22. Fuck You

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Sono parecchio nervosa, oggi avremo a cena amici e siamo ancora in alto mare. Sembra quasi che in salotto sia passato un tornado e ogni ripiano libero della cucina è occupato da piatti, pentole, mestoli e ciotole.
- Harry!!- lo chiamo sperando si sia preparato. Lui mi raggiunge lentamente, indossa solo una conottiera bianca, un paio di boxer e le calze tirate al ginocchio. Gemo frustrata.
- Credevo fossi pronto, la tua roba è ancora sparsa per il soggiorno- sentendo il mio rimprovero alza gli occhi al cielo e sbuffa.
- E io ero convinto che a quest'ora la cena fosse già pronta. Siamo entrambi delusi a quanto pare- il suo tono velenoso non mi passa certo inosservato e non manco di farglielo notare.
- Se fossimo andati in un ristorante come io avevo suggerito non dovremmo preoccuparcene- lo aggredisco.
- Sì e come al solito saremmo arrivati in ritardo perché tu non sai mai scegliere cosa metterti- viene verso di infilando frettolosamente la camicia bianca che aveva in mano.
- Sbaglio o sei tu qui quello in mutande?!- chiedo acida. Mi guarda con evidente fastidio prima di sparire con passi pesanti. Mescolo la salsa che bolle lentamente in pentola e ci aggiungo del pepe. Guardo l'ora e mi accorgo che ho meno di mezz'ora di tempo per farmi una doccia, truccarmi e far cuocere il roast beef a cui manca almeno un'ora di cottura.
Dopo un'ultima controllata al forno corro al piano di sopra per fare una veloce doccia. Quando entro nella camera da letto con bagno annesso trovo Harry, intento a scegliere quale cravatta si abbini meglio con la cintura.
- Quella blu- mi guarda in cagnesco mentre lo supero.
- Non ti ho chiesto un parere- borbotta stringendosela al collo. Decido di non rispondere e mi chiudo in bagno.
Dopo nemmeno dieci secondi Harry inizia a bussare freneticamente alla porta, mezza nuda gli apro tenendo un asciugamano stretto al seno.
- Che c'è? - domando sgarbata. Questa volta è lui a non rispondere, non mi rivolge nemmeno uno sguardo prima di prendere una spazzola da uno degli armadietti e sparire dietro la porta. Sbuffo a causa del suo atteggiamento mentre mi tolgo le calze e gli slip.
L'acqua della doccia riesce a calmarmi un po'. Stando attenta a non bagnarmi i capelli mi insapono utilizzando un bagnoschiuma alla vaniglia, ma vengo di nuovo interrotta dai pugni di Harry contro il legno. Ancora bagnata e insaponata apro la porta facendo sbucare solo la testa.
- Cosa vuoi ora?- chiedo alzando il mento, sollevando le sopracciglia e imbronciando le labbra.
- Mi serve il mio profumo- mi risponde acido cercando di superarmi, ma mi metto in mezzo.
- Dimmi dov'è- ordino spingendogli contro la porta di modo che non possa entrare.
- No, fammi entrare- si lamenta ferreo.
- No che non ti faccio entrare, sono nuda- provo a discutere.
- Niente che non abbia già visto- gli chiudo la porta in faccia, infastidita dalla sua testardaggine e leggermente offesa dal suo commento.
- Dimmi dove si trova- lo sento imprecare, ma non me ne frega nulla. Quando capisce che non avrei aperto la porta in nessun caso si decide.
- Dietro lo specchio a destra, quello di Tom Ford- quando apro la porta lo trovo seduto sul nostro letto con le mani nei capelli. Senza perdere tempo gliela lancio in grembo e mi chiudo dentro. Lo sento parlare, ma l'acqua che scorre sovrasta la sua voce.
- Non ti azzardare mai più. Hai idea di quanto costi?! - che vada a quel paese.
Quando esco, avvolta nel mio accappatoio in spugna, non perdo tempo a scegliere l'intimo e l'abito color crema, che da settimane mi aspetta. Calzo un paio di tacchi e indosso gli orecchini, i bracciali e la collanina che Harry mi ha regalato per il compleanno.
-T/n, cosa diavolo é questo odore?- urla Harry dal suo studio. Mi affaccio alla porta anch'io e capisco immediatamente di cosa sta parlando. Lo supero quasi ammazzandomi contro la vetrinetta di cristallo. Appena arrivo in cucina tolgo dal fuoco il sugo ignorando di essermi appena scottata completamente il palmo della mano. Vengo raggiunta di corsa dal mio ragazzo, che alla vista della pentola gettata malamente nel lavandino, inizia a urlare.
- Che cazzo T/n!! Cos'hai combinato ora?! Possibile che non sai nemmeno cucinare della pasta. Non sai fare nulla da sola? Hai sempre bisogno che ci sia qualcuno a pararti il culo? - mi grida addosso. Stringo il polso della mia mano cercando di ignorare l'ustione.
- Non l'ho mica fatto apposta- sibilo.
- Ogni tanto mi sembra di sì. Sei sempre distratta e se non fosse per me chissà dove saresti ora- non glielo permetto. Sono la sua fidanzata non il suo cane. Non deve neanche provarci.
- Non parlarmi così. Non sono mica la figlia della serva, sono la tua ragazza e non ti permetto di parlarmi in questo modo- puntello con la mano sana il suo petto spingendolo verso il frigorifero alle sue spalle.
- Se mi parlerai ancora in questo modo non esiterò ad andarmene con la mia roba e lasciarti solo come un cane. Lascerò questo appartamento e il tuo culo soli- mi guarda con occhi di ghiaccio senza dire una parola. Mi supera lasciandomi impalata al centro della stanza. Malgrado tutto sono contenta non mi abbia invitata a lasciare la casa o lui.
Metto la mano sotto l'acqua fredda e dopo averci messo una crema che mi fa sospirare di sollievo decido, con non poca diffidenza, di recuperare il sugo salvabile, dalla padella maledetta. Piagnucolo ancora un poco maledicendomi per non aver pensato a prendere uno straccio o qualcosa di simile. Passano dieci minuti prima che possa sentire un nuovo rumore.
Immediatamente Harry si precipita alla porta e la apre rivelando i nostri quattro ospiti tutti sorridenti e eleganti.
- Ragazzi- dice il mio di ragazzo a mò di saluto lasciandoli passare. Mi avvicino anch'io contenta di non essere più sola con la persona al mio fianco.
- Accomodatevi pure, scusate per il disordine- dico come solo una vera padrona di casa saprebbe dire. Harry chiacchiera amabilmente con i suoi amici dopo averli invitati a sedersi, li sento parlare dalla cucina e li ascolto mentre porto a tavola un vassoio con dello champagne.
- Servitevi pure- sorrido a tutti. Harry non riesce nemmeno a fingere di sopportare la mia presenza.
- T/n sei sicura che non stia bruciando niente? - domanda maligno. Arriccio il naso e lo ignoro.
- Se foste arrivati solo 5 minuti fa capireste di cosa parla. Fortunatamente però ho pronta della salsa al pomodoro direttamente dal miglior supermercato di New York- tutti ridacchiano, ma Harry non sembra apprezzare.
- Dico sul serio, sappiamo tutti che non sai cucinare e che qui sono io lo chef, dovresti stare attenta a non suocere la pasta, quindi è meglio se torni in cucina- rido ignorando la sua maleducazione che però non è passata inosservata a Niall al mio fianco o ad Hailee. Zayn guarda per terra e Gigi osserva con fin troppo interesse le bollicine nel suo bicchiere.
- Non voglio lasciare i nostri ospiti soli con te, chi può sapere che una tua barzelletta non li faccia scappare- ringhia un poco prima di prendere un lungo sorsata.
- Allora come vi stavo dicendo...- ma vengo interrotta.
- Dico sul serio, forse dovresti tornare in cucina- muove qualche passo verso di me e ora non si scherza più.
- Ma io...- provo a dire.
- Ho detto che devi andartene in cucina cazzo!!- mi urla addosso prendendomi il polso destro.
- Fottiti- sibilo.
Credo di non essermi mai sentita così, offesa e ferita. Mi stacco dal suo corpo, prendo il mio cappotto lungo, le chiavi di casa e scappo giù per le scale. Sbatto la porta dietro le mie spalle e corro il più veloce possibile per quanto mi permettano i miei tacchi. Mi mancano ancora parecchie rampe quando vedo Harry sbucare fuori dal nostro appartamento. Lo sento urlare il mio nome e l'unica cosa che faccio è fermarmi per togliermi le scarpe così da scappare più velocemente.
Non so cosa gli sia preso e forse da brava fidanzatina dovrei stargli accanto, ascoltarlo e non fiatare ma lasciar parlare lui, ma non siamo negli anni cinquanta o in una stupida telenovela e non posso passare sopra a quello che mi ha detto.
- T/n, fermati, cristo!!- urla schiacciando il tasto per chiamare l'ascensore. Non devo neanche dirlo che l'ho ignorato.
Esco giusto in tempo dal portone principale prima che le porte dell'ascensore si aprano rivelando Harry che mi cerca con uno sguardo dispiaciuto. Ma che vada a fanculo.
Finisco tra le trafficate strade di New York e senza guardarmi indietro chiamo un taxi.
- Mi porti a Central Park- ordino all'autista prima che mi raggiunga.

Immagina |Harry Styles| (in revisione)Where stories live. Discover now