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-Dastan.-ripeté Zoe, assaporando quel nome. Era bellissimo. Il suo viso d'angelo, con tanto di capelli scuri e occhi viola tentatori. Occhi viola, paranormali e bellissimi. Il suo corpo era degno di un guerriero maori, abbronzato e perfetto, ogni solco ogni rilievo di muscolo tendevano la maglietta nera, facendolo sembrare molto più che appetitoso. Si stupì dei suoi pensieri. Come poteva avere una voglia matta di spingerlo a sedere sfilargli la maglia e toccare quel petto di marmo scolpito. Percorse il suo corpo con occhi attenti, con la voglia a stento trattenuta di saltargli addosso. Le sue cosce, Ah, le sue cosce, come potevano quelle di un uomo eccitare tanto? Si chiese. Quell'uomo era perfetto, sotto ogni punto di vista. Si accorse appena di stare ansimando e di essere eccitata. Era troppo attenta e concentrata ad osservare Dastan, che si chinava muovendo quei muscoli forti e duri.
-Di là ci sono alcune cose per te, se vuoi fare un bagno. Intanto ti cercherò qualcos'altro da mangiare..-le sorrise lanciando un occhiata alla carta del cioccolato stretta ancora fra le sue mani.
-Io..grazie..-borbottò distratta, mentre lui le poneva sul letto asciugamani puliti.
-Voglio..mmm...desiderei che tu facessi un bagno e che poi parlassimo..ci sono alcune cose che devo sapere, bimba.- si corresse. Doveva di certo dettare ordini a tutti e con lei si sentiva in obbligo di parlarle in maniera dolce.
Zoe annuì, ed entrò nel bagno. Gettò un urletto afferrando gli oggetti fra cui una spazzola e uno spazzolino da denti, come se fossero la cosa più preziosa che avesse mai visto, sotto lo sguardo divertito di Dastan. Con una spinta del piede si chiuse la porta alle sue spalle.
Dastan impiegò tutta la sua buona volontà, tutta la sua forza per non seguirla, per non strapparsi e strapparle i vestiti di dosso e seguirla sotto la doccia. I pensieri accanto a lei diventavano difficili. Aspettarla stava diventando una tortura. Sentiva lo scrosciare dell'acqua e immaginava il suo viso beato e sorpreso sotto il getto caldo, che le bagnava il corpo e i lucenti capelli, mentre le scorreva sulla schiena e nella piega fra le natiche...
Batté gli occhi, doveva disperdere l'eccitazione. Non voleva di certo spaventarla appena uscita dalla doccia, di sicuro avrebbe notato il bozzo nei pantaloni. Si recò in cucina velocemente, doveva distrarsi e aveva promesso a Zoe qualcos'altro da mangiare. Attese con impazienza, con un vassoio di sandwich e una dietcoke, poggiato sul letto. Ma fu quando si aprì la porta che rimase stupefatto. Zoe era bellissima. Il velo di sporcizia era scomparso, adesso appariva fresca e pulita come una rosa. I capelli bagnati erano pettinati all'indietro e si erano appiccicati alla nuova maglietta azzurra abbinata ad un paio di pantaloni da tuta che le stavano divinamente.
-Mi dispiace.- si scusò Zoe sentendosi osservata.
-Perché ti scusi?-
-Penso di aver consumato un po' troppa acqua calda.-disse imbarazzata, guardandosi la punta dei piedi, fasciati da un paio di calze a righe nere.
Dastan scoppiò a ridere, era preoccupata per qualcosa che non poteva assolutamente importargli.
-Non importa, bimba. Adesso, ti prego, vieni qui...ti ho portato qualcosa da mangiare..spero che tu possa apprezzare, non sono un bravo cuoco..- osservò Zoe camminare a passi insicuri verso il letto, sedendosi, poi, un po lontano da lui, intimidita.
Zoe afferrò un pezzo di panino, mangiandolo lentamente sotto lo sguardo attento di Dastan.
-Adesso che sei al sicuro,pulita e nutrita, vorrei che rispondessi ad alcune domande, bimba.-disse Dastan sollevandole il viso con un dito, che aveva abbassato timida.
-Da quanto tempo eri in quella prigione?-
Zoe mandò un boccone giù, sollevando lo sguardo verde verso quello viola di Dastan.
-Non mi ricordo esattamente..ma avevo 16 anni.-
-Sai chi erano quei uomini e cosa volevano da te?-
Chiese Dastan ricevendo un diniego da parte sua.
-Facevano alcuni test. Prelevavano il sangue. Lo facevano a tutti. Anche a me.-
-A tutti? Zoe in quel covo eravate in quattro e gli altri negano di aver..-
-Non in questo. Nell'altro. C'erano altre persone, Dastan. Tante. Persino bambini.- Zoe abbassò lo sguardo, sulle sue dita.
-Che gran figli di pu....- dalle sue labbra uscì un orda di imprecazioni, che fecero sussultare la ragazza.
-Ti chiedo scusa, bimba. Adesso mangia e riposa..io sarò di ritorno presto..- Dastan si alzò dal letto e a lunghi passi si avviò alla porta. La tensione attraversava il suo corpo. La rabbia gli pompava nel sangue, rendendolo furioso.
-Dove vai?-
-A cercare quei bastardi e fargliela pagare..-

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