12_Un'azione irreparabile part2

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La stanza era ancora avvolta nel buio. Manto si stava rigirando nel letto cercando la giusta posizione per poter finalmente prendere sonno. Si rivoltò supino tenendo gli occhi chiusi ma i tristi pensieri, forieri di cattivi presagi, continuarono a perseguitarlo senza dargli tregua.

Luschva se ne era andata via la mattina precedente per incontrare la sorella e tentare di trovare un accordo con il quale giungere ad una convivenza pacifica o, quantomeno, ad una tregua per non fare pagare alla comunità le conseguenze del contrasto in atto fra di loro.

Tuttavia non sarebbe stato semplice trovare una soluzione, perché la sua decisione di scegliere la figlia minore come Guida aveva creato una spaccatura forse insanabile nella famiglia e adesso toccava a Luschva porvi rimedio, perché ora era lei la Guida del loro popolo e quella di conseguenza non era più una disputa familiare.

Se almeno non fosse così giovane e inesperta!

Questo era il suo tormento più grande, l'avere abbandonato il suo ruolo troppo presto lasciando sulle spalle della figlia quell'impegno tanto gravoso. Ne sarebbe stata all'altezza, sarebbe stata capace di mediare una coesistenza con Azena?

Ma questo non era il solo dubbio a tormentarlo. Tutto era nato da una sua errata valutazione o peggio da una mancanza di attenzioni verso la sua famiglia. Aveva ragione sua figlia maggiore quando diceva di essere stata trascurata se non, addirittura, spesso ignorata?

Troppo preso dal fornire una soluzione ai vari problemi della collettività, non si era curato di quanto stava accadendo vicino a lui, proprio nella sua famiglia. Aveva lasciato Azena in balìa di sé stessa e dei tormenti che l'affliggevano e quando si era accorto delle sue sofferenze era ormai troppo tardi e aveva commesso l'errore più grande avvicinandola a Mshadi, e con questa decisione aveva portato il dolore nell'altra sua figlia.

Ora era lì a domandarsi se aveva compiuto un gesto equilibrato ad assegnare il ruolo di Guida a Luschva e non piuttosto una compensazione commettendo un altro madornale errore, ma di questo solo il tempo gli avrebbe dato la risposta.

Da quel momento, invece, tutti gli avvenimenti negativi a venire sarebbero stati causati dalla sua miopia e ogni danno avrebbe avuto lui come unico colpevole, decretando il suo fallimento di padre e di Guida.

Erano tutti questi pensieri dolorosi a tenerlo in ansia, e non solo da quella notte. Decise di alzarsi e scendere in cucina.

«Dove stai andando?» Tàdhia si rigirò verso di lui. Naturalmente neppure lei riusciva a riposare sentendo il suo compagno agitarsi nel letto e soprattutto perché lei stessa era ben conscia del tormento che l'affliggeva.

«Non riesco a dormire, le notti cominciano a essere più calde, scendo a prendere dell'acqua, ne vuoi anche tu?»

«No, ti ringrazio, non metterci molto e non stare ad angosciarti così tanto, vedrai le nostre figlie troveranno un modo per rappacificarsi.»

Quelle parole avrebbero dovuto tranquillizzarlo ma nel buio della stanza, seppur non potesse vederne lo sguardo, riconobbe il tono della sua voce e questo, al contrario, diceva ben altro. In esso distinse chiaramente la preoccupazione di una madre le cui due figlie si trovavano coinvolte in una disputa non più solo sentimentale.

La successione di una Guida veniva sempre decisa da quella in carica e questo modo di procedere non era mai stato messo in discussione ma neppure era mai accaduto fosse stato in equilibrio tra due persone con capacità notevoli e simili

Viste le loro doti, quel contrasto avrebbe coinvolto l'intero popolo dei Maghi e lui non sapeva cosa fare. Se non fossero state le sue figlie, avrebbe potuto confermare con decisione la sua scelta e schierarsi senza indugio con quella per lui degna di succedergli, ma in quella situazione si sentiva debole e impotente.

Una luce fra le stelleOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz