Capitolo 6 - Cassandra

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-Cassandra-

(Capitolo 6)

Non appena il vento spazzò via il fumo, la prima cosa che notai fu una lunga chioma di capelli neri: neri coma le pece, come il buio.

<<LASCIAMI STARE TI HO DETTO, FINIAMOLA QUI!>> esclamava la proprietaria di quelle lunghe ciocche.
<<Ma dai bella, non vuoi il premio per la vittoria?! Non vedi che il mio Koffing sta già creando l'atmosfera giusta per una situazione alquanto intima...dai sù>>.
Quella voce apparteneva, invece, ad un uomo, un omone per l'esattezza. Era enorme e pelato.
Avevo capito fin troppo bene cosa stava accadendo: odio queste cose, dovevo intervenire.

<<Aipom, afferra quel bidone e usa l'attacco lancio su Koffing, io penso al tizio>>. Così, mentre Aipom afferrava il bidone e lo lanciava dritto in faccia al pokémon veleno, io mi scagliai verso l'uomo facendomi carica con un urlo.
<<LASCIALA IN PACE!>>.
Sferrai un pugno dritto alla pancia del tizio enorme. Questo subì il colpo e mollò la presa dei lunghi capelli color della notte.
Il fumo era andato via, facendo spazio ad un viso angelico, candido, che contrastava fortemente col colore degli occhi, che sembravano quasi due pezzi di onice poggiati su un lago di latte.

Mi distrassi, lo devo ammettere, e così arrivò il contraccolpo, dritto in faccia. Che male...

<< E tu chi saresti? Il fidanzatino?! Levati di mezzo marmocchio>>.

Vidi la sua mano arrivare dritta dritta in faccia, ma non arrivò mai a destinazione: due mani, più delicate, trattennero il pugno.

<<Falla finita Hugh, ho vinto la sfida, accetta il fatto che sono più forte di te, sparisci adesso>>
<<Stai zitta tu- il tizio di nome Hugh scaraventò la ragazza per terra- sono affari tra uomini questi>>

<<Aipom, svelto, attacco COMETE su di lui!>>.

Aipom, che con la bidonata aveva messo al tappeto il koffing di Hugh, lanciò una raffica di stelle luminose in faccia al tizio, costringendolo alla resa e quindi alla fuga.
<<Ci rivedremo, Cassandra>>.

Mentre Hugh fuggiva, aiutai la ragazza ad alzarsi da terra. Il suo sguardo era spaventato, ma nascondeva qualcosa, un qualcosa da cui stare alla larga forse.

<<Non ho bisogno del tuo aiuto, me la cavo da sola, ahi...>>

<<Ne sei sicura? Non credere che io sia come lui! C'è gente migliore in giro...dai, ti porto a casa: ho una bella motocicletta parcheggiata lì dietro, ti va di fare un giro?>>.

Non ero stato mai così spavaldo con una ragazza in vita mia, ma con lei mi venne naturale.

<<Pensi che possa lasciarmi abbindolare da una moto? Tu invece non credere che io sia come tutte le altre>>
<<Questo lo immaginavo. Sbaglio, o dicevi al tizio "ho vinto la sfida"? Tu non sei come le altre: tu sei un'allenatrice. Come me>>
<<Indovinato...comunque Cassandra, piacere>>.
Cassandra...che nome magnifico: antico come il tempo, mitico come le storie da cui proviene.

<<Sono Jacki...ehm Jack (secondo me Jack suona più figo...), vengo da Ridley>>
<<Un ridleyano qui a Riverpool? Tu sei matto...mi piace!>>.
D'un tratto sul volto di Cassandra si dipinse un sorriso, una pennellata delicata di rosa che diede colore a quel volto pallido.
Cosa mi stava accadendo? Non capivo, era una sensazione nuova, strana. All'improvviso dimenticai tutto quello che avevo pensato prima, persino lo scopo del viaggio. La mia mente era riempita da suo sorriso.

<<Jack...ci sei?>>.

Cassandra recuperò la mia attenzione scuotendo la sua mano di fronte al mio viso mentre, alle mie spalle, sentivo Aipom ridacchiare.

<<Allora, dov'è che vai, signor "salva donzelle"?>>.

Non avevo ben capito che cosa avesse detto, ma le risposi ugualmente: <<ehm...ho un importante incontro all'accademia di Hannington, quindi adesso devo scappare. Ciao, Cassandra>>.
Rosso: il mio viso era rosso, il mio cuore batteva all'impazzata. Stavo morendo di imbarazzo. Non mi era mai successo: anche le risate di Aipom mi infastidivano, tanto che decisi di farlo rientrare nella sua sfera.

<<Hannington? Wow, stai parlando della grande città medioevale oltre il mar Zaffiro? Bello...fantastico! Mi sa che pure io andrò ad allenarmi lì. Bhè, cavaliere Jack, ci vediamo e...grazie>>.

Cassandra disse tutto così in fretta che ancora una volta non recepii bene le sue frasi, ma il mio cervello ne afferrò soltanto una: andrò ad allenarmi lì. Avrei rivisto quella ragazza: non so perché, ma questo mi sollevò e mi riempì il cuore. Per non parlare del "grazie"; avevo percepito anche quella parola, e mi rendeva tanto, tanto felice.
<<Pr..prego. Ciao>>.

Furono le uniche parole che riuscii a pronunciare. Nel frattempo, Cassandra, agile come il vento, prese dalla sua borsa di stoffa colorata una pokéball: ne uscì un grandissimo esemplare si Swoobat che, con la sua forza, riuscì a sollevare Cassandra e a trasportarla nel cielo.

Ancora frastornato da quello strano incontro, mi diressi verso la mia moto, misi il casco e tornai per la mia strada.

Dopo mezz'ora di viaggio giunsi finalmente a destinazione:  il porto di RIverpool. Da lì avrei dovuto prendere il traghetto per attraversare il mar Zaffiro e raggiungere Hannington il prima possibile.

Adesso il viaggio stava davvero per cominciare.

Pokémon SoulWhere stories live. Discover now