34_Flandria part10

24 1 0
                                    

La Porta si sbloccò e Carlo uscì all'aperto.

Era notte e lontano uno dei piccoli astri che ruota attorno al pianeta spandeva un tenue chiarore su quel lato di Flandria. Tutta la luce proveniva dalla Porta stessa ma era sufficiente per vedere solo poco più avanti nonostante lui provasse a sforzare la vista.

Il monile al suo polso si accorse in pochi istanti di quel tentativo difficoltoso e questo rappresentava per esso una richiesta di aiuto ineludibile, per cui sondò lo spazio intorno e trovata la soluzione si agganciò ad uno dei lumi di servizio, in attesa su una delle scansie dietro la Porta stessa. La tecnologia insita nel braccialetto lo attivò. Questo si accese, si sollevò nell'aria e venne a posizionarsi sulla verticale sopra Carlo illuminando lo spazio circostante fino al punto in cui incontrò un'altra luce artificiale che si stava avvicinando connessa a un altro passante.

Con la visuale libera, iniziò a guardarsi attorno. C'era una grande spianata e più oltre, alla fine, iniziavano alcuni camminamenti. Sulla Terra avrebbe trovato una Porta Locale, nelle vicinanze, della quale servirsi per giungere nei pressi della sua destinazione ma naturalmente non su Flandria. Qui bisognava camminare per arrivare alla propria meta, se raggiungibile a piedi, ma anche nel caso di doversi trasferire più lontano bisognava arrivare fino alla Porta più vicina, perché nelle abitazioni non erano comprese.

Una volta una sua amica, durante una conversazione sulla flora in generale, gli aveva detto che la fioritura su Flandria: va attesa di corsa. Esattamente cosa volesse dire non l'aveva capito, ma di certo il concetto di attesa immobile non apparteneva a quel popolo.

Respirò l'aria tiepida e senza informarsi valutò il periodo climatico in cui si trovava quella parte del pianeta. Doveva essere primavera inoltrata, stabilì a naso. Una sconosciuta passando vicino lo salutò e poi sotto il suo sguardo entrò nella cabina diretta in qualche posto nell'universo.

Praticamente non conosceva nessuno su quel pianeta. La missione principale dei suoi abitanti era lontana dai suoi interessi e sulla Terra, con difficoltà, era in grado di riconoscere solo qualche pianta senza chiedere informazioni al monile oppure alle Menti, se aveva bisogno di un punto di vista diverso da quello di una intelligenza artificiale, per quanto molto evoluta.

Era già stato su Flandria ma era trascorso ormai molto tempo dall'ultima volta, ora aveva una missione da compiere: una persona da trovare. Sfiorò il braccialetto e si collegò all'archivio centrale del pianeta dando il proprio UIC: il codice identificativo universale. In realtà non dovette fare nulla perché l'UIC era lui stesso e dopo un attimo, appena fu riconosciuto, davanti a lui comparve il menu olografico di ricerca standard.

Le parole apparvero sullo schermo, nell'aria.

"Ben arrivato su Flandria Carlo, cosa ti serve?"

"Cerca persona" chiese senza parlare.

"Jeff K, Terra."

Il programma interpretò la sua attività cerebrale e gli restituì quanto richiesto fornendogli i dati di cui aveva bisogno, il tutto mentre il suo braccialetto si stava aggiornando.

Jeff si trovava presso l'appartamento di Masqina. Il lume si portò più avanti indicandogli la strada da percorrere per giungere alla Porta di trasferimento.

Stava per muoversi ma poi si fermò a ragionare un momento sul da farsi e quindi decise di aspettare la mattina successiva. Chiese un alloggio, poi congedò l'assistente e iniziò a muoversi verso la nuova destinazione seguendo la luce e informandosi nel tragitto su chi fosse la donna citata che probabilmente stava dormendo col suo amico.

Una volta arrivato, la Casa standard, avvisata dal sistema centrale, lo riconobbe e gli sbloccò l'accesso assegnandogli il posto mentre il lume si andò a collocare su di un ripiano poco lontano.

Una luce fra le stelleWhere stories live. Discover now