They think they can

Start from the beginning
                                    

«No che non mi calmo, Bellamy! Questo non è un fottuto gioco. Non c'è il tasto di "restart". Ciò che fai rimane, per sempre. Che bisogno c'era di uccidere quelle due guardie?» scoppiò invece lei, ma ancora Bellamy non le dava nessuna risposta e cercava solo di calmarla, non volendo far assistere a chiunque la loro discussione.

«Ti prego, Alex.» ancora Bellamy la stava implorando di smetterla, ma senza alcun risultato. Alexis infatti alzò ancora di più la voce.

«Mi fai sempre più schifo, Bellamy Blake. Hai già dimenticato chi eri prima che la Terra ti dicesse chi essere?»

Ed eccole, le fatidiche parole che lasciarono il nostro caro Bellamy senza fiato. E in effetti, non c'aveva mai pensato. Non aveva mai pensato che lui era così, solo perché la Terra l'aveva fatto diventare così.

«Chi siamo e chi dobbiamo essere per sopravvivere sono due cose differenti.» Bellamy si difese con la sua solita frase, che aveva già usato in precedenza. Tuttavia stavolta non avrebbe fregato Alexis con le sue belle parole, anzi, quella frase scatenò esattamente l'effetto contrario.

L'ira nel sangue di Alexis ribolliva più che mai, mentre questa andava a trattenerla in una stretta di pugni. «Non hai capito niente, Bel.» dichiarò infine, lasciando Bellamy a riflettere sulla sua precedente domanda.

Pensandoci bene, non aveva più idea di chi fosse veramente.

***

E anche quella mattina, Kane, Miller, Harper ed Alexis erano riuniti nel loro solito posto, in ascolto dei discorsi di Pike e i suoi. Quest'ultimo aveva affidato la sorveglianza esterna del campo a Monty e aveva anche ordinato che i Terrestri non avessero più contatti con altri, poiché sospettava che rivelassero informazioni a Kane e viceversa. Ed oltretutto, ordinò a Bellamy e Monty di spiare i loro amici: Pike sapeva benissimo ormai che c'erano delle spie all'interno del campo ed era convinto sempre di più che fossero Kane, insieme a sua figlia ed altri ragazzi.

Marcus decise quindi di fare il loro gioco, e cambiò i loro schemi e le loro abitudini. Ognuno di loro doveva pensare di avere sempre degli occhi puntati su di sé. Nessuno di loro avrebbe mai dovuto abbassare la guardia, nemmeno un secondo.

Oltretutto, non riuscivano nemmeno più a contattare Octavia e questo era preoccupante. Però, alla fine, sapevano benissimo tutti che Octavia sapeva cavarsela da sola e, anche se le fosse successo qualcosa, sarebbe riuscita ad uscirne illesa.

Marcus e i suoi s'incontrarono ancora quel pomeriggio, ma in un luogo diverso. I primi ad arrivare furono ovviamente Marcus ed Alexis. «Pike sospetta solo di noi, papà.» le fece notare la ragazza, mentre andava a sedersi su di un piccolo divano, col lupo disteso su di lei.

I due al momento erano ancora soli e fu proprio per questo che approfittarono di quel momento per parlare. «È ovvio, Alex. Pike sospetta di me da sempre. E tu sei mia figlia. È abbastanza ovvio che coinvolga anche te. Ma non lascerò che ti faccia del male.» concluse severo Marcus, mentre sistemava delle carte sul tavolo.

Alexis non riuscì a trattenere una risata all'ultima affermazione del padre. «Non sono più una bambina papà. So proteggermi da sola.»

Marcus stava per controbattere, ma l'arrivo di Harper e poco dopo di Miller interruppe bruscamente la loro conversazione. E da lì, non ne fecero più parola. Alzarono quindi il volume della radio da dove solitamente ascoltavano Pike, andando tutti a mettersi comodi su sedie o divani. Sapevano che ne avrebbero sentite delle belle, poiché Pike voleva tentare di resistere ai Terrestri ma non aveva abbastanza munizioni ovviamente.

Survivors || The 100Where stories live. Discover now