63•capitolo -Guardami-

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Scusate sia il ritardo che gli eventuali errori, ma non ho avuto molto tempo. 😅

Stefania:

"Che cosa ti prende?"

Glielo domando cercando i suoi occhi, che lui continua a negarmi. Lo sapevo che la mia ricomparsa lo avrebbe scosso parecchio, ma di certo non mi aspettavo che lui fosse così scostante. A dir il vero, credevo che mi avrebbe abbracciato, stretto forte tra le sue braccia e sussurrato che non dovevo più lasciarlo.
Questo suo comportamento, però, è inaspettato e non so che fare, ne che pensare.

"Cosa mi prende?" Le sue labbra ora formano una linea obliqua amara. Un sospiro fuoriesce dalle sue narici in modo duro, forte. "Giorgio?"

E lì capisco che il vedermi avere così tanta confidenza con il poliziotto, lo ha destabilizzato parecchio. Deve aver pensato di più di quello che in realtà c'è stato. Non ho considerato i suoi sentimenti nel frattempo che cercavo di convincerlo a lasciarlo andare, non accorgendomi che lui avrebbe potuto fraintendere. Con Giorgio, il poliziotto, nel frattempo che mi trovavo in una casa fuori dal mondo, ci siamo molto legati. Praticamente è stato l'unico che avevo vicino quando mi sentivo sprofondare per la mancanza di Chris, il quale mi è mancato da morire.
Mi sono sentita morire senza la sua presenza nella mia vita. Il pensiero di lui che potesse stare male per la mia morte, mi ha devastata e uccisa davvero.

"Davvero stai pensando che io abbia avuto qualcosa con lui?" La mia domanda ha già una risposta, perché ho capito che le cose stanno così. Io per rassicurarlo, per fargli capire della mia totale devozione verso di lui - l'uomo che ho sempre amato - mi avvicino di qualche passo, ma come se gli dessi fastidio, lui fa gli stessi passi che ho fatto nella sua direzione, ma indietro. Lo guardo stranita, mi manca il fiato per il suo rifiuto alla mia vicinanza; un sospiro che mi spezza le ossa esce dalle mie labbra, ma non mi arrendo e mi avvicino ancora di più, ancora più in fretta per evitare di creare distanze tra noi. Le mie mani, in modo veloce, prendono il suo viso e cerco i suoi occhi, che lui continua a tenere bassi.

"Guardami!" Sussurro guardandolo dritto negli occhi, ma lui continua a non concedermi il suo sguardo e anzi vedo la sua testa scuotersi. "Guardami, sono io, Stef!" Mormoro soffiandogli in viso. Lui lo sento che sta tremando sotto il mio tocco, ma ancora è troppo arrabbiato per guardarmi. "Ti prego, Chris, guardami!"

Lo sento respirare in affanno nel momento in cui alza gli occhi sui miei, come una calamita si attirano, e in quel momento esistiamo solo io e lui. Ci sentiamo in ogni fibra, ritorniamo a casa, senza più nessun ostacolo sul nostro cammino.

"Chris..." prendo un lungo respiro, e cerco dentro di me la sicurezza e la calma per incuterla anche a lui. "Non ho fatto niente con quel poliziotto. Non vedevo l'ora di tornare da te e poterti dire che sei l'unico... che lo sei sempre stato per me!" Lo ribadisco più di una volta, mentre mi avvicino a quelle labbra che non tocco più da due mesi. Lui lo sento come respira in affanno, come i suoi occhi sono lucidi, come non è più il suo sguardo: qualcosa dentro di lui si è spezzata e sono stata io a spezzarla.

"Torniamo a casa!"

È l'unica cosa che dice, prima di spostarsi dal mio viso e lasciarmi lì, ferma, interdetta. Avrei voluto baciarlo, farmi stringere, ma lui ha tutt'altro piano. E la paura mi sta accecando adesso, la paura che lui possa non volermi più dopo ciò che è successo. Ma io non posso accettarlo, non dopo tutto quello che abbiamo passato per stare insieme. Non dopo il cammino ad ostacoli che abbiamo camminato per ritrovarci.

Entra in macchina mentre sono ancora ferma nello stesso punto in cui i nostri occhi si sono incontrati, lui non prova a farmi premura, mi da il tempo di metabolizzare e respirare con la mia stessa aria. Cerco un po' di razionalità in me, prendo finalmente aria, guardo la macchina di Chris e ci entro dentro.

Da soli, insieme! (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora