09_Decisioni importanti

11 1 0
                                    

Trascorse la notte sotto l'Oziltek e poi il giorno dopo rimase in paese ad aiutare, stando attenta a non incrociare sua sorella. Più volte Manto provò a contattarla ma lei non rispose. Non aveva alcuna intenzione di presenziare all'annuncio dei due amanti, per cui attese fino a sera prima di rientrare al Castello Rosso.

Nella luce del tramonto trovò Tàdhia sulla porta, come se avesse avvertito il suo ritorno.

Forse si aspettava di vederla correre fra le sue braccia per trovare qualcuno in grado di comprendere la sua sofferenza e fornirle una spalla su cui calmare il dolore ma di amarezza e tormento ne era già stata colma la notte precedente, lontana dagli sguardi di chiunque, perché nessuno doveva vedere la sua afflizione, lei era la figlia di Manto, la Guida del loro popolo, e avrebbe mantenuto un comportamento all'altezza del suo ruolo.

Adesso invece doveva trovare un modo semplice per annunciare ai genitori la decisione presa. Sapeva bene quanto dolore gli avrebbe arrecato ma non poteva fare diversamente. Doveva lasciare Okonoghar con tutto quanto questo significava, perdere gli amici e soprattutto abbandonare la sua famiglia. Azena non le aveva lasciato altra scelta.

In precedenza, discretamente, aveva sondato lo spazio dentro la casa. Mshadi e sua sorella erano assenti, la sua mente non ne aveva colto la presenza.

«Vieni Luschva io e tuo padre dobbiamo parlarti.»

«Anch'io ho bisogno di parlarvi, madre.»

La tavola era apparecchiata per la cena e rispetto al giorno precedente era stata spostata e si trovava accanto ai mobili più vicini all'ingresso della cucina. Seduto dietro di essa, Manto la stava aspettando. Il suo sguardo era strano, indecifrabile e non avrebbe saputo dire se foriero di buone o cattive notizie.

«Siediti, mangia qualcosa prima e dopo parliamo.»

Desiderava discutere subito con loro e togliersi il pensiero ma non aveva preso cibo dal giorno prima, solo una minestra di legumi gentilmente offerta dalla madre di Lantino, per cui si sedette. Qualcosa doveva mangiare, era ora di riprendersi e di smettere di commiserarsi.

Il tradimento di sua sorella non era dovuto solo alla gioventù e alla troppa fiducia riposta dal lei nel prossimo. Quel sentimento d'amore nei confronti di Mshadi doveva avere un inizio lontano nel tempo, forse addirittura prima ancora del suo. Non si era accorta di nulla, mai un gesto o una parola fuori posto e del suo comportamento si era fidata sempre senza riserve e mai avrebbe potuto immaginare l'inganno celato in quella mente a lei tanto cara fino a poco tempo prima.

Durante il pasto, sentiva la madre affaccendata nel retro della cucina mentre suo padre si era portato in un angolo ancora illuminato ed era intento a intagliare un pezzo di legno: uno dei suoi passatempo preferiti, imparato da suo nonno che in questa attività, le aveva raccontato una volta, era stato particolarmente abile.

Quando ebbe finito aiutò Tàdhia a sparecchiare e poi a lavare le stoviglie.

Non esiste un modo semplice per dirglielo.

Ritornò nella sala da pranzo, Manto si era spostato ed era seduto a tavola in attesa che ultimassero le faccende domestiche.

Quando le figlie erano assenti cercava sempre di dare una mano alla sua compagna ma lei non amava averlo tra i piedi e spesso lo mandava a consegnare i rifiuti, impilati in un'area fuori dal paese. Molti di questi erano stati usati per edificare le case, altri venivano riutilizzati in vari modi e altri ancora servivano da fertilizzante per i campi.

Oggi però era rimasto per parlare con la sua figlia minore di cose importanti.

Alla fine, Tahdia portò il secchio di acqua da riusare fuori dall'abitazione, poi si avvicinò al suo compagno da dietro e gli passò un braccio attorno alle spalle. Un gesto affettuoso visto compiere innumerevoli volte da sua madre.

Una luce fra le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora