10. Six months (pt.1)

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Mi giro leggermente così da ritrovarmi faccia a faccia con lui. Un sorriso sghembo sulle sue labbra mentre i suoi occhi rimangono fissi sulla mia bocca leggermente socchiusa.
Un piccolo cipiglio tra le sue sopracciglia che spazzo via con una bacio che lo fa ridacchiare divertito per il mio gesto infantile. Mi avvicina di nuovo al suo viso lasciando che le nostre labbra si incontrino solo fugacemente, facendo nascere un ringhio da parte sua.
- Quello non era un bacio- i suoi occhi sono socchiusi e le sue labbra leggermente aperte lasciano che lenti e caldi sbuffi colpiscano le mie guance rosse. Ridacchio per poi ripetere lo stesso gesto con la stessa rapidità del primo, fin quando l'oggetto delle mie attenzioni non mi costringe vicino a sé, permettendogli di lasciarmi un lungo e casto bacio.
- Che ore sono?- domando trattenendo uno sbadiglio.
- Ancora troppo presto per alzarci. Potremmo rimanere qua ancora un po'. Devi essere in ufficio non prima delle 9:00- mi regala un sorriso pigro con tanto di fossette annesse.
Si tira su appoggiandosi con i palmi delle mani al materasso accanto alle mie spalle.
Si avvicina al mio viso baciandomi con passione e le mie mani si arrampicano sulle sue braccia, fino ai muscoli della sua schiena che si tendono quando spingo il mio bacino verso il suo. Uno sbuffo freddo esce dal suo naso e ci mette più fretta nelle sue azioni.
Nella spaziosa camera da letto al secondo piano si sentono solo i nostri sospiri e gli schiocchi dei nostri baci, almeno fino a quando una vibrazione non attira la nostra attenzione, e di mala voglia mi allontano da Harry, spingendomi contro le lenzuola appiccicate alla pelle della mia schiena.
Il suo braccio destro vaga verso il comodino imponendosi maggiormente sul mio corpo steso e immobile. Quando afferra l'apparecchio elettronico si spinge verso la sua parte del letto lasciandomi libera dalla sua imponente presenza. Scompostamente si appoggia meglio contro il morbido cuscino di piume cercando di assumere un tono più deciso possibile.
- Pronto?- si schiarisce la voce un paio di volte ed io rimango a fissarlo curiosa.
- Oh, ciao Mandy- come se potesse materializzarsi al centro della stanza in questo stesso momento, la schiena di Harry si raddrizza velocemente, facendo scivolare sui suoi tatuaggi le coperte intrise del nostro odore.
- No, qua tutto bene. Quando torni a casa?- senza fare rumore mi scosto di dosso la trapunta che ora sembra mi si sia incollata addosso, non permettendomi di respirare o muovermi. Appoggio i miei piedi nudi sul freddo legno del pavimento e recupero il mio intimo e i miei vestiti sparsi in giro per la stanza.
- Non dovevi tornare sabato? Oh, quindi sei ancora lì. Questo significa che non riusciremo a visitare mia sorella prima che torni a Holmes Chapel. Sarà per un'altra volta- ascolto con indifferenza la sua voce ma mentalmente registro ogni parola.
- Nessuna novità. Com'è il tempo lì?- mi chino per raccogliere la mia camicia che ieri sera era stata sfilata con tanta maestria dalle mani che ora stringono il cellulare in chiamata.
- Anche tu mi manchi- quando queste quattro parole vengono pronunciate mi infilo con più eleganza possibile nel piccolo bagno padronale annesso alla camera da letto. Chiudo con forza la porta alle mie spalle senza preoccuparmi di Mandy dall'altra parte del telefono.
Con movimenti lenti e delicati elimino dal mio corpo ogni goccia di sudore residuo della notte e mi avvolgo in un ampio asciugamano color crema. Mi pettino i capelli passandoci ripetutamente le mani così che abbiano un aspetto più curato.Asciugo, tamponando, la mia pelle, che ancora formicola dove le dita di Harry si sono appoggiate solo ieri sera.
Infilo con delicatezza il mio intimo e la mia camicia bianca, la mia giacca militare color kaki in contrasto ai miei jeans a zampa.
Sguscio silenziosamente fuori dal piccolo bagno pieno di vapore e noto con dispiacere che Harry è ancora al telefono con lei.
- Certo amore, la casa è così vuota senza di te. Ora ti devo lasciare, un bacio- lascia andare un lungo sospiro prima di appoggiare il cellulare sul comodino accanto al letto e alzare con un movimento veloce il busto, così da rimanere seduto sul materasso. Mi guarda con un sorriso pigro e allarga le braccia come ad invitaremi ad avvicinarmi a lui, ma mi volto solo dalla parte opposta, concentrata sui bottoni della mia maglia.
Sento il fruscio delle coperte dietro di me ma non mi muovo nemmeno quando le sue lunghe dita si appoggiano sulla pelle scoperta del mio stomaco.
- Sentito? Abbiamo ancora un'intera settimana solo per noi due- mugolo leggermente cercando di allontanarmi dal suo corpo.
- Fantastico, non vedo l'ora- la mia voce è chiaramente seccata e intrisa di sarcasmo.
- Ehy, tesoro cos'è successo? Non sei felice? Mandy è via, siamo solo noi due-
- Come diavolo fai a non rendertene conto?!- frustrata mi allontano da lui per poi girarmi ed essere faccia a faccia, un paio di metri a dividerci.
Il suo viso è confuso ma so che sa dove questa conversazione andrà a parare.
- Sono sei dannatissimi mesi che questa cosa va avanti e ancora non l'hai lasciata- prendo un forte sospiro come se un po' di ossigeno possa darmi la forza che mi serve.
- Come credi mi senta ogni volte che le dici quanto ti manca e quanto tu la voglia con te?! Odio essere l'amante, odio essere quella con cui ti diverti quando tua moglie è via-
- Devo intrufularmi come un ladro in casa tua e sopportare la visione delle foto del vostro matrimonio, della vostra luna di miele, delle vostre vacanze e quelle del cenone di Natale con tutti i parenti- il suo sguardo è basso e non incrocia mai i miei occhi.
- Avrei dovuto lasciar perdere, non dovevo farmi abbindolare dalle tue parole dolci. Mi promettevi che saresti stato con me, che il vostro matrimonio era finito e che sarei stata libera di chiamarti mio. E invece eccomi qua, dopo sei mesi a fare sesso in quello che è ancora il vostro letto, a scappare alle cinque del mattino per paura che i tuoi vicini mi vedano, a sperare che Mandy, tua moglie, debba prolungare la sua assenza per un altro paio di giorni- sto urlando ma non me ne preoccupo e nemmeno lui.
- T/n, è complicato- le sue parole sono timide ma chiare.
- Avanti, illuminami- la mia voce è piena di scherno e lui alza piano lo sguardo fino a incontrare i miei occhi.
- Abbiamo iniziato a fare terapia di coppia, lei è diventata più dolce, mi ama davvero. Non posso spezzarle il cuore-
- Ma puoi spezzare il mio, puoi lasciarmi andare e dimenticarmi. Puoi dimenticarti di noi-
- T/n ti prego. È mia moglie, è la mia famiglia ora-
- E io cosa cazzo sono?! Una a cui volevi entrare nei pantaloni?!- urlo con più violenza di prima.
-Sono una rovina famiglie, lo so benissimo Harry. E come credi mi senta? Tu non sai quante notti io abbia passato in bianco, terrorizzata da quello che sono diventata dopo averti incontrato. Ma sono ancora qui ad aspettarti- è davanti a me ora. Il suo corpo mezzo nudo è così grande rispetto al mio tremante e singhiozzante. Non mi sono nemmeno resa conto di star piangendo, almeno fino a quando le sue mani non si poggiano sulle mie guance bagnate.
- Perché non capisci che ti amo?-
- Perché non mi ami. Non nel modo che voglio io-
- Non dovresti accogliere il mio amore indistintamente?-
- Non credo di potercela fare più- siamo così presi dal nostro sfogo che a malapena ci accorgiamo del leggero cigolio della porta sospinta da una donna. Mandy.
Sorride ampiamente mostrando una fila di denti perfetti e smaglianti fino a quando la faccenda non si palesa completamente ai suoi occhi. La sua valigia di Louis Vuitton è ai suoi piedi e le mani che reggono il manico del trolley dietro di sé stringono un biglietto aereo e le chiavi di casa.
Il mio respiro è ancora tremolante, quello di Harry, che ancora colpisce le mie labbra, si è fermato facendolo assomigliare a un uomo di pietra dopo aver incontrato gli occhi di Medusa. Sua moglie è proprio davanti a noi e non è difficile immaginare quello che è successo la notte prima. Il letto sfatto, i vestiti di Harry buttati in giro per la stanza, un mazzo di rose appoggiato al comodino, le candele spente e due calici da Champagne la cui bottiglia galleggia in un recipiente che ore prima conteneva cubetti di ghiaccio.
Le labbra di lei si muovono alla ricerca di qualche parola mentre i suoi occhi si riempiono di lacrime salate.
- Mandy...- Harry è il primo a parlare ma lei lo zittisce facendo cadere le valige con un tonfo e emettendo un rumoroso singhiozzo. Gli occhi di lei sono fissi sulla mia figura memorizzando ogni mio dettaglio come se così facendo io evapori. Trema fortemente ma non quanto la sua voce quando pronuncia il nome di Harry.
- Ti prego calmati-
- Come cazzo faccio a calmarmi quando ti ho trovato a letto con questa puttana- con un dito mi indica disgustata e io mi faccio piccola. Urla, piange, sta per crollare. - Non ti basto più? Credevo fossimo andati avanti, che la terapia avesse funzionato. Avresti potuto lasciarmi se non riuscivi a tenerlo nei pantaloni nemmeno per un weekend- Harry si muove verso di lei ma lo allontana schifata.
- Non provare nemmeno a toccarmi, sei un bastardo; e tu?- muove pochi passi veloci verso di me, sono pronta a uno scontro diretto. Ma prima che possa sferrare un singolo colpo, Harry la afferri per i fianchi allontanandola dal mio cuore in frantumi così come il suo.
- Non ti vergogni? Con un uomo sposato. Hai rovinato il mio matrimonio, la mia vita, sei solo una puttana. Una puttana, mi hai capito!! Sei una puttana!! Sparisci!! Fuori da casa mia brutta stronza!!- le sue urla sono interrotte dalle lacrime che infiammano le sue guance mentre Harry la abbraccia da dietro facendole da sostegno. Mi guarda terrorizzato mentre io corro a recuperare la mia borsa appoggiata su un poltrona in un angolo e precipitarmi giù dalle scale, inseguita dagli urli di dolore di una povera donna a cui ho rovinato la vita.
*
Rimango seduta a guardare la strada davanti a me. Per qualche strano motivo non riesco a trovare la forza di girare le chiavi dell'auto e tornarmene a casa. Rimango ferma a stringere tra le mani il volante. Sto cercando di metabolizzare ciò che è appena successo, ho sempre voluto che Harry lo dicesse a Mandy, sarei stata accanto a lui durante il divorzio e dopo un paio di mesi da quando avrebbero firmato le carte saremmo usciti allo scoperto. Di certo non mi immaginavo che lo venisse a scoprire così, Dio, praticamente suo marito le ha detto in faccia che ama un'altra. Era dall'altra parte della porta. Lei è la moglie e io mi lamento perché non mi sento abbastanza amata da lui. Qui quella egoista sono io, non Harry. Prima che possa premere il piede sull'acceleratore vengo spaventata da un battere insistente alla mia destra. Harry è davanti a me, la camicia chiusa solo parzialmente e i pantaloni più larghi che io gli abbai mai visto addosso. Mi indica con una mano la portiera sinistra e io mi sporgo oltre il cambio per aprirla e farlo salire in auto. Solo quando si siede noto che è a piedi scalzi e tiene i suoi stivaletti consumati in mano. Alza lo sguardo verso di me, alcune ciocche disordinate cadono sulla sua fronte e lui fa un veloce gesto per metterle a posto. - Cosa stai facendo?- domando vedendolo infilarsi le scarpe. - Cosa dovrei fare? Vengo con te- risponde abbottonandosi la camicia e stirando le pieghe del tessuto. - E Mandy?- mi azzardo a chiedere. -Credo che prima che possa rivedermi dovrà prima trovare un avvocato divorzista- risponde lasciando che le sue mani cadano sul suo grembo. - Mi dispiace- non so neanche perchè lo dico, credo sia l'unica cosa si possa dire in questi casi.
- Il nostro matrimonio sarebbe finito comunque, questa cosa tra di noi ha solo accelerato le cose- - Questa cosa tra di noi?- - Sì, questa cosa tra di noi- - E tu vuoi continuare questa cosa tra di noi? Anche dopo tutto quello che è successo?-
- Certo, questa cosa tra di noi è ciò che mi ha tenuto vivo negli ultimi sei mesi- e trovo la forza di ripartire augurandomi che questa cosa tra di noi durerà molto piu di soli sei mesi.

Mi vergogno da morire. Sono scomparsa per settimane e ricompaio con un capitolo mediocre. Ci ho provato. A presto, (questa volta per davvero).

-Georgia Olivia Rose.

Immagina |Harry Styles| (in revisione)Where stories live. Discover now