Federica,diciottenne innamorata ed ingenua,si troverà a combattere contro qualcosa che ignora,contro una vita che lei non sapeva nemmeno potesse esistere.
Costretta a scappare per riuscire a salvarsi e per salvare quel piccolo esserino che custodisc...
Finalmente Andrea decide di mettermi giù e ,nonostante il vociferare dei ragazzi, soprattutto commenti poco carini nei miei confronti, io continuo a ridere, fino a quando:
<Con una così, io non starei a fare il minchione. Me la sbatterei fino a farle chiedere pietà.>
Vedo Andrea cambiare subito espressione e capisco quali sono le sue intenzioni, ma lo blocco prima che commetta qualche cazzata.
<Non ne vale la pena, lasciali perdere.>
<Ma li senti?> dice voltandosi verso il gruppetto. Mi sposto, piazzandomi davanti a lui.
<Li sento, ma ho imparato a non ascoltare. Andiamo dai, non lasciamoci rovinare la sera da dei mocciosetti.> gli dico prendendolo per mano e cercando di spostarlo da quella posizione. E ci stavo riuscendo pure, se solo quel coglione fosse rimasto zitto.
<Taliati, si lassa cumannari di na fimmina ( guardate si lascia comandare da una donna)
Si stacca da me, voltandosi verso il coglione, ma no posso permettere che scoppi una rissa, così lo raggiungo e lo blocco.
<Andrea, no! Aspettami qua un attimo, e tienimi questa.> gli dico porgendogli la mia borsa.
Mi avvicino a passo felino verso quel coglione, che vedendomi incamminare verso di lui, comincia a gonfiarsi ancora di più.
<Hai capito che hai bisogno di un vero uomo, vero tesoro?>
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Gli faccio un sorriso e quando sono a pochissima distanza, sono il morso di un cobra, rapido e veloce, ma non indolore. Mi attacco alle sue palle, roteando un po la mano, tanto da fargli sentire un dolore che lo piega a terra, ma non lo mollo e piegandomi verso di lui:
<Corri a prendere il latte dalla tua mammina, piuttosto che stare fuori a rompere i coglioni alla gente.>
Comincia a gemere, gli sto facendo male, ma non ho intenzione di lasciare la presa
<Che c'è? Hai perso la lingua adesso? Non fai più l'uomo di sto cazzo?> Solo ora decido di lasciarlo e spingerlo come fosse spazzatura.
<La prossima volta non sarò così delicata.>
Mi allontano senza dare le spalle, e quando vedo che nessuno è intenzionato a continuare la discussione, mi volto verso Andrea, che è leggermente sconvolto
<Possiamo andare a bere adesso!> gli dico sorridendogli e Andrea, senza fiatare mi segue. Ma dopo un po
<Cazzo Anita, ho sentito dolore pure io>
<Davvero? Allora sai che con me non bisogna esagerare.>
<E non ci penso proprio!>
Entriamo in uno dei tanti pub che circondano la piazza e dopo aver ordinato le nostre birre, decidiamo di berle fuori. E così ci dirigiamo verso piazza Duomo e ci sediamo proprio sotto l'elefante.