Magic Wood

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[ Visto chi vi stavo facendo aspettare più del previsto, li faccio uscire oggi e non mercoledì. Anyway, dovrete aspettare un po' per il prossimo perché ora iniziano le verifiche, interrogazioni, gite e poi alternanza scuola lavoro.🙄]

E una settimana passò velocemente, mentre tutto il Popolo del Cielo si impegnava intensamente nel costruire una piccola cittadella all'interno del proprio campo. Ed ora che Clarke non c'era più, erano Bellamy e Alexis ad aver preso il comando. Nonostante ciò che era successo tra di loro, riuscivano ancora a parlare, ma si vedeva chiaramente che soffrivano ancora. Gli unici a non accorgersene però, erano sfortunatamente solo loro.

Quel giorno Alexis si stava allenando con vari coltelli, lanciandoli contro gli alberi. Voleva migliorare la sua mira, anche se secondo molti era già quasi perfetta. Era ormai un'ora che era lì, avendo anche provato a tirare con l'arco, ma non le piaceva molto. La allietava di più avere tra le mani una lama, piuttosto che un semplice pezzo di legno, come lo definiva lei.

«Penso che quell'albero abbia sofferto abbastanza, tra le tue frecce e coltelli.» la canzonò Raven, trattenendo a stento le risate. Alexis roteò gli occhi, andando ad estrarre i coltelli conficcati nella corteccia.

Proprio in quel momento, passarono di lì Bellamy e Gina. Questa era, a quanto pareva, l'ultima conquista del ragazzo. I due sembravano felici insieme e, nonostante Alexis ne soffrisse, era felice per lui. Era riuscito ad andare avanti, mentre lei ancora era ferma al momento in cui le loro labbra si sfioravano. Ci pensava di meno di prima, riusciva a nascondere i suoi sentimenti, ma non aveva mai smesso di starci male. Eppure, sapeva che anche lei avrebbe dovuto trovare il modo di voltare pagina. Solo, non sapeva come. Era stata lei a rifiutarlo, ma era fosse quella che stava peggio.

«Odio quella Gina.» la furiosa voce di Octavia riportò velocemente alla realtà le altre due ragazze, che si erano perse entrambe nei loro pensieri fissando quella nuova coppia esplosiva.

Raven e Alexis si lanciarono uno sguardo, per poi spostarlo su Octavia e la sua furia omicida, scoppiando in una sonora risata. «Sono seria.» borbottò Octavia, alzando gli occhi al cielo.

Raven la guardò con un leggero sorrisetto, per poi voltarsi verso Bellamy e Gina. «Io dico che durerà neanche due giorni. Da quando siamo tornati da Mount Weather, se le è fatte passare tutte. Questa sembra prenderlo leggermente di più, quindi le do due giorni, non uno.» commentò, portandosi le mani sui fianchi.

«Hm.. Ricordati che anche Erika era durata due giorni..» intervenne Alexis, ma ci pensò meglio e si corresse. «Ah no, neanche uno a momenti.» a quell'affermazione, nessuna di loro riuscì a trattenere una risata.

Ultimamente, questo era diventato il loro gioco preferito. Giudicavano ogni nuova ragazza di Bellamy e le davano un determinato periodo di tempo prima che Bellamy la lasciasse. Oltretutto, era anche un modo per insultare un po' tutte le nuove conquiste di Bellamy, così da far divertire Alexis e tirarle su il morale per quanto era accaduto tra i due, essendo sia Raven che Octavia ben consapevoli di ciò che era accaduto.

***

La sera era ormai calata anche quel giorno, portando con sé il freddo agghiacciante del vicino inverno. Alexis s'infilò la solita giubba di pelle e sgattaiolò fuori dal campo. Era solita farlo ogni sera, quando ormai tutti stavano dormendo o comunque si erano rifugiati al caldo dei proprio alloggi.

Le piaceva passeggiare tra quell'infinita foresta, che sembrava parlarle solamente al calar del sole. Il buio la inghiottiva completamente, ma era proprio questo che lei adorava della notte: l'oscurità. Le tenebre, facevano parte di lei; erano una sua caratteristica. Non era né positiva, né negativa, era un po' entrambe. Lei non era malvagia, ma il suo cuore era colmo di oscurità. Ma quell'oscurità buona, quella che sa anche fare del male, ma solo se così facendo fa del bene.

Gli alberi cupi le raccontavano poi mille storie, a cui lei piaceva sempre stare ad ascoltare. Erano fiabe che non molti riuscivano ad udire, ma solo alcuni prediletti. Erano racconti di guerrieri, di amanti, di donne e uomini che appartenevano a ceti diversi, luoghi diversi e addirittura periodi diversi. Ma tutte avevano una morale, tutte insegnavano qualcosa di diverso e tutte avevano un qualcosa di magico.

L'aria era oltretutto colma di uno strano mistero, un magico mistero, come se la magia facesse appunto parte di tutta quell'intrigante natura. Passeggiare in quel maestoso e altrettanto meraviglioso paesaggio, era come catapultarsi in un altro mondo. Un mondo dove sei tu quello che crea, quello che decide: dovevi solo rimanere in ascolto e la foresta avrebbe fatto il resto.

«Alex?» poche e fievoli parole, ma che riuscirono a far battere il cuore di Alexis a mille: avrebbe riconosciuto quella voce ovunque, anche tra centinaia di persone.

«Bell..?» si girò lenta, osservando la figura maschile che si trovava davanti. Non era completamente visibile, poiché la foresta era molto buia, ma i raggi lunari che filtravano attraverso le foglie ormai secche, erano abbastanza luminosi da far riconoscere il ragazzo ad Alexis.

«Cosa ci fai qui? A mezzanotte?» chiese lui, inarcando le sopracciglia. Alexis spostò lo sguardo altrove, schioccando la lingua: proprio lui doveva venire ad interrompere la sua quiete?

«Potrei farti la stessa domanda.» sbottò, mentre riprendeva a camminare. Tentava di mantenere le distanze, anche se non era poi tanto facile.
Bellamy non si fece però scoraggiare dal suo tono duro, seguendola attraverso quel fitto e misterioso bosco.

«Sono venuto a cercarti. Me l'ha chiesto Marcus. È ormai mezzanotte passata.» confessò, mentre evitava i mille rovi che caratterizzavano quello specifico tratto della foresta.

«Mi hai trovata, bravo. Ora vattene e digli che sto per arrivare.» affermò convinta Alexis, volendo liberarsi al più presto possibile del ragazzo. Quest'ultimo però non si sarebbe arreso così facilmente.

Avevano ormai superato quel brutto sentiero, arrivando ad una fonte di un piccolo fiume, quando Bellamy afferrò saldamente il polso di Alexis e la fece voltare verso di sé. «Mi dici che diavolo ti prende?» ringhiò, apparendo sempre più furioso. «Prima mi baci, poi mi dici che non è successo niente. Poi sembra che non sia davvero successo niente, però quando siamo da soli mi tratti da schifo, come se non riuscissi nemmeno a guardarmi negli occhi dal tanto che hai paura di cedere ai tuoi sentimenti, o istinti, o come cazzo vuoi chiamarli.» Bellamy non distoglieva gli occhi da quelli della ragazza, e questa si sentiva come oppressa da quelle iridi profonde ed impenetrabili, ma che opprimevano Alexis come un peso insopportabile.

«Lasciami in pace.» dichiarò, mentre si liberava dalla presa di Bellamy, che si faceva sempre più leggera. Si diresse poi quindi verso quella che era l'acqua cristallina della fonte, resa ancora più magica e meravigliosa dalla luce lunare.

Bellamy rimase impietrito, ancora fermo allo sguardo della ragazza: fragile e insicuro. Cosa diavolo le prendeva? Ma non dovette chiedere altro, poiché fu lei la prima a parlare.

«Con me non saresti felice. Sono un'anima libera, ribelle. Difficilmente mi lego a qualcuno. — nel mentre che parlava, faceva lentamente scivolare dell'acqua tra le sue mani, in un gesto delicato e quasi magico — Non potresti controllarmi. Non troverai la stabilità che cerchi insieme a me. Non ora perlomeno. Non sono tipa da relazioni.» lanciò un occhiata al ricciolino, vedendolo disorientato. Lui non aveva la minima idea di cosa dire, cosa fare. «Gina ti renderà felice, più di quanto farei io.» concluse così, senza tanti giri di parole. Si alzò quindi, portando lo sguardo verso quel cielo stellato. «Dì a mio padre che arrivo tra dieci minuti. A domani, Bell.» detto questo, scomparì nella fitta e cupa boscaglia, lasciando Bellamy per l'ennesima volta senza parole. Quella ragazza lo sconvolgeva, ammutolendolo ogni volta.

Mi hai fregato di nuovo, Alex. E ora come posso dirti di no? Dirti che io voglio solo te? ... Ma forse hai ragione, questo non è il momento per noi.

Survivors || The 100Where stories live. Discover now