Capitolo 11 - Notti oscure

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Era troppo tardi: era volato via dalla finestra.

<<TEPIG, NO!>> Urlai.

C'era solo una cosa da fare: dalla tasca della mia felpa presi una pokéball e la lanciai verso Tepig. La sfera lo raggiunse, lo sfiorò appena, ma riuscì a proteggerlo al suo interno.

La pokéball era tornata fra le mie mani. Avevo salvato Tepig, e lo avevo pure catturato.

Tirai un sospiro di sollievo ma l'incubo non era ancora finito: i tre pokémon avversari erano ancora lì, agguerriti come non mai.

Mandai in campo Tepig, lui mi guardò e mi sorrise: gli avevo salvato la vita e lui era felice di essere parte del mio team.

<<Tepig, braciere, ora!>>

Il mio nuovo pokémon colorò di rosso il corridoio e colpì i tre avversari.

Benissimo, li avevo distratti abbastanza, era arrivato il momento di scappare.

Corsi verso scala ormai distrutta, presi Tepig in braccio e mi lanciai tra le macerie.

Non oso pensare a quanti piani di scale mi feci rotolando: sentivo dolore un po' ovunque e da qualche parte, non so dove, mi usciva pure del sangue.

Precipitai nella hall, Tepig ed Aipom fortunatamente stavano bene. Cercai disperatamente di muovermi, ma le ferite facevano molto male. Nonostante ciò, mi rialzai immediatamente, dopo aver visto Zoroark, Abra e Mimikyu a pochi metri da me.

Aipom e Tepig si schierarono davanti a me per proteggermi.

Abra cominciò a muovere le mani in modo strano, stava preparando un attacco psicoraggio. Mimikyu ci fissava e intanto stava caricando un'altra palla ombra. Zoroark, il capo, precedette tutti scagliando contro di me un potentissimo attacco neropulsar. Dietro di loro le fiamme del precedente attacco di Tepig avevano provocato un incendio, distruggendo tutto l'edificio fatto interamente di legno.

La situazione era critica, era la fine.

I miei pokémon erano pronti a lanciare fiamme e stelline, ma si bloccarono alla vista degli attacchi dei tre pokèmon. Psicoraggio, palla ombra e neropulsar vennero scagliati contro i miei pokémon, protetti da me che nel frattempo ero riuscito a prenderli in braccio.

D'un tratto il rumore degli attacchi fu sostituito dallo scroscio di un getto d'acqua, mentre le tenebre furono squarciate da una luce abbagliante.
<<Oshawott, più grinta in quell'idropulsar, dai Galvantula, più carica a quel fulmine!>>

Una voce maschile alle mie spalle dava ordini ad un Oshawott e ad un Galvantula, che, grazie ai loro attacchi, riuscirono ad annullare quelli di Zoroark e compagni.

Mi voltai: davanti a me si presentò un ragazzo alto, atletico, dai boccoli biondi. Feci un cenno col capo per ringraziarlo e mi voltai: la battaglia doveva finire.

<<Uniamo i poteri dei nostri pokémon>> gli proposi.

<<Sì, ma tieni, il tuo Aipom non può fare nulla contro i pokémon di tipo spettro, lanciagli questa!>>.

Il ragazzone prese dalla sua tracolla blu un dischetto giallo: si trattava di una Mt.

Mi fidai e la lanciai verso Aipom. Questo fu avvolto da una luce che gli diede una fortissima scarica elettrica.

<<Che diavolo è?>> esclamai.

<<Si tratta di fulmine, adesso Aipom può attaccare con quella mossa!>>.

Aipom, nel frattempo, aveva assorbito tutta quella carica elettrica, riuscendo a scaraventarla contro i pokémon avversari.

La scossa di aipom si unì a quella di Galvantula, mentre Oshawott e Tepig attaccarono con idropulsar e braciere.

Zoroark era pietrificato, ordinò qualcosa ad Abra e i tre pokémon sparirono all'istante. Erano andati via con il teletrasporto.

Con essi sparì tutto: l'albergo, il vento, l'incendio.
Era stata tutta un'illusione creata da Zoroark.

Ci ritrovammo su un grande prato. Eravamo sbalorditi.

<<Ho sentito tutto questo casino da lontano, ma è tutto finto...incredibile. Ma tutto è bene quel che finisce bene! Comunque, mi chiamo Joseph, piacere>>

<<Ciao Joseph, sono Jackie e sono di Ridley e non ho la più pallida idea di cosa sia successo questa notte>>

<<Dai, cerca di non pensarci e andiamo a riposare, sembri distrutto e non hai nemmeno dormito. Ho piantato la mia tenda sotto una quercia fantastica!>>

Con i miei pokémon in braccio, barcollante, seguivo questo cordiale sconosciuto verso la sua tenda, pieno di dubbi e domande. 

Dubbi e domande che riguardavano solo e soltanto un'unica persona: Cassandra.

Pokémon SoulWhere stories live. Discover now