Capitolo 4 - Ritorno al presente

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-Ritorno al presente-

(Capitolo 4)

Sono passati 30 anni da quella storia e molte cose sono cambiate: la notizia del fallimento dei Super 4 con Ho-Oh fece il giro di tutta Works ed August, Mike, Katrine e Belle si ritirarono.
I primi tre si trasferirono in città molto distanti da Ridley, mentre a Belle venne affidata la palestra Alfa, ormai decaduta in quanto, dopo il fallimento dell'impresa, Ridley perse la sua nomina di "città sforna campioni".
Ma a Belle questo non importava: allevare i pokémon era la sua più grande passione e, con la palestra, poteva condividerla con l'unica persona che continuò a stimarla e a trattarla da campionessa: Romeo.
Già, perché quell'incontro fu fatale per i due allenatori, che da quel giorno lottarono contro tutto e tutti per salvaguardare il loro amore.
Belle e Romeo vissero a fianco uno accanto all'altra per molto, molto tempo: trascorrevano le giornate curando la palestra e cercando di trasmettere la passione per i pokémon ai giovani di Ridley, ormai lontani dall'idea di diventare allenatori.
La loro vita era perfetta, il loro amore era perfetto, ma la perfezione non esiste e così, come tutte le cose belle, anche questa storia finì, e anche tragicamente.

Una notte d'estate, durante una festa, i compaesani cominciarono a prendersi gioco di Romeo, prendendolo in giro per le sue origini e per il fallimento dell'impresa con Ho-Oh. Romeo non aveva un carattere affatto facile e così la discussione finì in uno scontro corpo a corpo, l'ultimo per Romeo che morì a causa delle percosse.

Al funerale di Romeo andammo solamente Belle ed io, a tutti gli altri non importava nulla di quello "straniero".
Belle decise di chiudere la palestra Alfa e si ritirò in casa consolata dall'affetto dei suoi pokémon e dal mio.

"Dal mio?" Direte voi. "Dal mio", rispondo io.
Come non potevo consolare, in un momento così difficile, mia madre?
Sì: io sono il frutto di quell'amore bellissimo, combattuto e deriso, di quell'amore sfortunato che non conobbe pace nemmeno l'ultimo istante della sua esistenza nella vita terrena.
La gente del posto non mi vede di buon occhio proprio perché (dicono molti) ho gli stessi occhi di mio padre, lo stesso carattere; quel temperamento tenace che lo contraddistingueva ma che non veniva apprezzato in questo tugurio.
Da allora il mio unico obiettivo è stato quello di riscattare il nome di mio padre e donare felicità a mia madre, e c'era solo un modo per ottenere tutto questo:

diventare un allenatore.

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