7.

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Dastan entrò nell'appartamento seguito da James, con passo sicuro. Zoe era di spalle seduta sul divano a guardare la tv. Si era piegata sulle ginocchia, ad osservare attentamente un telegiornale locale, con i capelli rossi vaporosi intorno al viso e una mano poggiata sotto il mento. Si voltò non appena si accorse della presenza dei due uomini, sedendosi dritta.
-Non credi sia ora di chiudere?- domandò riferendosi alla tv con un cenno del capo.
Zoe si imbronciò scuotendo la testa e muovendo le ciocche rosse che le rimbalzarono sulle tempie.
-No, ti prego. Mi sembra di essermi persa il mondo mentre ero chiusa in quella prigione. Non ho idea di cosa sia successo in questi anni.-sussurrò osservandolo da capo e piedi come suo solito.  Il suo sguardo verde fu però intercettato dalla figura di James alle spalle di Dastan. Che fosse per caso attratta dal suo amico? Strinse i denti in una forte morsa, facendo rimbalzare lo sguardo dalla piccola rossa al suo secondo in comando. James era un bell'uomo, single, senza una compagna e con nessuna apparente voglia di cercarla...  
Dastan si lasciò cadere pesantemente sul divano affianco a Zoe. La piccola rossa, gattonò per i pochi centimetri che li dividevano e si sedette su di lui, appoggiando la testa al suo ampio torace.  Come sua abitudine cercava sempre di stargli il più vicino possibile, come se il suo corpo riuscisse a captare il loro legame. Come se riuscisse a sentire ciò che li legava.
-Lui..lui chi é?-chiese sollevando gli occhi verso James.
-É un'amico, non ti farà del male...-rispose rigido aspettando che lei si voltasse per lanciargli altre occhiate. Il solo interessamento verso di lui, lo rendeva furibondo.
-Non mi piace..- sussurrò Zoe, rannicchiandosi contro di lui.  Dastan provò un moto di tenerezza e infine di sorpresa. Trattenne a stento una risatina, sollevando gli occhi divertiti verso l'amico che li guardava imbarazzato.
-Tesoro, lui è qui per mostrarti alcune cose, vorrei solo che mi indicassi le cose che riconosci...-disse tornando serio, ricordando il motivo della presenza di James. Allungò le mani verso la cartella che il biondo stringeva in mano. -Faremo con calma.- Afferrò le foto stampate e mentre carezzava i capelli di Zoe, cominciò a mostrarle ai suoi occhi attenti.-Riconosci, qualcosa piccola? Anche un piccolissimo particolare...-

Le prime foto erano molto vecchie, ingiallite e la ragazza scosse la testa. Quelle non le dicevano nulla.
Dustan le mostrò un'altra foto.
Zoe fissò la foto, che ritraeva una casa bianca, un piccolo giardino e un albero su cui era legata un altalena. Il respiro le si bloccò in gola, mentre i ricordi le si affollavano in testa. Chiuse gli occhi mentre figure e parole le passavano in testa come dei flash. Una bambina dai capelli rossi che sorride, mentre si dondola sull'altalena, spinta dal una donna dal colore di capelli simili a quelli che ornano il piccolo visino paffuto.
Con le mani afferrò un'altra foto, in cui apparivano due persone adulte. L'uomo era sorridente e stringeva la donna con le braccia attorno alla bambina. Sembravano felici...
-Li conosco..-sussurrò contro il petto di Dastan, che la teneva stretta.
-Quella sono io..loro sono mamma e papà..-rispose chiudendo le palpebre e rannicchiandosi ancor di più contro di lui. -Me li ricordo adesso, perché solo ora?-
-Probabilmente, il tuo cervello aveva bisogno di uno stimolo, per cercare qualcosa che aveva conservato nella memoria..-rispose risoluto James, che nel frattempo si era spostato di fronte a loro.
-James, ti pregherei di approfondire...-disse Dastan. L'amico annuì pronto a mettersi a lavoro cercando i genitori di Zoe. Ne seguì un momento di silenzio, James decide di lasciare l'appartamento camminando a lunghi passi verso l'uscita.
Dastan invece tenne stretta la sua donna. Con un senso di oppressione nel petto. La cullò per ore prima che lei si addormentasse, ancora con il viso umido e totalmente sconvolta, distesa per metà sul busto di Dastan e per metà sul divano. Quando il suo respiro divenne regolare, lui la sollevò dolcemente, temendo di svegliarla, la portò a letto, fra le lenzuola in cui aveva sempre dormito. Quelle lenzuola in cui aveva sempre immaginato di vedere la sua donna, adesso era lì, bellissima e dolcissima, con i lunghi capelli a formare un'areola rossa, in cui voleva affondare le mani, mentre la baciava. In un lampo, si ritrovò steso sul letto accanto a lei, il viso a pochi centimetri dal suo. Voleva baciarla, voleva assaggiare il suo sapore, sentire il calore e la dolcezza di quelle labbra... le sue labbra si poggiarono lentamente su di lei. E lui fu perduto.

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