26•capitolo -sceglimi-

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Ritorniamo in hotel, e quando siamo davanti alla porta, sono costretta a girarmi per salutarlo. Lui ha le mani conficcate nelle tasche, e lo sguardo che sta navigando nel vuoto. Stranamente non mi guarda, non come fa sempre. Ad un certo punto, però, i suoi occhi si spostano sui miei, e io mi immobilizzo per ciò che sento. Come sempre d'altronde, le sensazioni non vanno mai a diminuire, anzi, si intensificano sempre più.

E come fai a starmi dentro ogni pensiero, a mancarmi anche solo se non mi guardi. E come faccio a stare sempre in un bivio: odiarti se mi provochi, odiarti se non lo fai, perché è come se mi sentissi abbandonata da te.

"Allora... buon...". Ma mentre sto per augurargli la buonanotte, lui mi fa presente i suoi pensieri.

"Ma hai visto il signor Liang come ti guardava? Non andare da lui mai senza di me!" Lo dice con un espressione corrucciata, con le narici dilatate e le mani strette in due pugni.

Istintivamente, un piccolo sorriso appare sulle mie labbra che non ho il tempo di nascondere, e lo vedo che se ne accorge. Il fatto di sentire che lui possa essere geloso di me, se da un lato mi destabilizza e vorrei non desiderare le sue attenzioni, né tanto meno la sua gelosia, dall'altra, non mi fa sentire amata da lui, mi fa capire che per lui non sono sola una sfida da vincere, ma un sentimento vero e profondo alla quale sono io a scappare.

"Sei geloso per caso?" Infatti gli domando, con un sorriso malizioso che non riesco a mascherare. O forse, per una volta, non voglio farlo.

Sbaglio, sbaglio sempre in sua presenza. Mi lascio andare molte volte e mi faccio vedere davvero, ma avendocelo così vicino, per me diventa una missione impossibile non mostrare ciò che sono e ciò che voglio.

E forse è proprio per questo che lui continua a provarci con me, che non molla, perché sono sicura che lui lo avverte come fa il mio cuore ogni volta che i suoi occhi sfiorano i miei. Forse riesce a sentire come tremano le mie gambe, come mi trattengo, nonostante cerco di fingere con l'espressione del viso di finta indifferenza che fatico ad avere, anzi, che non ho con lui.

Ora i nostri occhi si stanno guardando, sfida, desiderio, bramosia, tutto in un semplice sguardo. E forse anche un cieco si accorgerebbe della tensione che c'è tra noi, della profonda voglia che abbiamo di poter azzerare le nostre distanze e bearci dei nostri sospiri trattenuti ogni volta, e delle nostre pelli che entrando in contatto, creerebbero uno spazio nel mondo tutto nostro, dove nessuno dei due vorrebbe più scappare.

"E seppure fosse così? Qual è il problema?" Continua a scrutarmi con sfida, il suo sorriso incurvato lateralmente e i miei occhi azzurri, che ora sembrano un cielo in piena tempesta, dove non riesco più a trattenere quell'eruzione che sta avvenendo dentro di me, quel vortice che mi sta risucchiando, quella passione che ha preso posto al buon senso.

"Non sono di tua proprietà!" Ma devo sempre essere decisa, devo fargli capire che non ci sarà mai nulla tra di noi. O forse sto continuando a sfidarlo, perché voglio che lui lo faccia con me e che si spinga sempre più in là, che faccia di tutto per farmela perdere la razionalità. Nonostante nella mia testa urla che non devo permettere che accada, la parte più grande di me vuole stringerlo e farsi stringere dalle sue braccia che esprimo protezione e voglia di aggrapparsi a me.

E lui, in quel preciso istante, azzera le distanze tra noi e lo sento il suo fiato accarezzarmi il viso con lentezza, la stessa che mi fa andare fuori di testa.

"Non è ciò che voglio, Stef...". Lascia la frase a metà, mentre il suo profumo mi inebria così tanto, da dover socchiudere gli occhi per poter riprendere il regolare battito del mio cuore che non sembra ascoltare il richiamo della mia testa che gli intima di smetterla di fare così ogni volta che c'è lui. "Non ho mai voluto che tu fossi di mia proprietà!", poi continua e lo guardo ancora. "Ho sempre voluto che fossi tu a scegliere me, volevo che mi sceglievi prima e voglio che mi scegli ancora adesso. Io non ti voglio mettere catene, voglio solo che tu mi vuoi nello stesso modo in cui io voglio te. Le catene sono per gli insicuri, la gelosia lo è. E io sono geloso, si, sono geloso di quello lì che ti guardava il seno, che ti desiderava. Semplicemente perché non ho la certezza che tu mi vuoi e voglio averti solo per me, voglio poterti stringere con la certezza che nessun altro mai lo farà. Ma non ti imporrei mai di fare qualcosa che non vuoi, perché come ti ho già detto: sei tu a dover scegliere. Io ti ho già scelto da tempo!" Lo sussurra quasi come se avesse paura di essere ascoltato. E io, ascolto ogni singola parola che esce dalle sue labbra. E tutto ciò, mi fa sentire amata come non lo sono mai stata. E forse è una parola troppo grande, ma è così che in questo preciso istante mi sta facendo sentire, perché io questa sensazione di amare ed essere amata non l'ho mai sentita. Nemmeno con Alfredo che per quanto sentivo il suo amore per me, io non riuscivo ad amarlo nello stesso modo.
"Buonanotte, Stef!" Non mi da neanche il tempo di ribattere, di analizzare ciò che ha detto, che mi saluta e mi volta le spalle. E io rimango spaesata, perché so che avrei voluto chiedergli di rimanere e stringermi forte a lui. Volevo dirgli di annullare questi quattro anni, di farmi credere che sia stato un brutto sogno, ma pur sempre un sogno. Quelli non reali. Di farmi sua come io voglio essere sua, di dormire insieme e svegliarci insieme, e di darmi il primo bacio la mattina.

Da soli, insieme! (COMPLETA)Where stories live. Discover now