Una luce fra le stelle

28_Flandria part4

Il pericoloso incontro col macaro del giorno prime le aveva fatto cambiare idea sul percorso da seguire per rientrare al Giardino. Aveva deciso di aggirare le erbe alte anziché attraversarle onde evitare altri spiacevoli incontri improvvisi. Ma ora doveva accelerare la corsa per riuscire almeno ad arrivare prima del calare del buio. La pista era ancora evidente tuttavia, con le prime ombre della sera, sarebbe divenuta più difficile da percorrere e per non dover affrontare sgradite sorprese sarebbe stata costretta a cercarsi un albero dove trascorrere la notte. Ma lei era fermamente decisa ad evitare questa possibilità e quindi impresse una nuova spinta alla sua corsa.

Non capita tutti i giorni di trovare un galfo. Di solito osservano la pianura dall'alto, con la loro vista molto acuta e si addentrano nella pianura solo quando scorgono una preda, e i macari sono diventati il loro pasto preferito data l'alta proliferazione di quell'animale.

Il galfo aveva dovuto fare una scelta. Forse, anche senza l'impianto biologico, sarebbe piombato sul quadrupede a lui già noto ma arrivando dall'alto, a quella velocità e con quella spinta avrebbe potuto commettere un errore e a causa di questo ora il suo corpo sarebbe chissà dove, pronto per essere dilaniato dentro alle fauci dell'uccello.

Aveva commesso uno sbaglio. Pianificando quel viaggio non aveva tenuto in considerazione lo sviluppo degli arbusti in quella zona. Era trascorso del tempo dall'ultima volta in cui era transitata da quei luoghi e le erbe erano cresciute ed erano diventate un luogo ideale dove nascondersi. Se avesse controllato la mappa aggiornata o avesse chiesto lumi alle Menti avrebbe scelto da subito un percorso diverso. Tuttavia la natura aveva fatto il suo corso e ora il galfo, usando il suo potente rostro, aveva sfamato sé stesso e la sua compagna.

Alzò gli occhi per valutare l'altezza di Ghai. Flandria continuava a ballare su sé stessa come la danzatrice dell'antico carillon terrestre regalatole da sua madre quando era bambina, e ora quella parte del pianeta stava allontanandosi dalla sua stella preferita. Avrebbe potuto chiedere l'ora alla sua IA locale ma fin da piccole era stata abituata a cavarsela senza usare la tecnologia e lo stesso era per tutti i flandri. In quelle terre la luminosità e l'altezza della stella definiva in quale parte del giorno ci si trovava e per chi era in viaggio ora stava arrivando il momento di cecarsi un riparo per la notte.

La pista deviò verso nord e lei sbucò fuori da un boschetto di arbusti dalle foglie tenere dove un gruppo di garanuuk dalle lunghe orecchie si stava nutrendo. Al suo passaggio gli erbivori si allontanavano per poi riprendere a cibarsi poco più in là.

Ormai era vicina e già da qualche tempo poteva vedere la grande struttura sospesa nell'aria. Le luci di Rudaji Vero, in quella zona del cielo, si erano sostituite alle stelle e le facevano strada come un tappeto di punti luminosi aggiunto al firmamento. Davanti a lei la pista era libera e comunque la conosceva a memoria per averla percorsa infinite volte e poi c'erano le Menti a vegliare sul suo ritorno.

Da oltre due giorni non vedeva Jeff e il desiderio di abbandonarsi fra le sue braccia era diventato insostenibile e non poteva nemmeno contattarlo a causa dei suoi limiti di non rigenerato. Si era ben guardata dal forzarlo ma era giunto il momento di prendere una decisione rimandata fin troppo a lungo, doveva abbandonare i suoi timori per unirsi all'universo.

Accelerò la corsa. Presto lo avrebbe rivisto e questo pensiero le faceva dimenticare la fatica e le ricordava solo la poca strada ancora da percorrere per raggiungere il punto d'influenza del sistema di trasferimento posto sopra di lei.

Il viaggio di ritorno era stato comunque interessante.

Aveva avuto la possibilità di vedere dal vivo un galfo in azione durante la caccia. Tempo fa avevano scoperto un posto dove questi uccelli portano le loro prede: un ampio burrone, dove le lasciano cadere a sfracellarsi al suolo per poi riprenderle e portarle nel loro riparo.