23.<Dà rèis.>

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James guardava la donna come in trance. Si era seduta di fronte a lui al tavolino, accavallando le lunghe gambe fasciare da un paio di jeans stretti e neri, un paio di stivaletti con il tacco. I capelli corti a caschetto e gli occhi azzurri acuti e "freschi". Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Dea Luna, era sua.
-Cosa vuoi sapere? -
Il primo impulso di James fu quello di rispondere "tutto". Era vero. Voleva sapere qualsiasi cosa, su di lei.
Aprì bocca per parlare, ma non spiccicò una frase. Che diavolo aveva? Si era per caso intontito?
-James? -
-Ti chiedo scusa.- deglutì a fatica.
-Non mi è mai capitato di rimanere a corto di parole, ma... -
-Sei stato colpito da un altro fulmine? -rise Ysla. Una bellissima risata che lo sconvolse tanto quanto la bellissima sensazione che gli suscitò nel petto. Cavolo era già innamorato cotto.
-No... Credo che l'effetto del primo non sia ancora passato. - scosse la testa, rispondendo un sooriso aperto sulle labbra.
-Perché sei qui? - le mani di Ysla si appoggiarono sul materiale liscio e legnoso del tavolino. Scomprendo una cicatrice sul polso. James ebbe un tuffo al cuore. Qualunque cosa l'avesse provocata non era sta di certo una passeggiata. Gli immortali raramente aveva cicatrici di quel genere, visto la loro grande capacità di guarigione. Lei aveva dovuto soffrire tanto per portarne ancora i segni. E lui si sentiva dannatamente in colpa.
-Non ti mentirò. Ero qui per un motivo ben preciso. Ma tutto è andato a farsi fottere quando ti ho visto. -
-Che intendi? -
Lui sorrise gentilmente allungando le mani verso di lei. Le dita maschili si strinsero attorno alle sue, provocandogli un leggero batticuore, incroció le propria le dita con le sue in modo gentile.
-OH. - completamente sorpresa Ysla, i suoi occhi passarono dalle loro mani giunte fino al suo viso, accettò di buon grado quella carezza.
Aveva capito ogni cosa. Che donna intelligente. Dea Luna. Stupenda donna, che voleva subito conquistare. Appena aveva visto James non era riuscita a calmare i nervi, sempre più nervosa con il cuore a mille, osservata da quel bellissimo uomo. I suoi capelli biondo scuro, il viso virile e gli occhi chiari, sembrava un Angelo.
-Sono la tua... -
-Si. - le sorrise ampiamente, mostrandole un luccichio profondo negli occhi.
Nello stesso istante due uomini entrarono nel locale. Ysla si voltò ad osservarli. Vestiti casual, ma avrebbe comunque riconosciuto l'odore di morte dei cacciatori.
-Scusami. Devo servirli...-
Si alzò sinuosa dalla sedia, avvicinandosi ai due ergumeni. Uno di loro portava una folta barba incolta, mentre l'altro con l'espressione da bambino la fissava maligno.
-Cosa posso portarvi, signori?-
-Due caffè. - rispose brusco, "barba incolta".
Ysla annuì, afferrando il taccuino e scrivendoci sopra.
Di certo non aveva scritto quella misera ordinazione, ma una parola sola, che fece scivolare sul tavolo di James quando vi passò accanto.
"Cacciatori".
Pochi attimi dopo, si era alzato con decisione avvicinandosi ai due. Doveva agire, fare qualcosa, proteggere la sua donna a qualsiasi costo. Con sorrisi sornioni, furono contenti della battaglia imminente. Ma prima che si potessero muovere, comparve Ysla. Gli occhi argentei, mentre canticchiava una leggera canzone.
Il canto dapprima lieve si trasformò in un grido assordante. James si tappò le orecchie, chinandosi a terra mentre le finestre si rompevano e schegge di vetro colpivano i cacciatori, che rimanevano trafitti e cadevano a terra. Nessuno dei due si era mosso, come ancorati al terreno, comandati da una forza innaturale .
Ysla afferrò per un braccio James, lo trascinò verso l'uscita tenuta aperta dall'altra donna.
In poco tempo si rese conto che nel locale era scoppiato un incendio. No, non scoppiato, ma appiccato. Le sue orecchie continuavano a sanguinare e i timpani si erano rotti. Ma in poco tempo sarebbe guarito.
-James? James? Stai bene?Avrei dovuto avvisarti. Mi spiace tanto. -
Lo strattonò Ysla, col volto preoccupato. Cercava di tenerlo in piedi, ma il suo grosso corpo sembrava volesse cadere al suolo. - James! - urlò Ysla, afferrandogli il viso. Lo lasciò sedersi a terra, osservandogli spesso le ferite. Lentamente si riprese.  Nascosti all'angolo del bar in un vicolo chiuso.
-Che.. Che cosa sei? - balbettò stordito.
-Dà rèis.- rispose Ysla.
James annuì. Il mistero si stava svelando.

<Dà rèis.>
Due razze.

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