare dopo il caffè"
" Gentile da parte tua, mi piacerebbe davvero tanto" sorrido
Non mi sembra corretto aver passato, anche se poco, del tempo con lui a scuola e non passare nemmeno per vedere come stia. Secondo me gli farebbe anche piacere incontrarmi... Nonstante sia colpa mia se si trova lì. Eppure non mi sento affatto in colpa, non mi sono mai sentita in colpa se qualcuno è finito dentro a causa mia; forse è proprio il mio essere fredda di spirito ad aiutarmi nel mio lavoro perchè non bisogna avere mai compassione o pietà per il nemico, altrimenti potrebbe farti scendere a compromessi e diventeresti suo complice, quindi diverresti un fuorilegge. Ed io non ci tengo, voglio restare l'agente Blaze della CIA a cui viene affidato ogni incarico abbastanza complesso per il mio livello di capacità. Sarà egoista da parte mia, ma se c'è una cosa che ho imparato,oltre al fatto che l'apparenza inganna, è che nel mondo se non si pensa a sè non si vive bene, e comprometteresti la tua vita per che cosa?
                                                            * * *
" Sei molto richiesto oggi signorino Smith" gli dice Sam aprendo la sua cella.
Finalmente lo vedo, con quella divisa arancione che mette in risalto ancor più la sua carnagione scura. Non appena mi vede sorride, e sono felice perchè devo ammettere che stavo iniziando a pensare che non avesse voluto vedermi.
C'è una lastra di vetro che ci separa, se non per un semicerchio aperto per permettere a chi ti sta difronte di sentire la tua voce. Ci accomodiamo uno di fronte all'altro e vedo Sam rimanere accanto a Jason.
" Ehm... Sei il suo bodyguard?" chiedo indicando Jason.
" Per sicurezza" risponde facendo spallucce ed è allora che lo guardo con il classico sguardo da " mi stai prendendo in giro o cosa?!"
" Dai Sam, con me sicurezza?" nel frattempo che Sam si allontana Jason mi guarda stranito. " Allora, come va?"
" Come vuoi che vada, non è divertente qui... Tutti mi evitano soltanto perchè sono di colore, poi sono arrabbiato al massimo"
" Ti ascolto" lo incito, anche perchè di solito con le altre persone che ho fatto incarcerare (e non lo sanno) le vado a trovare e le ascolto per capire ciò che provano o per ricavare altre informazioni per l'FBI, che mi permette di ascoltarli. Come? Di solito viene ingaggiato sempre uno psicologo per gli incarcerati in modo da farli sfogare e magari far confessare qualcosa, ecco io mi fingo una psicologa. Cosa che con Jason non posso fare dato che mi conosce.
" C'è Richard che non è venuto nemmeno a trovarmi e sono passati tre giorni. Lui sarebbe dovuto essere il primo a venire; insomma sei venuta tu e con te ci conoscevamo poco, e non è venuto lui che è il mio migliore amico. Poi tanto per cambiare mia madre mi ha portato i documenti dove sia lei che mio padre mi disconoscono come loro figlio. Sembra che io ora sia un criminale" si porta le mani al viso.
" Beh, criminale se hai ucciso"
" Sì, l'ho fatto. Ho ucciso il preside, ma io non c'entro nulla!" mi spiega contraddicendosi da solo. " Sono stato costretto Kim!" si avvicina di più al vetro
" Perchè non lo hai detto all' FBI?"
" Perchè chi mi ha costretto a farlo mi ha obbligato a non parlare altrimenti avrei potuto dire addio a tutti!"
" E chi è stato?" esita " JASON! A me puoi dirlo!" ci riflette un attimo su e poi decide ad aprire bocca.
                                                                * * *
" Ecco tutto!" termina
" Ma perchè non lo dici all' FBI, loro cercano di aiutarti, e ti dirò dubitano anche che sia stato tu!"
" E tu come lo fai a sapere?" non posso dirglielo. Ma lui si è confidato con me, e non so perchè ma mi dà un senso di fiducia. Sarebbe la prima persona a saperlo.
" Sai mantenere i segreti?"
" Certo!" dice con un tono ovvio.
" Anche io!" ammicco ed esco.
Quindi non è Jason l'assassino, ma perchè ha ingaggiato invece di farlo lui? Okay, c'è da considerare che nonostante non sia stato lui fa parte di un caso che stiamo risolvendo, strano non si siano subito collegati gli avvenimenti a lui... Sbatto contro qualcuno cadendo di nuovo con il sedere per terra, ed ecco che il dolore viene a farmi di nuovo visita. Stringo gli occhi e chiudo la bocca per il dolore.
" Occhietti Azzurri, attenta a dove vai!" no... Cosa ci fa lui qui???
" Uno: occhietti azzurri chiami tua sorella, due: cosa ci fai qui?"
" Dovrei fare la stessa domanda anche a te"
" Peccato, ti ho anticipato quindi sei tu a dover rispondere" fa spallucce e si allontana. Dio che nervi! Potrei davvero strangolare le persone che non rispondono quando fai una domanda! Insopportabili è dire pochissimissimo...
Mi giro e seguo con lo sguardo la sua direzione. Si avvicina alla porta che conduce al carcere minorile per poi essere fermato da Sam, che dopo pochi secondi alza gli occhi al cielo ed annuisce. Poi apre la porta delle celle ed accompagna Richard giù. Che sia andato a trovare Jason? Secondo me ha quache microcip che vede ogni movimento che faccio e mi segue, altrimenti non saprei spiegarmi perchè me lo ritrovi dovunque.
" Kim! Che ci fai lì per terra?" mi aiuta ad alzarmi Mike.
" Ho capito tutto!"
" Tutto?"
" Sì, ma dobbiamo fare in modo che il capo ci affidi un caso che è rimasto in sospeso da anni e dovremmo ricavare quante più informazioni possibile riguardo a questo caso. Dobbiamo liberare un mio amico!" esclamo infine mentre scendo le scale.
Jason, sarai fuori di lì e ti aiuterò a costo di doverti rivelare tutto! Non ti lascio lì per colpa di un pazzo criminale!

Hate To Love {COMPLETATO}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora