37_Anima nera

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Balzavano in perfetta sincronia uno a fianco dell'altra. Ogni tanto si allontanavano per poi riunirsi venendosi incontro. Quando la luce spariva e l'oscurità scendeva, ghermendo lo spazio attorno a loro, era il momento più bello: quello in cui le loro menti si cercavano e poi trovandosi si fondevano in un'entità sola.

Provenivano da un luogo dominato da immense cascate di luce e loro vi avevano danzato scendendo e risalendo quelle correnti di energia dove anche il tempo oscillava e volteggiava portandoli avanti e indietro fin quando tutto quello spazio era mutato, come se un vento burlone si fosse portato via tutto, lasciandoli soli in quella pianura deserta formata da gigantesche lastre di materiale rifrangente.

Il cielo cambiava modificando il suolo e loro nel mezzo si guardavano in quegli specchi rimbalzare e avanzare nello spazio libero.

Karl e la sua compagna avevano percorso già tanta strada ma era ancora nulla in confronto alle dimensioni del pianeta. Entrambi, ormai da molte alternanze, erano diventati rossi accesi e stavano viaggiando senza una meta precisa con l'unico desiderio di rimanere insieme.

Seriana vide in lontananza un assembramento multicolore di altri esseri come loro.

Incuriositi cambiarono direzione puntando verso quel luogo e così giunsero fino allo strano fiume il cui corso si trovava più in basso, in fondo a un pendio. Si fermarono in mezzo agli altri a osservare gli eventi.

C'era qualcosa di strano in quel corso liquido e solo dopo un momento ne comprese il senso. Il flusso non scorreva attraverso l'alveo del fiume ma da una sponda all'altra, ossia verso di loro. Come fosse possibile non aveva importanza, quel pianeta era magico e tutto poteva accadere.

Diversi viaggiatori tentavano di attraversarlo ma la forte corrente e la sostanza di cui era fatto quel fluido avevano sempre la meglio e li riportava a riva.

Provare ad attraversalo, saltando da un onda alla successiva, risultò impossibile perché già dopo il primo salto il fiume ostacolava il seguente come fosse fatto di materiale collante e chi provava veniva rallentato e poi trascinato indietro.

A un certo punto Karl vide un karidiano arrivare rimbalzando a grande velocità. Lo osservò scendere in appena due salti, sfruttando il declivio, fino in prossimità della sponda dove spiccò un grande balzo cercando evidentemente di oltrepassare l'ostacolo in un unico tentativo.

Tutti lo fissavano e videro chiaramente come provasse a cercare di trovare anche la più minima corrente d'aria per sfruttarla nella traversata del fiume, perché il balzo, per quanto lungo, fu lampante da subito che non gli sarebbe stato sufficiente. Lo videro annaspare in quel tentativo ma poi non trovando nulla a cui sostenersi ricadde in basso fino a toccare pesantemente il fluido divenendo subito preda dei flutti che lo riconsegnarono in breve al punto di partenza.

Successivamente altri, imitando quella manovra, provarono nello stesso modo sperando di avere più fortuna nel trovare un refolo di vento favorevole ma ogni tentativo non ebbe successo. La corrente riportava a riva chiunque.

«Pensi si tratti di un'altra prova?» gli chiese Seriana.

«Sì, potrebbe esserlo.»

Karl scese la china e si avvicinò alla sponda. Il liquido sembrava limpido ma non si vedeva il fondo. Scese in acqua per saggiare la corrente e gli fu subito chiara la difficoltà di compiere quella traversata, avanzare era impossibile il fluido sembrava attaccarsi al suo corpo e respingerlo indietro

Guardò prima a destra, poi a sinistra: in entrambi i casi il fiume proseguiva fino all'orizzonte. Chiese in giro ma nessuno era a conoscenza di un passaggio, un ponte o una strozzatura per quanto lontani potessero essere.

Una luce fra le stelleWhere stories live. Discover now