60.

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Non voglio entrare in quella stanza, so già che ne uscirò sconfitta,ma glielo devo e soprattutto lo devo a me stessa.

Quello che lui ha fatto è stato peggio di tutte le torture ricevute,ma devo ascoltare lui.

Ancora un attimo, per cercare di calmare il mio cuore, che non ne vuole proprio sapere, ed entro.

Ancora un attimo, per cercare di calmare il mio cuore, che non ne vuole proprio sapere, ed entro

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È seduto fuori nel giardino, mentre fuma una sigaretta ed io non so proprio cosa fare.
Da un lato vorrei correre da lui e stringerlo a me, dirgli che potremmo cominciare da capo, ma dall'altro so che non riuscirei a fidarmi più come prima, e poi che speranze abbiamo?

Come possiamo stare insieme?

Certo, se devo rimanere qui impalata, non saprò mai nulla.

Mi avvicino e apro la porta.

<Ciao.> solo questo riesco a dire.

I suoi occhi si sono posati su di me, ed io non ragiono più di tanto.

<Ciao Federica, bentornata a casa.>

Si alza e non mi da il tempo di capire che subito mi avvolge a se con le sue enormi braccia.

Per un attimo resto pietrificata, ma mi rilasso subito dopo, quando riconosco il suo profumo, quando capisco che quelle braccia, per me, sono sinonimo di casa.

Ho provato a trattenere le lacrime, ma non ci riesco proprio più.
Comincio a tremare per il forte pianto, mentre lui mi tiene sempre più stretta.

In quei giorni di reclusione, ho sperato che queste stesse braccia potessero arrivare per portami via da lì, e lo hanno fatto, ma non nel modo in cui ho sperato.

<Basta Federica, è tutto finito.> mi dice, ma sento che anche lui piange.

Io ho perso me stessa in questa lotta che sembrava senza fine, e non so se riuscirò a trovare almeno un briciolo di quella che ero, nonostante riesca a far sembrare tutto normale,
ma lui ha perso anche, suo fratello, morto per salvare mio figlio, Luana che per quanto odiassi, non meritava quella fine, a cui lui teneva.

<Perché Andrea, perché?>

<Perché la vita è una merda, quando ci si mette.
Trovi una cosa bella, che vale la pena vivere seriamente, ma non può andare sempre bene.
Sediamoci e ti spiego tutto.>

Mi allontano da lui, asciugando le lacrime sul dorso della mano e mi siedo sui gradini che portano al giardino, mentre lui mette la sedia davanti a me e comincia

< Io non volevo mentirti, ma ho dovuto farlo e l'ho fatto parecchie volte.
È il mio lavoro, ho sempre dedicato la vita in quello che faccio, ma non ho fatto i conti col cuore.

Ci eravamo già incontrati, prima che venissi al bar, quel giorno che andasti in caserma a Ragusa, ricordi?>

Cerco di ricordare a quando si riferisce, e non impiego tanto.
Quel ragazzo che veniva portato via in manette, era lui.
Faccio per parlare, ma

Ti proteggerò COMPLETA❤Where stories live. Discover now