Capitolo 5 - Verso una nuova vita

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<<Jackie, hai capito bene: è Mike, l'ex Super 4, è il mio vecchio collega che vuole incontrarti. Sono passati tanti anni da quando i Super 4 si sono sciolti, ma io e lui abbiamo continuato a sentirci. Sappi che da lontano ti è sempre stato vicino e ha monitorato la tua crescita attraverso le mie parole. Non appena gli ho raccontato del tuo talento naturale con i pokémon mi ha pregato di portarti da lui per trasferirti ad Hannington e diventare allievo della sua accademia. Eri piccolo e gli ho sempre detto di no, ma lui ha insistito così tanto che alla fine gli promisi che ti avrei portato da lui un giorno. Sai, Mike non sopportava tuo padre, ma lo ha sempre considerato un allenatore in gamba, tanto da reputarlo il suo miglior rivale di sempre>>.

Rimasi in silenzio per qualche secondo. Vedevo gli sguardi di mia madre e di Aipom fissi su di me, quasi preoccupati per la mia strana reazione.
Era forse quella l'occasione che aspettavo da una vita, l'occasione per riscattare il nome di mio padre e di far rivivere la sua leggenda attraverso le mie esperienze?
Sì, era questa l'occasione.
Risalii le scale, cominciai ad aprire l'armadio e inserire nel mio zaino più grande tutto l'occorrente per un viaggio.
<<Oggi l'allenamento si salta Aipom, finalmente si parte!>>.

Mia madre mi osservava mentre sistemavo alla meno peggio merendine e vari oggetti . Sopra il letto Aipom, ad un tratto, scoppiò a piangere.

<<Che hai piccolo?>> non feci in tempo ad accarezzarlo che, con la sua grande mano, allontanò la mia, come se non volesse che lo accarezzassi.
<<Jack, questi sono i pokémon di papà, vai e affronta questo viaggio>>
disse mia madre mentre mi porgeva le vecchie sfere di papà.

<<Mamma stai scherzando? E' il mio viaggio, non è il sequel di quello di papà, quelli sono i suoi pokémon, io ho il mio>>.
Non appena pronunciai la mia sentenza mi diressi a braccia aperte verso Aipom.
<< Ma allora sei proprio scemo, eh?! Secondo te, ti avrei lasciato qui amico mio?>>.
Aipom saltò tra le mie braccia e in un istante feci quello che non avevo mai avuto il coraggio di fare.

Posai Aipom sul letto, aprii il cassetto del comodino e presi una pokéball che avevo vinto una volta a scuola dopo aver fatto a pugni con un bullo.

<< Benvenuto in squadra, Aipom!>>.
Lanciai la sfera addosso al pokèmon che d'un tratto fu avvolto da una luce rossa. La luce si raccolse al centro della sfera e, dopo qualche leggero movimento, tornò veloce nella mia mano.
Il mio migliore amico era adesso diventato il mio primo pokémon, e non potevo essere più felice.
<<Ma amore- interruppe mia madre- Mike è fortissimo, come farai a sconfiggerlo solamente con Aipom?>>
E fu lì che cominciai ad infastidirmi: << Allenerò Aipom, combatterò contro tutto e tutti, farò crescere la mia squadra. Mamma, ricordati di chi sono figlio>>.

A quel punto mia mamma sorrise, si avvicinò a me e mi strinse in un forte abbraccio, dopo si allontanò, mi diede una carezza ed esclamò: << sei proprio come tuo padre. Vai e sii forte>>
<<Sarà fatto>> le risposi. Diedi un grosso bacio a mia madre e scesi in garage: avevo un'altra creatura da catturare.
Mamma mi raggiunse in garage e guardò esterrefatta: <<Jackie, cosa diamine stai facendo?>>.
Indossai il vecchio giubbotto di pelle di mio padre. Dentro le tasche c'era ancora qualche carta stropicciata (mia mamma non aveva voluto lavarlo per paura che sparisse il profumo di mio padre) e soprattutto loro: le chiavi della motocicletta!
<<Mamma dai, ho venti anni, fammi iniziare il mio viaggio in modo figo!>>.

Aprii il garage e salii in sella alla moto dei miei sogni, feci un cenno con la mano a mia madre e rombai verso l'uscita.

Il mio viaggio era iniziato: l'adrenalina che mi procurava il guidare quella moto tra le larghe strade boschive di Ridley era tantissima. Impennavo e acceleravo quasi come a voler dare un segno concreto al mondo di quello che avevo dentro: rabbia, gioia, euforia, desiderio di riscatto.
D'un tratto, però, tutti i miei gesti folli da centauro si interruppero quando il mio sguardo incrociò la lancetta della spia del carburante che indicava il rosso.

<<Accidenti>> esclamai, avrei dovuto fermarmi al prossimo distributore e fare il pieno. Fortuna che avevo portato con me i soldi guadagnati l'estate precedente durante il mio lavoro al Pokémarket.

Sfortunatamente non c'erano rifornimenti nella strada che stavo percorrendo, ma d'un tratto spuntò un cartellone, come un segno dal cielo, che mi indicò il rifornimento PokéOil più vicino. La strada che stavo percorrendo era quella che dalla montagna attraversava il bosco per scendere in mare e il rifornimento più vicino era a Riverpool, l'eterna nemica di Ridley.
Non avevo scelta e così, preoccupato di non farcela, mi diressi verso la città portuale più grande di Works.
Effettivamente non c'era più motivo di essere in contrasto con questa città: da quando mia madre aveva chiuso la palestra, quella di Riverpool, la palestra Omega, era diventata la più importante di tutta la regione. Nonostante ciò, ancora adesso Ridley e Riverpool vivono questo conflitto che viene tramandato da generazione in generazione.
Finalmente raggiunsi la stazione PokéOil. Feci il pieno e, dopo aver parcheggiato, andai al bar per un croissant. Aipom uscì dalla sua sfera e mi accompagnava, fedele, sulla spalla.
<< Non era delizioso quel croissant Aipom?!>>

<<Ahiiii>> replicò la mia piccola scimmietta.

<<Bene, sono contento che ti sia piaciuto, adesso rientra: il viaggio per Hannington è ancora lungo, sù bel...>>.
Non feci in tempo a finire la frase che la mia attenzione fu catturata da fumi e rumori che provenivano da una stradina a fianco della stazione.
Corsi immediatamente verso quella strada, muovendo velocemente la mano per spazzare via il fumo dagli occhi: non avrei mai potuto immaginare quello che vidi, non appena il fumo si fece meno denso.

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