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Mattia.

Sono passati due mesi da quando mamma è stata portata d'urgenza al Cannizzaro di Catania.
Ricordo benissimo l'attesa tra quelle mura bianche con la puzza di disinfettante che, mi è entrata dentro, tanto che è l'unico odore che ormai sento.

Eppure il medico disse che tutto era andato bene, che fortunatamente il proiettile sul fianco, non aveva colpito organi vitali per pochissimi millimetri, che doveva solo riprendersi.

Invece siamo ancora qui.
Nonostante sia seguita dai migliori medici, non accenna a svegliarsi, tanto che Ignazio Campo, che poi è mio nonno, ha voluto che fosse trasferita in un'ala privata insieme a Toni.

Due mesi in cui mi sposto solo per andare a mangiare, due mesi che prego e piango affinché ritorni da me, ma nulla da fare.

La situazione sta diventando ingestibile ed io non so più come comportarmi con tutti.

<Mamma, lo so che mi senti.
Torna da me, ho bisogno ancora di te.
Non lasciarmi crescere da solo.>

Calde lacrime scorrono sul mio viso e finiscono sulle mani che tengo intrecciate alle sue.

<Non sono capace di gestire tutto questo da solo.
Sono stanco di sentire tutti litigare per lo stesso motivo.
Perché non vuoi ritornare da me?
Sei rimasta delusa dal mio comportamento e vuoi punirmi in qualche modo?
Io non so più cosa pensare, ne cosa fare.
Io ho bisogno di sapere che non hai intenzione di mollare, che stai cercando la strada per tornare da me, perché non posso e non voglio credere che, dopo tutto quello che hai passato per proteggere me, tu abbia deciso di mollare proprio nel momento in cui tutto è finito.
Stringimi la mano se mi senti, solo questo ti chiedo!>

Aspetto invano un suo piccolo movimento, qualunque cosa, ma nulla

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Aspetto invano un suo piccolo movimento, qualunque cosa, ma nulla.

Ho il tempo di alzare la testa ed asciugarmi il viso, che nella stanza entra zio Toni con tanto di stampelle.

<Shhh fai silenzio, altrimenti mi vengono a prendere subito.>

<Quanti minuti stavolta?>

<Solo pochi secondi.>

Mi scappa un sorriso, è l'unico che nonostante la situazione, riesce ancora a farmi sorridere e a rendere movimentata la stanza.

Tutti i giorni, scappa dalla sua terapia per venire a vedere mamma, e tutte le sante volte lo vengono a riprendere, ma ormai non ci fanno più nemmeno caso.

Ed eccoli entrare.

<Ma non ti stanchi? Tutti i giorni a fare sempre la stessa cosa?>

<E voi non vi seccate a venire subito dopo?
E che cazzo vi costa farmi rimanere con mia sorella cinque minuti?>

Scoppio a ridere, perché lui passa tutto il suo tempo qui con me.

<Moscerino che ridi?
Guarda che sono capace di rincorrerti per tutto l'ospedale anche con queste.> dice indicando le stampelle.

Ti proteggerò COMPLETA❤Where stories live. Discover now