27_Flandria part3

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Masqina aspettò ancora un momento, fino a vederlo addentrarsi all'interno di una macchia di eberi dalla folta chioma, poi il fischio di uno zianco in cerca di qualche femmina con cui accoppiarsi la distrasse e quando si tornò a voltare lui era già sparito. Mise una compressa nutriente sotto la lingua, poi indossò lo zaino sulle spalle. Tra poco Jeff sarebbe arrivato a destinazione mentre a lei sarebbero occorsi ancora due giorni per giungere nello stesso luogo. Da un lato le spiaceva separarsi da lui ma dall'altro la rassicurava saperlo nelle mani dei medici, sotto il loro controllo.

Fece un respiro e poi con decisione iniziò a correre lungo una pista impressa nella sua memoria e a fine mattina raggiunse il punto in cui l'altopiano terminava e incominciava la discesa verso il basso.

La grande pianura si stendeva davanti a lei. Le prime piogge dell'autunno avevano irrigato il terreno e la vita stava tornando. Fra le zolle riarse fino a poco tempo prima ora stavano crescendo nuove erbe e queste richiamavano gli erbivori e i loro predatori. Pozze d'acqua si stavano formando in più punti e gli alberi estendevano le loro radici per raggiungere quell'umidità vitale.

Quella terra era la sua terra.

Guardò di sotto. Il sentiero era ripido, molto più di come se lo ricordava. Aveva scelto quel percorso perché sapeva essere più corto rispetto alla strada usata all'andata e aveva fretta di rientrare. La difficoltà di quel tratto le avrebbe fatto sopportare la mancanza di Jeff.

Tornò indietro dove cresceva una centrofia e si accomodò sotto i suoi rami a riposare un momento. Due animali simili ai babbuini terrestri velocemente scesero e si allontanarono e lo stesso fecero i belci dal becco giallo appollaiati sulle fronde più alte.

Quel viaggio le aveva chiarito le idee, da tempo sentiva il desiderio di avere una famiglia sua e dei figli da crescere. Da giovane aveva compiuto un errore ritenendo di non aver bisogno di un compagno. Aveva avuto una figlia e aveva riversato su di lei tutto il suo amore credendo di essere nel giusto ma poi un giorno lei le aveva chiesto dove fosse suo padre e in quel momento aveva compreso l'errore commesso. Era stato complicato spiegarle l'assenza di quella figura nella loro famiglia sostituita da una vasca di crescita arziana, ed ora era rimasta sola perché sua figlia aveva scelto Karleden.

Jeff era la persona giusta per quella fase della sua vita, un nuovo inizio per entrambi. Per lui sarebbe stato un cambiamento notevole, magari anche la spinta per fargli accettare una scelta altrettanto importante, e per lei il motivo di cui approfittare per aprirsi e confidargli il suo dolore a causa di una decisione errata.

Appena si sentì pronta riprese il cammino e iniziò la discesa. In quei primi passi prestò una certa attenzione: le piogge potevano aver smosso il terreno rendendolo friabile. Puntò l'anello in basso, davanti e lei, per sondare il terreno e comportarsi di conseguenza ma l'urgenza di raggiungere la meta la costrinse ad aumentare l'andatura fidandosi della propria esperienza, doveva completare quel tratto entro sera e poi trovare un luogo dove trascorrere la notte.

Correre l'aiutava anche a pensare. Ogni qual volta doveva prendere una decisione importante o ragionare su un fatto accaduto, nel quale era direttamente interessata, riempiva lo zaino e, da sola o in compagnia di una sua cara amica, prendeva la via che l'avrebbe condotta al fiume.

Anche questa volta era stato così. L'attrazione per Jeff si era manifestata da subito, dalla prima volta in cui suo padre li aveva presentati e aveva incrociato i suoi occhi. La strada verso l'Okirò era stata per lei la logica e inevitabile conseguenza di quel loro incontro.

Con un po' di fatica e qualche escoriazione, prima che Ghai tramontasse giunse in fondo al sentiero, alle pendici del tavoliere, e poté cercarsi un posto tranquillo in cui passare la notte.

Una luce fra le stelleWhere stories live. Discover now