20.

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Zoe sollevò le palpebre. Si sentiva spossata, esausta dopo una notte insonne a pensare alla sua natura. Le sembrava assurdo, come un sogno , impalpabile...
Dastan era stato fuori per tutto il tempo, organizzando l'attacco con i suoi uomini e quelli di suo padre, era seriamente occupato a vendicarla.
Fra poche ore sarebbero partiti e lei non avrebbe potuto fermarli.
Per quanto loro fossero forti e veloci, i cacciatori possedevano armi terribili, automatiche, che avrebbero potuto uccidere un immortale con un solo colpo. La sua paura più grande sarebbe stata perdere Dastan o suo padre. Il solo pensiero gli procurò un dolore tremendo al petto.
Cercò di prendere lunghi respiri, ma la fitta al petto si andava sempre più accentuando. L' aria nei polmoni all'improvviso scomparve e lei si ritrovo a terra agonizzante. Mille puntini si staziarono davanti alla sua vista, accecanti e luminosi da procurarle fitte terribili alla testa. Si porto le mani alla testa, ma nel farlo notò che le sue mani erano incandescenti, le unghie le erano cresciute in piccoli artigli e sembrava che la pelle stesse andando letteralmente a fuoco.  I dolori iniziarono ad intensificarsi, portandola a piegarsi in posizione fetale, sulle guance iniziarono a scenderle lacrime silenziose, mentre iniziava a perdere coscienza.
Il mondo si mosse e dietro le sue palpebre chiuse iniziò a sognare. Le sue gambe nude immerse nell'acqua colorata da mille petali di fiori, tessuti lisci le avvolgevano il corpo, rossi come i suoi capelli, milioni di specchi rimandavano indietro il riflesso di una figura sfuocata, circondata dal verde. Ma, poi si ritrovò distesa in una radura fra il verde, le vesti bianche erano sparite e intorno a lei si paravano alberi e piante arrampicatrici, un odore profondo di muschio e di abete. Zoe seguì un percorso, le piante sembravano spostarsi per farla passare, le sue mani sfioravano i tronchi e le foglie, cosi veri e vividi, così naturali che sembrava di vivere la realtà, ma era cosciente di essere svenuta. Come era possibile? Il percorso terminò su uno piccolo stagno. L'acqua sembrava uno specchio grigio, completamente opaco. Zoe si appoggiò ai bordi, riflettendosi all'interno. I suoi occhi verdi erano passati al color miele, ed intorno a lei crebbe un aura dorata che prese forma. Piccole orecchie appuntite, un lungo muso con lunghi denti e artigli. Una volpe.
Una volpe rossa.
Sollevò il braccio e mosse le dita all'interno dell'acqua , sfiorando con le dita la volpe, il suo essere.
Sembrava che le stesse sorridendo, che la stesse accettando.

Si svegliò di soprassalto, il cuore un tamburo nel suo petto, delle braccia la tenevano stretta. Riconobbe Dastan mormorarle parole dolci e baciarla fra i capelli. La preoccupazione vivida sul suo viso.
-Dastan..-mormorò lei.
-Oh, piccola mia...ero così spaventato...- la sorprese fissandola nelle iridi lucide di lacrime. Zoe, sollevò le dita accarezzando il suo viso.
-Sto bene adesso. Cos'è successo?- il suo corpo sembrava tremare leggermente mentre Dastan l'aiutava a mettersi seduta sul letto. Sembrava non essere più lei...non riusciva più a riconoscere il suo corpo, sembrava completamente estraneo, ma nello stesso tempo suo. Le forme erano sempre le stesse, ma allora perchè si sentiva così diversa?
-Ti ho trovata stesa sul pavimento. Ho temuto il peggio!Cos'è successo?-
-Non lo so, ho fatto uno strano sogno e credo di essere mutata...- gli occhi di Zoe si rivolsero verso il suo corpo. C'erano le gambe e le braccia, non mancava nulla, ma allora..
Dio...
-Dastan.- richiamò l'attenzione sul suo braccio, dove un tatuaggio disegnava il suo polso. La sorpresa percorse il viso del suo uomo, mostrandole una punta di soddisfazione mal celata.

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