4. I will see you again

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Harry's p.o.v.

Passeggio lentamente lungo il buio marciapiede ascoltando ogni minimo rumore attorno a me. I miei stivali di camoscio sono consumati e sfregano sull'asfalto bagnato come se le mie gambe non avessero la forza di sollevarli. Non so da quanto tempo abbia lasciato la mia casa ma poco mi importa. I palazzi che mi circondano sono alti e grigi e la luna proietta su di essi la mia ombra che vaga triste tra le strade di Londra, non ho idea di dove io mi trovi e il mio cellulare è morto lasciandomi naufrago tra le strade.
So però che una musica lontana è il motivo per cui ho deciso di addentrarmi in questo sconosciuto angolo della città.
La musica proviene dall'interno di un pub scarsamente illuminato, segnalato dalla presenza di un'insegna al neon che illumina la porta e le finestre impolverate e rigate dalla pioggia, che, fino a un'ora fa, colpiva il mio capo nascosto dietro un cappuccio nero.
Quando entro mi sembra di essere stato catapultato in un bar malfamato degli anni '50; dietro il bancone un uomo alto e palestrato lucida un boccale con uno straccio sporco, lo stesso che utilizza poi, per togliere una macchia appiccicosa da uno dei tavoli vicini. Un altro uomo rimane seduto in un tavolino lontano dall'ingresso nascondendo il suo corpo grasso grazie alle tenebre che sembrano regnare anche in questo locale. Sui piccoli tavoli disposti casualmente sul pavimento in legno scuro albergano bottiglie di birra e bicchieri rovinati dai troppi lavaggi e dai maldestri clienti.
I miei occhi scorrono con voracità lungo le pareti e si fissano poi sul jugbox che intona una canzone di Bowie, non credevo esistessero ancora. Mi siedo su uno degli sgabelli senza rendermi conto che accanto a me un'altra figura rimane impassibile rigirandosi tra le mani un piccolo ciondolo.
Vedo i suoi occhi, coperti da qualche ciocca bionda, saettare su di me ma non la guardo direttamente in viso. Con un cenno richiamo il barista il quale dopo pochi secondi lascia davanti a me un bicchierino di whisky.
- Non berlo- mi fermo quando una dolce voce si fa sentire da sotto la grande felpa verde militare.
- Come scusa?- allontano il bicchiere dalle mie labbra per poi voltarmi verso la ragazza che mi fissa dritta negli occhi mostrandomi un viso giovane e pallido.
- Non ti conviene berlo, è una sua produzione, lo fa in una baita poco fuori città e ci sta ancora lavorando- la guardo ancora senza dire una parola. Appoggio lentamente il bicchiere inchiodando le mie iride verdi nelle sue.
- Ehm, grazie per l'avvertimento- lei alza le spalle per poi voltarsi di nuovo verso il jugbox.
- E cosa dovrei ordinare secondo te?- lei si volta con gli occhi spalancati.
- Ehm, io ti consiglio quel gin con l'etichetta nera, sempre che ti piacciano i gin- il barista mi si avvicina lentamente mentre un cipiglio è presente tra le sue folte sopracciglia, versa con cura il liquido e lo avvicina poi alla mia mano appoggiata pigramente sul legno unto del bancone. Mentre sorseggio l'alcool che mi è stato versato posso vedere con la coda dell'occhio la ragazza accanto a me guardarmi rapita.
- Non ti hanno mai detto che è maleducazione fissare la gente?-
- Che ti importa? Domani saremo solo ricordi sfocati, io, questo bar e questa gente-
- Se tu mi dicessi il tuo nome forse non rimarresti solo un'ombra sfocata-
- Sono T/n. E tu come ti chiami ragazzo misterioso?-
- Non dirò il mio nome a una ragazza che ho appena conosciuto, potresti essere un'assassina- ridacchio prendendo un altro sorso.
- Cavolo mi hai beccato Occhi Verdi- la guardo stranito ma un sorriso rimane sulle mie labbra screpolate.
- Occhi Verdi? Seriamente?- lei sorride malinconia.
- I tuoi occhi assomigliano dannatamente tanto a quelli di una persona che conosco. Sei il suo fantasma che è venuto a tormentarmi?- lascia ricadere sul suo petto il ciondolo a forma di elefantino prima di afferrare il collo della sua bottiglia di birra.
- E invece tu assomigli a quella stronza della mia fidanzata che è andata a letto con un altro uomo- il mio tono rimane basso ma sputo quelle parole con più cattiveria di quanto volessi. Lei alza le folte sopracciglia prima di lasciarsi andare in una leggera risata per niente colpita da quello che le ho appena detto.
- Ovviamente, per quale altro motivo un così bel ragazzo dovrebbe aggirarsi in un quartiere del genere in piena notte-
- Per lo stesso motivo per cui una ragazza con un viso così perfetto beve da sola in uno sporco pub nei bassifondi di Londra- lei mi guarda negli occhi e penso che il mio cuore si sia quasi fermato dalla freddezza che trasmettono.
- Il mio principe azzurro ha messo incinta la strega cattiva, se proprio vuoi saperlo. La tua principessa?-
- Credo che tu ti riferisca al lupo travestito da dolce nonnina; bè ero pronto a chiederle di vivere per sempre felici e contenti quando ho scoperto di non essere l'unico principe. Ancora non capisco come non me ne sia accorto- sento la piccola mano di T/n poggiarsi sul mio bicipite e sospirare tristemente.
- E la cosa più triste è che ora siamo entrambi finiti a ubriacarci per due persone a cui non importa niente di noi, perché non avrebbero fatto quel che hanno fatto se davvero avessero creduto a tutte le parole che uscivano dalle loro bocche- il mio tono di voce si alza ancora di più e probabilmente molte orecchie ora sono a conoscenza della rabbia che mi sta divorando, e potrei continuare a parlare, a urlare finché la mia voce mi abbandonerà ma il dolce tocco della ragazza al mio fianco mi distrae. Le sue dita affusolate si sono appoggiate sulle mie labbra rosse e ora il mio viso è voltato verso di lei, molto più vicina di quanto ricordavo. Lei mi sta guardando negli occhi ma io sono concentrato sulle sue labbra carnose, leggermente separate e mando al diavolo ogni briciola di buonsenso premendo le mie desiderose sulle sue delicate.
Al diavolo Mary, al diavolo la nostra relazione, al diavolo l'anello che ancora riposa nella tasca destra della mia giacca.
Le nostre bocche si fondono in un bacio desiderato da entrambi mentre le mie grandi mani stringono le sue guance arrossate, i suoi respiri sono veloci e colpiscono il mio viso ogni volta più frequentemente. Quando ci stacchiamo per riprendere fiato i suoi occhi sono ancora chiusi, incerti e timorosi di scoprire che non è stato solo un sogno a occhi aperti.
- Apri gli occhi Bella Addormentata- le sue ciglia svolazzano prima di posarsi sul mio viso. Mugola qualcosa prima di fare un piccolo sorriso facendomi ridere leggermente davanti alle guance arrossate.
- La serata ha appena preso una piega inaspettata- si china nuovamente lasciando leggeri baci sulle mie labbra ciliegia. Io annuisco pigramente certo di dove andrà a parare questa serata ma mi zittisco quando lei riprende parola.
- È stato un piacere Occhi Verdi, ma credo sia ora che io me ne torni a casa- si alza stiracchiandosi la schiena mostrando la sua figura per intero.
- Io... Credevo ti fosse piaciuto il bacio, non volevo essere avventato- ma lei ride prima di legarsi al collo una sciarpa nera.
- E mentirei se dicessi il contrario ma si è fatto tardi, è stato un piacere- si avvicina nuovamente appoggiando le sue mani sul mio petto. Mi bacia di nuovo con passione e le mie mani si appoggiano automaticamente sui suoi fianchi stringendola a me.
- Ci vedremo di nuovo Occhi Verdi, magari in una situazione migliore di questa. Io rimarrò un'ombra nel buio fino a quando non mi porterai alla luce- e la lascio andare vedendola immergersi nel buio delle strade di Londra.

Immagina |Harry Styles| (in revisione)Where stories live. Discover now