Capitolo 12 - Il castello

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-Il castello-

(Capitolo 12)

<<Che fine hai fatto stanotte? Perché mi hai abbandonato in balia di quell'illusione? Perché mi hai portato in quel luogo? Rispondi>>.

Cassandra era davanti a me, non rispondeva. Anzi, a volte sembrava pure sorridere divertita. Avanzò verso di me, mi accarezzò i capelli e mi diede un bacio sulla guancia seguito, improvvisamente, da un pugno sullo stomaco.

Piegato dal dolore vidi lei che scappava: inciampava spesso ma si rialzava velocemente.

Poi mi svegliai.

L'impatto fu shoccante, non ricordavo di essere nella tenda di uno sconosciuto. Joseph non c'era, ma sentivo dei rumori provenire da fuori.

La luce del sole colpì i miei occhi abbagliandomi tanto da non riuscire a vedere bene quello che mi stava davanti, tuttavia percepivo degli odori, odori squisiti.

<<Buongiorno Jackie! Ti ho preparato la colazione. Scegli tu: pane e marmellata di baccafrago o latte e cereali?>>

<<U..una fetta di pane e marmellata sarebbe perfetta, grazie Joseph. Ah, buongiorno anche a te>>.

La gentilezza e la disponibilità di quel ragazzo mi colpivano: in poche ore mi aveva salvato da un incubo spaventoso, trovato un riparo e offerto la colazione. Sembrava davvero un bravo ragazzo...
<<Phanpy è andato a prendere un po' d'acqua dalla fontanella dietro quella strada. So che è strano ma, nonostante sia un pokémon terra, non ha paura del contatto con l'acqua!>>

<<Ah, quindi hai anche un Phanpy, wow. Hai altri pokémon?

<<Non ancora, ho iniziato il mio viaggio per la regione da poco. Mi trovo qui ad Hannington perché questo pomeriggio proverò il test di ammissione per entrare come allievo nell'accademia di Mike, l'ex Super4, lo conosci?>>.

Mike aveva una scuola per allenatori. E io non lo sapevo.

<<Lo conosco. In realtà mi ha chiesto lui di venire a Hannington, mi vuole sfidare...>>.

Raccontai a Joseph la storia di mio padre e mia madre e del perché mi ero messo in viaggio, fidandomi per la seconda volta nel giro di poco tempo di uno sconosciuto. A differenza di Cassandra, però, Joseph aveva gli occhi chiari. Chiari non solo a causa del colore celeste ma anche della purezza del suo carattere. Joseph sembrava non avere filtri e dal suo viso trasparivano tutte le emozioni che provava: mi guardava a tratti sorpreso, a volte divertito, altre ancora addirittura sbalordito.
<< Conoscevo già la storia di Belle e Romeo- mi interruppe- nella mia isola sono due vere e proprie leggende e tu...tu sei loro figlio! WOW! Che fortuna averti incontrato Jack, sono felice!>>.

Era uno spasso e anche io ero davvero felice di averlo incontrato.

<<Bhè, allora il figlio delle leggende deve andare da Mike. Che facciamo, mi accompagni?>>
<<Ci puoi contare!>> disse Joseph sorridendo.

Il mio nuovo compango ed io camminammo a lungo: la scuola non era altro che il castello che si trovava in cima alla montagna di Hannington. Durante il viaggio, però, nonostante l'allegra compagnia, non riuscivo a non pensare al sogno che avevo fatto e alla sua protagonista.

Tutte le mezze frasi, gli sguardi bassi, le cose non dette durante il giorno prima all'improvviso presero notevolmente più importanza rispetto a quanto di bello ci eravamo detti. Avevo sbagliato a fidarmi di una persona così e forse avrei dovuto ascoltare più la mia parte razionale, mentre quella emotiva era rapita dal fascino di quella ragazza.

Così, arrivai a pensare che l'essere casualmente su quel traghetto, l'incidente in mare della moto o l'insistere sull'ostello non erano affatto delle casualità, ma delle sue volontà. Davvero Cassandra mi aveva indotto di spontanea volontà dentro l'illusione di Zoroark o anche lei era stata vittima di essa?
E se lo fosse stata, perché non avvertirmi del pericolo anziché scappare, lasciandomi lì dentro?

La testa, invasa da timori, incertezze e domande, cominciava a farmi male. Nel frattempo, però, arrivammo al castello.

L'edificio era il tipico castello medievale gigantesco, con le classiche mattonelle rosse che davano vita ad una struttura meravigliosa: ai lati del castello si ergevano due splendide torri, in cima alle quali svolazzavano fiere due bandiere.

Appena arrivati, il ponte levatoio si abbassò per permetterci il passaggio.

Uno Sneasel di vedetta nella torre aveva avvisato qualcuno del nostro arrivo.

I rumori provenienti dal fossato non erano dei più rassicuranti.

Non mi sbagliavo: una coppia di enormi Feraligatr nuotava tra le acque proprio sotto il ponte.

Il cortile che mi trovai davanti era immenso: era circondato da un antichissimo chiostro e al centro si ergeva un fontanone di marmo.

L'atmosfera austera e maestosa era percepibile anche negli gli occhi dei ragazzi che abitavano il cortile: giovani allenatori e allenatrici, su per giù miei coetanei, lottavano con entusiasmo l'uno contro l'altro.

Altri studiavano, altri ancora chiacchieravano o stavano in compagnia del proprio pokémon.

Tra i ragazzi, improvvisamente, spuntò una figura non più giovane: il viso segnato dal tempo contrastava con i suoi capelli rosso fuoco che gli donavano un'aria giovanile. Gli abiti formali che indossava dovevano farmi capire che si trattava di una persona molto importante.

L'uomo si avvicinò e mi sorrise: <<Tua madre ha ragione: hai gli stessi occhi di tuo padre. Benvenuto alla Hannington Academy, sono il preside della scuola: il mio nome è Mike>>.

Pur non avendomi mai visto, Mike mi aveva riconosciuto. Somigliavo davvero così tanto a mio padre?

<<Io sono Joseph- esclamò il mio compagno di viaggio- e sono qui per l'esame di ammissione alla palestra>>

<<Bene, bene Jackie, vedo che hai portato un amico. Piacere di conoscerti Joseph, il tuo esame inizierà presto>>.

Mike fece cenno di seguirci. Entrammo nel castello e ci dirigemmo verso un'antica sala da ballo. I lampadari di cristallo riflettevano la luce proveniente dalle enormi finestre ai lati della sala, mentre un sontuoso tappeto rosso decorava tutto il pavimento.

<<Mettiti all'estremità destra del tappeto, Joseph, Guendalina arriverà presto per iniziare l'esame>>.

Un attimo dopo che Mike pronunciò quelle parole, da sinistra arrivò una giovane ragazza: il colore dei suoi capelli variava tra il nero e il blu ed erano legati ai lati formando due code. Portava gli occhiali, indossava una camicetta bianca con una cravatta blu e una minigonna a frange dello stesso colore della cravatta.

Il suo sguardo era fiero e determinato, proprio come quello di tutti gli altri studenti della palestra.

Guendalina si sistemò le code e, improvvisamente, tenne una pokéball tra le mani. In effetti non avevo notato che le decorazioni dei suoi codini erano proprio due pokéballs.
<<E' ora che il tuo esame abbia inizio: sconfiggimi ed entrerai in accademia>> disse a voce alta la ragazza.
Joseph rispose con un sorriso: il suo corpo muscoloso si irrigidì. Era nervoso, ma l'adrenalina che scorreva nelle sue vene lo rendevano carico abbastanza per affrontare la sfida improvvisa.
Mentre i due sfidanti si guardavano l'un l'altro, Mike venne verso di me e mi diede una pacca sulla spalla. Aveva voglia di assistere all'incontro in mia compagnia.

Guendalina lanciò la sfera ed immediatamente il campo fu occupato da uno splendido esemplare di Masquerain.

Joseph rispose liberando il suo Galvantula.

La sfida tra insetti stava per avere inizio.

Pokémon SoulWhere stories live. Discover now