56.

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Tutti sono costretti ad uscire fuori dalla stanza, perché sono entrati i medici, per controllarmi.

Uno di loro, mentre mi punta la lucina negli occhi

<Come si sente signora? Ha mal di testa, dolore da qualche parte?>

<Federica per favore, mi chiami Federica.
Comunque no, non ho nessuno tipo di dolore o fastidio, solo la cicatrice tira un po, ma credo sia normale.
Mi può dire con esattezza cosa mi è successo?>

< Con esattezza signora...>

<Mi chiami signora un'altra volta e le arriva una testata.>

L'infermiera scoppia a ridere, mentre lui, povero, diventa bianco in viso, come se potessi farlo realmente.

Ma poi penso a Campo e subito capisco.
Sicuramente non sarà stato un periodo facile neanche per lui.

<Scusi dottore, non volevo offenderla, ne tanto meno, farla preoccupare.
Non ho pensato al fatto che lei mi collega al signor Campo.
Non lo faccia, siamo due cose distinte e separate, due rette parallele che non si incontreranno mai.
Sono Federica Castorina io, nulla a che fare con i Campo, anche se è qui con me.
Non mi permetterei mai di darle una testata, ma se mi chiama col mio nome, mi fa una grandissima cortesia.>

Si sistema gli occhiali, ed ora mi guarda pure con occhi diversi.

<Ascolta Federica, quando sei arrivata non eri messa bene.
Tralasciando le ferite inferte dalle armi da fuoco che,fortunatamente, non hanno causato enormi danni ma...> si ferma un attimo, come se gli costasse un'immensa fatica dirmi quello che è successo.
Poi si fa coraggio e continua

<Durante l'operazione,ci siamo accorti che perdevi sangue, molto sangue dall'ano.
Le lacerazioni erano infiammate, e stava avvenendo il prolasso del retto.
Siamo dovuti intervenire chirurgicamente.>

Resto senza parole con lo sguardo perso nel vuoto.
Quel mostro ha abusato di me, ha cercato di distruggermi, e fisicamente, forse, c'è pure riuscito.
Adesso tocca a me reagire, se mai riuscirò a farmi toccare ancora da qualcuno.

A richiamarmi alla realtà è il dottore.

<Stai bene?>

<Si si, continui pure.>

<Inoltre abbiamo riscontrato una gravissima infezione vaginale...>

<Forse non posso più avere figli, si questo l'ho sentito, non che ne volessi altri ma...
Come si spiega il fatto che sentivo tutto o quasi, ma non potevo reagire?>

<Vedi Federica, quando si subiscono uno serie di traumi fisici e psichici, come i tuoi, il corpo può reagire, come nel tuo caso, entrando in una specie di standby.
Ti abbiamo fatto tre TAC in testa, il tuo cervello è stato sempre vigile, ma il corpo si è rifiutato di rispondere ai suoi comandi.
  Domani ti faremo altri esami e poi ti metteremo in piedi e potrai tornare alla tua vita.>

Scosto le lenzuola che mi coprono e mi sposto sul letto, arrivando a mettermi seduta con le gambe a penzoloni.

<Ora, cominciamo ora.
Io non voglio perdere altro tempo, voglio uscire da qui e riprendermi la mia vita.>

Provo ad alzarmi e a stare in piedi e ci riesco, ma quando provo a fare qualche passo, barcollo ma non mi arrendo.
Poggio le mani sulle sbarre del letto e comincio a fare qualche passo.
Il medico mi segue e dopo aver fatto avanti e indietro, torno a sedermi.
Pensavo fosse più facile, ma non è stato così, mi sono stancata e quando alzo gli occhi sul medico, ha un sorriso contagioso.

Ti proteggerò COMPLETA❤Där berättelser lever. Upptäck nu